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"Sì allo ius soli, no a Durigon". Il doppio fronte anti Lega di Letta

Il segretario rilancia la legge sulla cittadinanza: "Si voti a settembre". E con M5s e Leu chiede la cacciata del sottosegretario. Corteggiamento a Berlusconi: "Niente a che vedere col Carroccio"

"Sì allo ius soli, no a Durigon". Il doppio fronte anti Lega di Letta

Anche nell'afa ferragostana, e con pochi spettatori superstiti e sudaticci, il match Salvini-Letta si ripropone inesorabile, anche se ormai un po' stanco.

Per i due ormai è un punto d'onore: uno lancia la sua provocazione, l'altro risponde con indignazione. Uno chiede le dimissioni di qualcuno a sinistra, l'altro rilancia intimando a qualcuno a destra di andarsene. Ieri è stata la volta della ministra Lamorgese, che secondo Salvini non è all'altezza del suo illustre predecessore (cioè lui). E Letta ha subito risposto con il sottosegretario leghista al Mef Claudio Durigon, non nuovo a uscite infelici e rozzamente nostalgiche, fatte probabilmente più per farsi notare sui social che per reali scopi politici. L'ultima sciocchezza di Durigon è quella secondo cui un parco di Latina intitolato a Falcone e Borsellino dovrebbe invece essere dedicato a Mussolini (non quello vero, probabilmente per pudore, ma il fratello sfigato Arnaldo). Apriti cielo: in poche ore corrono a chiederne la testa i grillini - che annunciano una mozione di sfiducia ad sottosegretarium -, l'ex premier Conte (anche lui non molto indaffarato, ad agosto), Leu e il segretario del Pd, che esprime «forte condanna» per le parole di Durigon che «disconoscono i valori antifascisti» e assicura che il Pd «farà di tutto perché Durigon faccia un passo indietro», vista la sua «totale incompatibilità con il ruolo di rappresentante delle istituzioni». Essendo però le Camere chiuse, «si vedrà a settembre», quando si immagina che del caso Durigon non si ricorderà più neanche l'ormai celebre sottosegretario.

Intanto Letta - già in tour elettorale in Toscana come candidato nel collegio di Siena dove, assicura, «andrà tutto bene» nonostante la zavorra del caso Mps - decide di rilanciare un altro tema che segnerà una feroce contrapposizione con Salvini: lo ius soli: «Faccio appello a tutte le forze politiche: si apra subito un tavolo per discutere una nuova legge sulla cittadinanza per ragazzi e ragazze italiani a tutti gli effetti. Va fatta tutti insieme», incita ottimista, stigmatizzando «l'accostamento intollerabile e insopportabile» con gli sbarchi fatto dal capo leghista: «Quei ragazzi, nati e vissuti in Italia, non hanno nulla a che vedere con la gestione dei flussi migratori». Il segretario dem difende l'alleanza coi grillini e il rapporto con Conte con cui «stiamo facendo un pezzo di strada insieme» per costruire «l'alternativa alla destra sovranista». Lamenta: «Sono stato coperto di insulti per avergli fatto i complimenti per l'elezione a leader di M5s, assurdo». Ma un dispiacere all'ex premier, che sogna il voto anticipato, lo dà quando spiega che «Draghi è un ottimo presidente del Consiglio e dobbiamo conservarcelo fino alla fine naturale della legislatura».

Un messaggio per rassicurare i governisti del suo partito, allarmati dalla contiguità con Conte. E lancia un amo anche a Forza Italia, con i suoi «ottimi ministri» e il suo leader «europeista, moderato e alleato di Merkel», che nulla ha a che spartire con la «destra sovranista e orbaniana» di Salvini e Meloni.

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