Coronavirus

Salvini, no all'obbligo: "È da Turkmenistan". E Conte fa da sponda

"Lega per la libertà di scelta". E rilancia la proposta di un risarcimento danni

Salvini, no all'obbligo: "È da Turkmenistan". E Conte fa da sponda

«L' obbligo di vaccino c'è solo in Indonesia, Turkmenistan e Tagikistan. Non mi sembrano dei modelli di democrazia da seguire con entusiasmo». La risposta di Salvini a Draghi sull'obbligo vaccinale arriva così, senza tanti complimenti. Il leader leghista assicura, dopo una riunione su Zoom con i suoi governatori, assicura che la Lega non è spaccata sul tema vaccini, non ci sono «tifoserie no vax e sì vax», racconta in radio. «Ne parlavo prima con Zaia, il Veneto era una delle poche Regioni in cui non c'era obbligo per gli altri vaccini, quando è stato introdotto obbligo si sono vaccinate meno persone. L'obbligo sortisce l'effetto contrario. Io sono vaccinato, ho il gren pass ma non ho il diritto di imporre la mia scelta a qualcun altro. La Lega culturalmente è per garantire la libertà, la volontarietà vaccinale come nel resto del mondo. Per il green pass va bene per grandi eventi ma pensare a metterlo in metropolitana a Roma alle 8 significa creare problemi. Il vaccino è utile ma non si può isolare dalla società civile quei milioni di italiani che fanno una scelta diversa».

L'accelerazione di Draghi sull'obbligo vaccinale ha preso in contropiede la Lega che già ha digerito con difficoltà l'introduzione del green pass. Sull'eventuale obbligo vaccinale stavolta il capo della Lega vuole fare sul serio e opporsi. Unendosi così non solo a Fratelli d'Italia, con cui è in atto anche una competizione per una fetta dello stesso elettorato in parte no-pass, ma anche con il M5s. Riproponendo l'ex asse gialloverde. Infatti Giuseppe Conte propone di estendere l'utilizzo del green pass, ma frena sul resto: «Sull'obbligatorietà del vaccino dico: aspettiamo. Penso che dobbiamo spingere per l'obbligo del green pass per le situazioni di assembramento e nei luoghi di lavoro» dice il leader pentastellato. Anche il sottosegretario M5s alla Salute Pierpaolo Sileri dice che l'obligo «in questo momento non serve». Parole che vanno nella stessa direzione di Salvini, che assicura che la Lega in Parlamento «confermerà in Parlamento le sue posizioni di sempre evidentemente diverse da quelle della sinistra» non solo su immigrazione e tasse ma anche sull'obbligo vaccinale che, rimarca il leder leghista, «non esiste in nessun Paese europeo». Questo però non comprometterà la fedeltà a Draghi: «Noi siamo al governo, e ci rimarremo, per aiutare gli italiani ad uscire dall'emergenza sociale, sanitaria ed economica, come richiesto dal Presidente Mattarella». Lo ribadisce poco, rivolto al segretario Pd: «Letta se ne faccia una ragione: Non usciremo mai da questo governo. Un governo senza Lega avrebbe approvato il ddl Zan o lo Ius Soli o il ritorno alla legge Fornero, che sarebbe una sciagura per gli italiani».

Certo però l'equilibrismo per tenere insieme la Lega di lotta e di governo, sul tema Covid, è un esercizio che si fa sempre più difficile per Salvini. Ma mentre sul green pass la spaccatura nel partito è totale, sulla resistenza verso l'obbligatorietà del vaccino le varie anime leghiste sono più allineate. Anche il più draghiano dei leghisti, Giancarlo Giorgetti, la definisce «una misura su cui riflettere molto bene», e visto che le misure adottate dal governo (e contestate da una parte della Lega) «stanno funzionando», dice, spera che «non sia necessario ricorrere all'obbligo vaccinale». Anche Luca Zaia sostiene che «arrivare alla obbligatorietà è un po' una sconfitta socialmente». Ma Giorgetti e Zaia sono molto meno categorici nel no all'obbligo, un pezzo della Lega, soprattutto lombarda e veneta, è convinta che i vaccini siano l'unica strada per tornare alla normalità e che inseguire le paranoie no vax sia un errore politico.

Il prossimo test sarà il voto sul green pass, atteso in aula, alla Camera, per il prossimo lunedì, 6 settembre. Appunto il testo su cui la Lega ha votato contro in commissione.

Non si esclude che il governo possa chiedere la fiducia sul dl green pass. Ma Salvini ha una modifica da proporre: «In commissione lo hanno bocciato, lo riproporremo in aula: lo Stato fa di tutto per portarmi a vaccinare? Bene, però se ci sono danni mi risarcisci tu, non si fa «sulla pelle dei cittadini»

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