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Salvini pensa già alle urne. "Pronti al voto anticipato"

Botta e risposta con la Meloni sulle urne in caso di Draghi al Colle. "Per i Comuni primarie di coalizione"

Salvini pensa già alle urne. "Pronti al voto anticipato"

Archiviata l'ombra delle divisioni interne, con una Lega «compatta e granitica», il leader Matteo Salvini guarda oltre. Soprattutto verso la partita per il Colle, che potrebbe aprire le urne delle Politiche nel caso il premer Mario Draghi traslocasse al Colle. «Se Draghi va al Quirinale il governo resta in carica? - attacca la leader di Fdi Giorgia Meloni - mi sembra folle. Salvini sa benissimo come la penso, perché ha cambiato idea?». Dal Carroccio la replica arriva a stretto giro: «La Lega è pronta ad andare al voto per le Politiche in qualsiasi momento - riferiscono fonti di via Bellerio - Il timore del segretario Salvini è che molti parlamentari a partire dai 5Stelle faranno di tutto per evitare le elezioni anticipate». Non solo, «nel 2022 sono in calendario le Amministrative in importanti città. Dove ci potrebbero essere difficoltà per scegliere un candidato sindaco condiviso da tutto il centrodestra (per esempio a Como, Lucca o Palermo) Salvini proporrà primarie di coalizione». Il leader intanto rilancia il pressing su Palazzo Chigi, a partire dalla manovra che questa settimana arriva in Parlamento. Nel mirino ancora il reddito di cittadinanza, rifinanziato dal governo: «In preparazione degli emendamenti per tagliare gli sprechi del reddito e destinarli a due obiettivi - annuncia Salvini - taglio delle tasse su bollette di luce e gas, aumento bonus per genitori separati e divorziati che dopo il Covid non riescono a pagare assegno di mantenimento a figli o ex coniugi». Ma sui tagli al reddito di cittadinanza, c'è il muro del M5s. Lo ribadisce l'ex premier Giuseppe Conte su Facebook: «È la solita politica, che diventa forte sino a sfiorare l'arroganza con i fragili, ma si fa prudente con il resto del Paese, timorosa di perdere consenso. Per non parlare di quelle punte più spregiudicate, che si inchinano ai poteri forti e riducono la politica a comitati di affari. Prendiamo esempio dai segnali positivi che arrivano dalla società. Cerchiamo di capire con umiltà cosa si può migliorare, cosa si può cambiare per dare risposte realmente efficaci alle persone, ai loro problemi reali».

Domani al Senato arriva la legge di bilancio da 30 miliardi. Sulla manovra approvata dal Consiglio dei ministri lo scorso 28 ottobre e da licenziare con voto finale entro il 30 dicembre, attacca anche la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni: «Siamo fuori tempo massimo, va bene l'autorevolezza di Draghi ma non è che il Parlamento non conta più niente, non è che possiamo decidere che, in una repubblica Parlamentare, il Parlamento non serve più a niente. Se continua così, il Parlamento non valuterà neanche più la manovra». Ma con Draghi, dice, «c'è un rapporto cordiale, molto franco». L'altro giorno a Palazzo Chigi «siamo stati a lungo a parlare, su temi concreti, la priorità era la vicenda della manovra».

Intanto Salvini torna anche ad attaccare il ministro dell'Interno Lamorgese sul fronte immigrazione. Ieri lo sbarco degli 847 migranti salvati in mare dalla ong nave Sea Eye 4 che è cui è stato assegnato il porto di Trapani: «Una nave tedesca sta per lasciare in Sicilia più di 800 clandestini.

Domanda: i ministri dell'Interno e degli Esteri hanno chiesto a Berlino e Bruxelles di farsi carico di questi immigrati o per loro va bene cosi'?», attacca Salvini.

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