Ad allarmarsi, stavolta, tanto Palazzo Chigi quanto il Viminale. Perché in un solo giorno, dalla Germania, è arrivata la notizia «dell'imminente» sblocco dei finanziamenti per una Ong tedesca che opera «in mare» in acque italiane; e di un altro aiuto per l'assistenza «a terra» dei migranti in Italia. Niente specifiche, dal portavoce del ministro degli Esteri tedesco, a parte che si tratta d'attuare «il programma di sostegno finanziario istituito dal Bundestag».
Il governo a guida socialdemocratica, in piena crisi migratoria, annuncia così altri fondi in via di erogazione senza consultarsi con Roma: «Tra 400 mila e 800 mila euro in ciascun caso». Gelida la replica del ministro dell'Interno Piantedosi: «Mi stupisco che il ministro abbia questi obiettivi di proiettare la sua generosità su territorio nazionale, suggerirei di proiettarla sul proprio territorio». Palazzo Chigi denuncia «un'anomalia». «Sarebbe gravissimo», se i finanziamenti fossero confermati. Ma la conferma c'è, ed è politica: perché fondativa dell'accordo del governo a trazione Spd. Sovvenzionare Ong che operano nel Mediterraneo «è l'obiettivo del patto» tra socialdemocratici, Verdi e liberaldemocratici, rivendicava l'ecologista Sven-Christsian Kindler quando la commissione Bilancio era impegnata a stanziare denari per le Ong l'anno scorso.
La notizia che i soldi possano arrivare alla Sos Humanity porta allo scontro frontale, con i supporter Spd delle navi «non governative» che tornano alla carica, foraggiando una sfida politica mascherata da aiuto umanitario, a poche ore dal richiamo di Mattarella sul regolamento di Dublino giudicato «preistoria».
E ieri, al Bundestag, c'era pure stato un durissimo botta e risposta tra opposizioni e governo tedesco. I comuni avevano incaricato i rappresentanti di spiegare ai socialdemocratici che nei borghi non si riesce ad accogliere più nessuno. E che l'accoglienza diffusa non può più essere la soluzione alla crisi migratoria. Sono poi arrivate le cifre Eurostat: +25% per le richieste d'asilo e Germania in allerta. Ecco allora la soluzione Spd. Mandare in tv la ministra dell'Interno, Nancy Faeser. Ma anche lì, nella trasmissione di Maybrit illner su Zdf, la rappresentante del governo va in difficoltà, e sceglie di cavarsela attaccando il Belpaese col refrain che «l'Italia non rispetta le regole di Dublino» sul sistema di riammissione che obbliga i Paesi di primo ingresso in cui i migranti sono stati registrati a riprenderseli, «per questo abbiamo sospeso i colloqui per l'accoglienza dei richiedenti asilo, e accoglieremo solo coloro i cui colloqui sono stati già conclusi». Poi, parlando di Lampedusa, Faeser accusa i troppi Stati europei che «non mostrano sufficiente solidarietà», mirando a far ricadere le responsabilità dei mancati nuovi accordi Ue su Polonia e Ungheria: vero in parte.
Ma è il «sistema tedesco» a registrare un cortocircuito con la realtà. E dopo aver lasciato che Pierre Henry (già colonna della Ong France Terre d'Asile) parlasse in tv di «immagini spettacolari» da Lampedusa che non rispecchiano la realtà, e con la segretaria Spd Saskia Esken convinta che siano prodotte «non senza intenzione», riecco Faeser: «Finché l'Italia non rispetterà Dublino non accoglieremo più profughi sbarcati in quel Paese, Roma deve adempiere ai suoi obblighi».
Insomma, l'Italia deve far la sua parte per evitare che arrivino altri migranti in Germania (perché l'estrema destra di AfD cresce e spaventa Scholz & Co.
) mentre Berlino paga un totale di aiuti dal ministero alle Ong di 2 milioni di euro nel triennio 2023-2026; soldi di cui si ebbe notizia a novembre, ma che in questo caso non andrebbero alla tedesca United 4 Rescue, che pure sostiene la ricerca e il soccorso nel Mediterraneo con Sea Watch, Sos Humanity e Sea Eye. «Non sono per noi», fa sapere l'Ong, esclusa a luglio dai bandi. La tranche «a terra» andrebbe invece a «Sant'Egidio».
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