Politica internazionale

Lo scudo di Mattarella all'Italia invasa. E "The Guardian" incorona Giorgia

Il capo dello Stato: "Nessuno può farcela da solo, preistoria le regole di Dublino"

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Ma insomma, di che stiamo a parlare? «Le regole di Dublino sono preistoria, allora non c'era una migrazione di massa e pensare di regolare i flussi di oggi con quegli accordi è fuori della realtà. Sarebbe come dire: realizziamo la comunicazione in Europa con le carrozze a cavalli». Forse non ve ne siate accorti, dice Sergio Mattarella, però il mondo è andato avanti. Adesso «servono soluzioni coraggiose, nuove e comuni» perché «nessuno Stato può farcela da solo» a gestire gli sbarchi e continuare invece a «usare strumenti rudimentali», come vorrebbero ancora certi Paesi dell'Ue, significa «fare un salto nel Pliocene». A poche ore dal discorso di Giorgia Meloni all'Onu, ecco il soccorso del Colle al governo. Basta con «l'approssimazione e la superficialità», è il momento di uno «sforzo» lungimirante. Ad esempio, «i dieci punti proposti da Ursula von der Leyen sono interessanti».

Certo non fa giri di parole il dello Stato, impegnato a Siracusa in un bilaterale con il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier: il trattato di Dublino è superato è inadeguato, l'Italia non può più essere lasciata sola in prima fila. Mattarella nei giorni scorsi ha fatto già da scudo alla premier sulla riforma del Patto di stabilità. Meno vincoli di bilancio, meno tetti da rispettare, più investimenti, più cessioni di sovranità, questo in sintesi la linea di Roma, ispirata anche dagli interventi di Mario Draghi e del nuovo numero uno di Bankitalia Fabio Panetta sulla necessità di non strangolare l'economia Ue.

E ora il Quirinale riapre il suo ombrello. «Il fenomeno ha molte cause pure ambientali e di violenze. Occorre studiare soluzioni europee coraggiose, che i governi devono approfondire con serietà. Il problema esiste e non si rimuove lasciando spazio ai crudeli trafficanti». Il tratto principale, spiega Mattarella, è la globalità. «Ragioniamo in maniera adeguata e con approcci nuovi. Pensare di basarsi su Dublino, come alcuni Paesi dell'Unione fanno ancora, significa entrare in un'altra era zoologica. Era un altro mondo».

Quindi? «Nessuno ha la ricetta in tasca. Dobbiamo cercarla velocemente, prima che diventi impossibile governare il fenomeno. Ma ci vogliono formule europee perché nessuno, nemmeno i più grandi, possono affrontare la sfida da soli». Nemmeno la Germania. «Servono soluzioni comuni - dice infatti Steinmeier - e, per mantenere aperti i confini, un dibattito sugli strumenti». Una via passa per il piano Mattei voluto dalla Meloni. Il presidente tedesco si dichiara d'accordo. «È importante rafforzare la cooperazione con i Paesi di origine e di transito».

La premier, che oggi sarà al salone della nautica di Genova, lascia New York senza altri commenti: quello che doveva dire l'ha detto all'Onu, spiegano a Palazzo Chigi, dove si registra una certa soddisfazione per le parole del capo dello Stato. E per un articolo del Guardian. «Meloni è uno dei politici più potenti d'Europa.

Dopo un anno di potere ha assunto un tono rassicurante e pragmatico, ha consensi persino a sinistra».

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