Coronavirus

A scuola senza distanziamento se immunizzati. E ora si discute dell'obbligo per gli insegnanti

I tecnici: resta la mascherina in aula. Alle superiori decisivi i sieri somministrati

A scuola senza distanziamento se immunizzati. E ora si discute dell'obbligo per gli insegnanti

Da settembre la mascherina va tenuta in classe, vaccinati e non, ma il distanziamento in classe si può abolire se gli insegnanti saranno tutti vaccinati. In caso contrario, il metro di distanza tra un banco e l'altro si dovrà continuare a rispettare. Ancora e ancora, creando i mille problemi di distanziamento, di carenza delle aule, di alternanza tra gli studenti per garantire le norme minime di sicurezza nei locali. È una sorta di ultima chiamata all'appello vaccinale quella che il Cts ha pianificato nella riunione di ieri. È un messaggio lanciato a quel 20% di docenti italiani non ancora immunizzati e che potrebbero mettere in seria difficoltà il ritorno a settembre dei ragazzi in presenza.

Già, perché quel 20% in realtà si traduce in 200 mila insegnanti che se non decidono a farsi la punturina, anzi due, si assumono un'enorme responsabilità verso la collettività e soprattutto le famiglie. A loro è destinata la sintesi del pensiero del Cts: «Se c'è un importante riduzione del rischio all'interno della classe, il distanziamento si può evitare». L'alternativa è quella delineata sopra, in sintesi il solito caos dell'anno scorso. Ma ora c'è una differenza. Non ci sarà una decisione omogenea, ogni regione potrà decidere in autonomia a seconda dei risultati conseguiti nella campagna vaccinale. Così se in Calabria gli insegnanti diventano no vax per diffidenza o per ideologia, chi ci rimette sono gli alunni calabresi. A differenza della Lombardia o della Campania che hanno vaccinato l'intera categoria e dunque in classe potranno far ritornare gli alunni ad una pseudo normalità. Certo, la mascherina sarà comunque un must, ma le classi potranno ritornare in presenza senza alternanze o defezioni.

La domanda chiave resta: ma è giusto che un docente che rifiuta il vaccino debba pregiudicare il benessere della scolaresca? No, tanto che la discussione sulla obbligatorietà del vaccino per gli insegnanti è circolata nella riunione. Il suo promotore, Sergio Abrignani, ha trovato diversi sostenitori e non è escluso che alla fine si debba arrivare proprio a quello. Per il momento, gli esperti propongono di esortare il personale scolastico perché vaccinarsi è strategico per il buon andamento dell'attività scolastica nelle elementari e nelle medie dove gli under 12 non hanno un vaccino dedicato.

Diversa la situazione nelle scuole superiori. Qui la vaccinazione va incentivata anche tra i ragazzi che a dire il vero sono spesso ben felici di fare il vaccino, ma tra vacanze e dosi che scarseggiano, c'è da aspettare. Dunque, al ministero dell'Istruzione che aveva chiesto quanto pesano le vaccinazioni sul ritorno a scuola, il Cts risponde: tantissimo visto che la normalità passa proprio dal vaccino.

Il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi lo aveva annunciato giorni fa: «Chiederemo una precisazione al Cts: dobbiamo tornare in presenza e quello delle vaccinazioni è un tassello importante per poter chiarire il quadro e decidere le misure di sicurezza più adeguate per poter tornare in sicurezza».

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