Le periferie riaccendono le polemiche sul Pnrr e l'attacco delle opposizioni al governo, accusato di aver tagliato i fondi. Nonostante le rassicurazioni del ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, che aveva chiarito che i progetti tolti dal Piano verranno comunque finanziati, gli enti locali premono per sapere come e quando. Molti sono già stati avviati, i bandi già conclusi, i lavori assegnati. E i soldi anticipati. Ora c'è il nodo delle risorse, con i sindaci preoccupati che lo spostamento degli interventi su altri fondi richieda tempi molto più lunghi del ritmo serrato previsto dal Pnrr.
L'esecutivo ad agosto ha inviato alla Commissione Ue la proposta di modifica integrale del Piano ereditato dal precedente governo. Prevede la revisione di 144 progetti e riforme su 350. Sono state eliminate 9 misure, pari a circa 16 miliardi, che prevedevano interventi contro alluvioni e dissesto idrogeologico e progetti per la valorizzazione del territorio degli enti locali. Un contenitore ampio da cui i Comuni avevano attinto per i progetti più vari e su cui è scoppiata la polemica. E dopo i fatti di Caivano, con la visita della premier Meloni a promettere la presenza dello Stato in uno dei territori più difficili, il Pd attacca: «Il ministro Piantedosi promette che il governo si farà carico della sicurezza delle periferie. Dimentica però che il suo stesso governo ha da poco tagliato 13 miliardi di progetti del Pnrr dedicati ai Comuni a progetti di rigenerazione urbana, per i piani urbani integrati, volti al rafforzamento del tessuto sociale delle nostre comunità soprattutto nelle periferie - accusa il del Piero De Luca - Oltre a rallentare l'attuazione del Piano, la destra ha deciso di modificarlo intervenendo pesantemente proprio sulle risorse destinate alla riqualificazione territoriale nelle nostre città». Forza Italia chiede si faccia chiarezza con i sindaci: «Era necessario intervenire per revisionare il Pnrr, che altrimenti rischiava di essere un libro dei sogni, il governo ha dimostrato di saperlo fare, in accordo con le linee dettate dalla Ue. L'importante adesso è garantire una fonte di finanziamento alternativa e chiara per i progetti, soprattutto per quelli promossi dagli Enti locali che già si sono attivati in merito, anticipando somme per 2,5 miliardi di euro», dice l'azzurra Erica Mazzetti, che ha depositato un'interrogazione al ministro. Forza Italia propone una «concertazione con gli Enti locali per garantire le coperture agli impegni da questi assunti».
La segretaria del Pd Elly Schlein parla di «grave ritardo» del governo. Ma da Bruxelles è arrivato il semaforo verde a quella terza rata da 18,5 miliardi che Palazzo Chigi attendeva dal 31 dicembre scorso. Si conta di incassarli entro i primi di ottobre e nel giro di qualche settimana chiedere anche il pagamento della quarta rata da 16,5 miliardi. Su questa, le modifiche inviate dal governo sono state approvate dalla commissione. Fitto rivendica un clima positivo nel dialogo con Bruxelles. Dal governo si guarda con molta attenzione al dossier, mentre si apre quello difficile della manovra di bilancio.
E si fa notare da fonti di Chigi che non ci si può più permettere di lasciare «macerie economiche e finanziarie» come il Superbonus. Del resto anche i miliardi di euro del Pnrr sono a debito. Soldi che andranno restituiti all'Europa. Per questo, come per la manovra, l'unica strada è quella della prudenza.
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