«Vorrei raccontare, nella speranza che sia di beneficio per altri, qualcosa che non ho mai detto». A pochi giorni dal «World Cancer Day» che cade domenica prossima, il sindaco di Milano Beppe Sala ha rivelato per la prima volta di essersi ritrovato nel 2014 a lottare ancora contro il linfoma non Hodgkin che lo aveva colpito all'età di 39 anni (e che si era portato via il padre) proprio mentre da commissario unico era concentrato nella complicata organizzazione di Expo 2015. «Nel mio caso - spiega nel podcast Tre Desideri realizzato dalla Lega Italiana per la lotta contro i tumori (Lilt) - il cancro è stato recidivante». In questi 25 anni ha avuto «due ricadute. L'ultima, forse il momento più difficile della mia vita, a un anno dall'apertura di Expo. La situazione era difficile: eravamo in ritardo, Expo era messa in discussione, feci uno dei controlli di routine e mi diagnosticarono la malattia. Mentre mostravo sicurezza, facevo chemioterapia leggera». Confessa di essersi chiesto «sono abbastanza forte per gestire tutto questo? Ce la puoi fare, ce la devi fare».
Sala fa controlli periodici, che l'aiuto psicologico lo ha aiutato e con il tumore ha «provato il senso della vera impotenza, ma non dover mostrare per forza di essere il più forte mi tiene con i piedi per terra». Al funerale di Umberto Veronesi, che era stato il suo medico, aveva raccontato in lacrime: «Mi ha aiutato a guarire e mi ha insegnato che è l'uomo che conta, non il malato».
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