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Un sondaggio spezza i sogni del Pd: cosa succede adesso

L'ultimo sondaggio Swg registra una crescita per il centrodestra, che sale al 47% a livello nazionale nonostante le strumentalizzazioni a orologeria. E adesso l'orizzonte del voto cambia

Quel sondaggio che spezza i sogni del Pd: cosa succede adesso

Al Partito democratico è ovviamente consentito godersi un momento di gloria alla luce dei risultati delle elezioni Amministrative, da cui il centrosinistra esce sicuramente meglio rispetto agli avversari. Ma in casa dem sanno benissimo che non sono consentiti voli ad alta quota, soprattutto perché più di qualcuno è convinto che gli esiti locali riflettono fedelmente le intenzioni nazionali. Ma in realtà così non è: il centrodestra continua a rappresentare la coalizione verso cui gli italiani nutrono maggiore fiducia. Uno scheriamento che, stando all'ultimo sondaggio di Swg per il La7, sfiora il 50% dei consensi nonostante la macchina del fango azionata dalla sinistra nell'ultima campagna elettorale.

Gli ultimi sondaggi

A differenza di quanto accaduto nelle principali città italiane, sul fronte nazionale non si è verificato alcuno scossone politico. Gli equilibri restano sostanzialmente gli stessi. Primeggia su tutti Fratelli d'Italia, in crescita dello 0,4% che lo colloca al 21,1%. Al secondo posto c'è la Lega di Matteo Salvini (19,4%, in aumento dello 0,2%). Segue il Partito democratico al 19,2%, che cresce dello 0,2%. Subisce una flessione dello 0,5% il Movimento 5 Stelle, che resta quarto con il 16,4%; si trova poi Forza Italia al 7%, con un lievissimo calo dello 0,1%. Concludono la graduatoria Azione di Carlo Calenda (3,9%, -0,2%) e Mdp Articolo 1 (2,9%, +0,3%).

Gli equilibri nazionali

È chiaro come le dinamiche locali siano del tutto differenti da quelle nazionali, dove il centrodestra continua a dominare sebbene sia stato vittima di strumentalizzazioni e scandali mediatici a orologeria. Anche perché vanno considerati diversi fattori, tra cui quello dell'astensionismo: l'affluenza è stata molto bassa, ma è probabile che una buona quota di astenuti a questo turno voterà invece alle prossime elezioni Politiche. E il loro orientamento dipenderà molto dalla capacità di riorganizzazione del centrodestra.

C'è poi un altro dato: il Partito democratico sta festeggiando sulle spoglie del loro alleato Movimento 5 Stelle, che è uscito distrutto da questa tornata elettorale. Il fronte giallorosso si è dimostrato nuovamente sfaldato: non in tutte le città Pd e M5S hanno proposto candidati unitari. Anzi, in diverse realtà territoriali i rapporti aspri hanno spinto gli elettori grillini a non votare per i dem al ballottaggio. Un vero e proprio guaio se si pensa al "nuovo Ulivo" sognato da Enrico Letta.

Una serie di considerazione che potrebbe far allargare l'orizzonte del voto al 2023, quando è prevista la scadenza naturale delle legislatura. In tal senso Giorgia Meloni ha lanciato una provocazione a Letta: votare Mario Draghi al Quirinale e indire elezioni anticipate.

Effettivamente se l'attuale premier dovesse andare al Colle ci sarebbero grandi possibilità di un ritorno anticipato alle urne, ma sarà davvero così? Da oggi sicuramente si apre una fase tutta nuova, ma i toni trionfalistici del Partito democratico sono destinati a sfiammare se dominerà la convinzione di essere oggi la principale scelta degli italiani.

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