"La sorella Natalina abusata dallo zio"

Spunta la pista familiare. Il fratello: "Vogliono scaricare la responsabilità"

"La sorella Natalina abusata dallo zio"
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Dal rapimento legato al terrorismo internazionale alla pista familiare, passando dallo scandalo sessuale all'interno della Santa Sede agli affari della Banda della Magliana. Il giallop della scomparsa di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana scomparsa a Roma nel 1983, si arricchisce di un nuovo capitolo. L'ultimo capitolo sui cui stanno attualmente indagando sia l'ufficio del promotore di giustizia della Santa Sede che la Procura di Roma, riguarda uno zio della ragazza, Mario Meneguzzi, marito di Lucia Orlandi, zia paterna di Emanuela.

L'uomo, che in un primo momento tenne i rapporti telefonici con le persone che sostenevano di aver rapito la giovane, è morto da tempo, ma si torna a parlare di lui dopo che il suo nome è emerso da un careggio tra l'allora cardinale Segretario di Stato Vaticano Agostino Casaroli e un sacerdote sudamericano, inviato in Colombia da Giovanni Paolo II, a lungo consigliere spirituale e confessore della famiglia della ragazza. Lo scambio risale al settembre 1983, tre mesi dopo la scomparsa di Emanuela, e riguarderebbe presunte molestie che Natalina, la sorella maggiore della quindicenne, avrebbe raccontato di aver subito da uno zio ora deceduto. Una versione messa a verbale durante un interrogatorio reso a un magistrato di Roma. La missiva, inviata per posta diplomatica, sarebbe stata sollecitata da ambienti investigativi romani per chiarire se il religioso fosse a conoscenza del fatto che Meneguzzi avesse molestato la sorella maggiore della giovane scomparsa. Una domanda a cui il religioso rispose in maniera affermativa. «Sì, è vero, Natalina è stata oggetto di attenzioni morbose da parte dello zio, me lo confidò terrorizzata: le era stato intimato di tacere oppure avrebbe perso il lavoro alla Camera dei Deputati dove Meneguzzi, che gestiva il bar, la aveva fatta assumere qualche tempo prima».

La notizia ha mandato su tutte le furie Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela. «Sono arrabbiato, furioso. Hanno passato il limite come non mai.

Non possono scaricare le responsabilità di tutto su una famiglia. Non pensano ai parenti, ai figli? No, questa carognata non può passare così». Pietro, che oggi terrà una conferenza stampa, vuole chiedere un incontro privato a Papa Francesco.

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