Coronavirus

Sotto i 3 anni è la tosse, sopra il mal di testa: i principali sintomi Covid per bimbi e ragazzi

La conferma della scienza: si ammalano meno, ma con alta carica virale

Sotto i 3 anni è la tosse, sopra il mal di testa: i principali sintomi Covid per bimbi e ragazzi

Sotto i tre anni il campanello d'allarme è il raffreddore e meno la febbre alta, sopra i 3 anni invece attenzione al mal di testa. La tosse è un sintomo meno importante. Inoltre le malattie croniche non sembrano influenzare la possibilità di avere una diagnosi positiva mentre l'andamento dei contagi nei bambini varia molto in base alla Regione e a contagiare sono più frequentemente i famigliari.

Sono i risultati di uno studio osservazionale di 34 pediatri di famiglia, che hanno seguito 1.947 bambini in alcune regioni: Veneto (10 pediatri, 10.283 bambini), Lombardia (8, 7.390), Piemonte (6, 5.967), Sicilia (4, 3.675). Le altre regioni coinvolte sono state Campania (2 pediatri, 1.827 bambini), Friuli, Puglia, Emilia-Romagna e Lazio (1 pediatra per Regione con rispettivamente 1.108, 1.050, 990 e 889 bambini). L'incidenza complessiva dei casi di malattia nella popolazione seguita è stata di 3,8 casi ogni mille bambini in un mese, con differenze significative tra le regioni italiane «verosimilmente legate alla diversa gestione della malattia e diversa possibilità di confermare la diagnosi nei casi sospetti», spiega Giacomo Toffol, dell'Associazione culturale pediatri (Acp) e coordinatore dello studio, al quale hanno lavorato tra gli altri anche Laura Reali e Roberto Buzzetti. L'Emilia Romagna e Veneto sono le più colpite. La ricerca è stata discussa in occasione del recente 33° Congresso nazionale Acp e pubblicata sulla rivista scientifica Quaderni Acp.

Fortunatamente il decorso della malattia nell'età pediatrica si conferma significativamente meno grave rispetto alle età più avanzate, con un basso numero di ricoveri e una mortalità bassissima.

Altra questione dibattuta è il ruolo che giocano i bambini e gli adolescenti nella trasmissione del coronavirus. In questo caso viene in aiuto un recente studio dei ricercatori del Massachusetts General hospital (Mgh) e dei colleghi del Brigham and Women's hospital e del Ragon institute of Mgh, Mit e Harvard in Usa, che hanno pubblicato sul Journal of Infectious Diseases uno studio su 110 bambini di età compresa tra due settimane e 21 anni, positivi per Covid. Hanno scoperto che i neonati, bambini e adolescenti sono ugualmente in grado di trasportare alti livelli di virus, replicando Sars-Cov-2 nelle loro secrezioni respiratorie e che corrispondono a virus infettivi vivi, inoltre i livelli sono più alti all'inizio della malattia sia nei bambini sintomatici che asintomatici. I ricercatori non hanno trovato alcuna correlazione tra l'età dei bambini e la quantità della loro carica virale, che per i ricoverati era uguale agli adulti in ospedale. La maggior parte dei bambini è asintomatica o solo leggermente sintomatica, quando sviluppa il Covid, dando l'idea sbagliata che essi siano meno infettivi. Per i ricercatori Usa però hanno cariche virali simili nel rinofaringe, tassi di infezione secondaria simili e possono diffondere il virus ad altri e man mano che le varianti continuano ad emergere, i bambini infetti sono potenziali «serbatoi» per l'evoluzione di nuove forme, nonché diffusori di quelle attuali.

Pertanto, studiare le caratteristiche virologiche nei bambini con Covid e come l'infezione differisce rispetto agli adulti, è essenziale per stabilire politiche di salute pubblica efficaci, sia per garantire la sicurezza all'interno della scuola sia per controllare la pandemia.

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