Coronavirus

Per Sputnik e i vaccini cinesi sì al green pass, ma serve l'Ue

Il via libera consentirà di lavorare agli immunizzati con i sieri dell'Est. San Marino già esente tutto l'anno

Per Sputnik e i vaccini cinesi sì al green pass, ma serve l'Ue

Il via libera a Sputnik e Sinovac è in arrivo ma deve essere condiviso con la Ue. Il governo italiano intende risolvere il nodo dei lavoratori vaccinati con prodotti ancora non riconosciuti dall'Ema e lo farà nelle prossime ore con un'ordinanza ma all'interno di una intesa con l'Europa.

«Si stanno valutando insieme agli altri Paesi europei soluzioni che potrebbero andare dal mutuo riconoscimento all'esenzione», spiega il direttore del dipartimento di Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, che già la scorsa settimana aveva annunciato che si stava valutando una soluzione che però, precisa, va presa «insieme agli altri Paesi europei». Intanto ieri il consiglio dei ministri ha prorogato l'esenzione da green pass fino al 31 dicembre per i cittadini di San Marino vaccinati con Sputnik.

Sul fronte della campagna vaccinale la struttura del commissario all'emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, sottolinea gli obiettivi raggiunti evidenziando che comunque le prime dosi sono in aumento. L'81% degli italiani dai 12 anni in su è completamente protetto mentre la quota delle persone senza neppure una dose scende sotto gli 8 milioni, sono 7.978.368 in tutto. Almeno una dose di vaccino è stata somministrata a 46 milioni di cittadini pari all'85,26% della platea vaccinabile.

E dopo un lungo stallo si registra un andamento in crescita nel corso degli ultimi giorni per le prime somministrazioni: due giorni fa sono state 73.296 le inoculazioni con un incremento di oltre il 34% rispetto all'inizio della settimana.

Sicuramente grazie al successo della campagna vaccinale la diffusione dei contagi resta sotto controllo e l'epidemia recede. Anche l'apertura delle scuole non ha avuto conseguenze significative sui contagi, sottolinea Rezza. Il Report settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità conferma che i dati restano rassicuranti. L'Italia ha un'incidenza tra le più contenute in Europa. «Siamo in una fase di decrescita dei casi di Covid-19 in tutte le fasce d'età», dice il presidente Iss, Silvio Brusaferro, evidenziando che «l'età mediana delle persone colpite dall'infezione è piuttosto stabile sotto i 40 anni, 39 anni questa settimana». L'Rt resta stabilmente sotto l'1: 0,86 e in discesa verso 0,84 e 0,83 per quello ospedaliero.

«I dati indicano che siamo sotto la soglia epidemica e questo è un elemento importante perché ci consente di prevedere che in questa fase abbiamo ancora una decrescita dei nuovi casi e si traduce in un Rt per le regioni mediamente sotto 1», insiste Brusaferro.

Anche tutti gli indicatori decisionali si presentano in discesa. L'incidenza settimanale a livello nazionale è al di sotto della soglia di 50 casi settimanali per 100mila abitanti. Un dato progressivamente in diminuzione nelle settimane di riferimento: dal 24/30 settembre la media era 37; dal 1 al 7 ottobre era 34 e nell'ultima rilevazione dall'8 al 14 ottbre è scesa a 29. In Lombardia è a 18,3; nel Lazio a 28,4. Solo Bolzano supera la soglia di pochissimo con 54,4 casi.

I nuovi contagiati poi sono in maggioranza non gravi se non addirittura asintomatici come dimostrano i dati sul tasso di occupazione di posti letto Covid in area medica e terapia intensiva. Al 14 ottobre i posti letto occupati in reparti ordinari erano il 4,3 per cento del totale e in terapia intensiva il 3,8%.

Percentuali ben lontane dalle soglie di rischio rispettivamente del 15% per l'area medica e del 10 per l'emergenza.

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