Balle e propaganda in guerra sono parte integrante delle operazioni. E c'è una regola non scritta: una volta che l'hai sparata grossa, anche se nessuno ci crede, anche se è non è dimostrabile, pure se smentita dai fatti, mai negarla. Anzi, meglio rilanciarla, che sia mai che qualcuno alla fine ci abbocchi. E comunque si mantiene alta la soglia del caos che può sempre servire. E così, dopo che Mosca ha lanciato l'allarme su un possibile utilizzo di una «bomba sporca» da parte degli ucraini, ricevendo pernacchie dal mondo intero, che fanno dal Cremlino? Rilanciano, confermano e accusano. Da copione.
«La minaccia è reale, non vogliono ascoltarci», ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. «Vogliono far esplodere un'arma nucleare a bassa potenza per accusare la Russia di usare armi di distruzione di massa». E non pago, alza ancora il tiro: «Potrebbero usare le sostanze radioattive del combustibile nucleare esaurito della centrale di Chernobyl». È grossa, così grossa che no, nessuno abbocca. Anzi, il sospetto più che fondato è che siano proprio i russi a usare armi non convenzionali per ribaltare le sorti di un conflitto che non sta andando come avevano previsto. «Solo la Russia potrebbe usare armi nucleari in Europa», ha ribadito il presidente ucraino Volodymir Zelensky che sottolinea: «Hanno già utilizzato munizioni al fosforo e mine antiuomo vietate». Per smascherare la menzogna, il ministro della Difesa ucraino Alexei Reznikov ha invitato gli osservatori delle Nazioni Unite e dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica a visitare il Paese. «I criminali russi cercano di incolpare preventivamente la vittima dell'aggressione per il proprio crimine», ha aggiunto. E anche l'Occidente risponde compatto: «Si tratta di accuse palesemente false», si legge in una congiunta di Stati Uniti, Regno Unito e Francia. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg le ha bollate come assurde mentre per l'Isw, l'istituto Usa per lo studio della guerra, quella russa sarebbe una manovra imbastita per rallentare o sospendere gli aiuti a Kiev.
Ma cos'è la bomba sporca? In buona sostanza è una ordigno «tradizionale» al quale viene aggiunto del materiale radioattivo. Non si tratta di un'arma di distruzione di massa ma può colpire sia con l'esplosione sia con radiazioni e contaminazioni. A differenza di una bomba atomica, non causa reazione a catena e moltiplicazione dell'effetto esplosivo: la diffusione del materiale radioattivo nell'ambiente è limitata a pochi chilometri. Ma le conseguenze sono gravi anche perché la zona colpita va immediatamente evacuata e successivamente bonificata per evitare contatti col materiale radioattivo. E quello che spaventa maggiormente è che per assemblarla non servono tecnologie speciali né una destrezza particolare. Basta mettere le mani sul materiale giusto.
Non solo, ma anche per questo, il tema nucleare nel conflitto rimane fondamentale, con la centrale di Zaporizhzhia, la più grande d'Europa, costantemente nel mirino. Il viceministro degli Esteri russo Serguei Riabkov ha detto che sarà impossibile «creare una zona smilitarizzata», aggiungendo: «possiamo solo proteggere la centrale e garantirne la sicurezza», in risposta alla richiesta del G7 che ha chiesto ufficialmente a Mosca di restituirla a Kiev. Oltre a queste parole e alla conferma di una collaborazione con l'Aiea, arriva però anche una minaccia nemmeno tanto velata.
Il responsabile delle truppe per la protezione dalle radiazioni delle forze armate russe Igor Kirillov, ci tiene infatti a far sapere che «il rilascio di sostanze radioattive a seguito dei bombardamenti da parte ucraina della centrale nucleare di Zaporizhzhia interesserà quasi tutta l'Europa». Balle, propaganda e minacce. Anche a parole, i russi schierano il pacchetto completo. Da copione.
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