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Il surreale antifascismo del nuovo millennio

Se non avessimo visto l'altro ieri con i nostri occhi qui a Firenze la cosiddetta manifestazione antifascista degli studenti del liceo Michelangiolo, avremmo pensato a una rievocazione cinematografica del tempo che fu

Il surreale antifascismo del nuovo millennio

Se non avessimo visto l'altro ieri con i nostri occhi qui a Firenze la cosiddetta manifestazione antifascista degli studenti del liceo Michelangiolo dopo gli scontri tra giovani di destra e di sinistra, avremmo pensato a una rievocazione cinematografica del tempo che fu. E allora diciamo una buona volta le cose come stanno dal punto di vista storico e costituzionale. Morto il fascismo per indisposizione del dittatore, ben presto anche l'antifascismo storico quello vero al quale ci inchiniamo e non quello da barzelletta che si è visto in seguito non ha più ragion d'essere.

Tirando le cuoia, l'antifascismo verace partorisce due creature. Da una parte si afferma la democrazia liberale di Alcide De Gasperi e dei suoi alleati. Ed ecco la scissione di Palazzo Barberini del gennaio 1947, quando Giuseppe Saragat rompe con Pietro Nenni perché opta per una scelta di civiltà, e il trionfo del 18 aprile 1948 del leader democristiano, che conferma una scelta di campo irreversibile. E dall'altra i Nenni e i Togliatti, allora uniti dal patto di unità d'azione, che si schierano a favore di Peppone Stalin, uno spietato dittatore come pochi altri. Nell'immediato dopoguerra nostalgici del fascismo, monarchici e comunisti si contavano a milioni. Mentre adesso sono quasi scomparsi del tutto. Comunisti compresi, da quando Achille Occhetto, meglio tardi che mai, pensò bene di disfarsi di un partito considerato sempre più imbarazzante. La pretesa di resuscitare adesso il monolite antifascista è semplicemente surreale, visto e considerato che non è più un monolite dagli anni dell'immediato dopoguerra. Tutti dobbiamo invece osservare la Costituzione. Una Carta che si fonda soprattutto su due articoli: l'articolo 3 e l'articolo 21, entrambi caratterizzanti un ordinamento liberaldemocratico. Il primo sancisce il principio di eguaglianza davanti alla legge senza discriminazione alcuna. Il secondo riconosce a tutti il diritto di libera manifestazione del pensiero. Ora, sarà anche vero che la nostra è la Costituzione più bella del mondo. E se lo dice Benigni, che pure non è un costituzionalista, possiamo crederci. Resta il fatto che è una illustre sconosciuta. Ne abbiamo avuto la riprova proprio in questi giorni. Alcuni studenti dei Collettivi di sinistra del liceo classico Michelangiolo di Firenze, con in mano un cestino dell'immondizia, hanno invitato alcuni giovani di destra a deporvi i loro volantini considerati robaccia e a togliere il disturbo sui due piedi perché udite, udite non ne condividono il contenuto. E nel corso della manifestazione dell'altro ieri hanno chiarito si fa per dire il loro pensiero: «Se arrivano davanti alle scuole, troveranno chi li scaccia».

Urge un corso accelerato di educazione civica. Che aspettano i professori a farsi parte diligente?

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