Guerra in Ucraina

Tagliola di Mosca sul flusso del gas: bloccato in Francia, dimezzato in Italia. Tavolo del governo

Dopo il taglio del 60% alla Germania, a Parigi non arrivano più le forniture. Il nostro Paese sta valutando se innalzare lo stato di allerta

Tagliola di Mosca sul flusso del gas: bloccato in Francia, dimezzato in Italia. Tavolo del governo

Ulteriore stretta da parte della Russia ai rubinetti che riforniscono di gas l'Europa. Una mossa che ha fatto registrare forti aumenti della materia prima sulla piazza di Amsterdam e salire del 43 per cento in una settimana quelli del metano. Mentre, su spinta italiana, di fronte ai tagli e ai prezzi che salgono, la Ue sta valutando se imporre un tetto al costo del gas come ha già fatto la Spagna. Per non dover sottostare ulteriormente al ricatto di Putin.

Dopo i tagli del 60% alle forniture della Germania attraverso Nord Stream 1, anche la Francia non riceve più il gas russo via gasdotto poiché dal 15 giugno sono stati interrotti i flussi tra Berlino e Parigi. Tuttavia l'operatore francese GRTgaz ha assicurato che le scorte sono piene al 56%, rispetto al 50% abituale nello stesso periodo, quindi al momento nessun allarme. Anche perché i flussi in entrata più bassi dalla Germania sono compensati dalle maggiori importazioni dalla Spagna e dall'aumento delle capacità nei terminal del metano. Il portavoce del ministero dell'Economia e del Clima tedesco, Gabriel Haufe, ha chiarito che lo stop delle forniture da Gazprom «non è il frutto di una nuova decisione, ma dipende dalla stretta del gruppo russo sulla Germania». Nessuno crede che le riduzioni dei flussi siano causate da problemi tecnici causati dalle sanzioni, come sostiene Mosca. Per il vicecancelliere tedesco Robert Habeck si tratta di una decisione politica. Idem per il premier Mario Draghi.

Intanto anche la Slovacchia si è vista tagliare le forniture del 50% rispetto a quanto previsto dal contratto. E l'Italia sta ricevendo meno di quanto previsto: a fronte di una richiesta giornaliera di gas da parte di Eni pari a circa 63 milioni di metri cubi, Gazprom ha comunicato che fornirà solo il 50% di quanto concordato. Il colosso guidato da Claudio Descalzi ha confermato che ieri, per il terzo giorno, le richieste sono state soddisfatte in modo parziale. Nonostante tutto, il sistema italiano del gas si regge in equilibrio superando le difficoltà legate all'approvvigionamento temporaneo di metano russo. Complici anche le alte temperature, a fronte di una domanda prevista di 155 milioni di metri cubi è disponibile un'offerta di 195 milioni. Il disavanzo viene destinato in parte agli stoccaggi e in parte alle esportazioni. Ci sono poi gli arrivi dall'Algeria, sempre più ingenti. Anche ieri è stato confermato il sorpasso in atto da alcuni mesi delle importazioni di gas dal Paese del Nord Africa su quelle dalla Russia. Il nostro Paese sta valutando se innalzare lo stato di allerta e intanto il governo ha convocato il comitato di emergenza. «C'è un gruppo di monitoraggio con gli operatori, ci sentiamo quattro o cinque volte al giorno. Abbiamo tutte le contromisure pronte. Ma la prima cosa da capire è se questa diminuzione si stabilizza o se è solo un episodio. Vediamo cosa succede nei prossimi tre giorni, e poi la settimana prossima decideremo», ha detto il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.

La Russia, per bocca del ministro dell'Energia Alexander Novak, si dice pronta a fornire all'Europa il gas di cui ha bisogno per riempire gli stoccaggi in vista dell'inverno. A patto però che non ci siano ostacoli politici. Dall'Unione europea, al momento, nessun allarme. «Sulla base del nostro scambio con le autorità nazionali attraverso il gruppo di coordinamento del gas, non vi è alcuna indicazione di un rischio immediato di sicurezza degli approvvigionamenti, ma continuiamo a monitorare la situazione molto da vicino e rimaniamo in stretto contatto con le autorità nazionali dei Paesi colpiti», ha affermato un portavoce della Commissione europea. Commissione che considera gli ultimi sviluppi sulle forniture un modo per rafforzare la «determinazione a raggiungere gli obiettivi RePower Eu».

Oltre al lavoro già avviato per rafforzare la resilienza del sistema energetico Ue, viene segnalato come il sistema nell'Ue al momento «è concepito per garantire l'inversione dei flussi di gas quando necessario e la solidarietà tra gli Stati membri».

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