Antonio Tajani si presenta come nuovo leader di Forza Italia al primo vero Congresso azzurro, che oggi lo eleggerà segretario nazionale. È il volto della moderazione, del partito «serio, affidabile, credibile» che vuole guidare in Italia e in Europa, nel Ppe. Ma la moderazione si accompagna all'autorevolezza in campo internazionale, all'inflessibilità sui valori, a posizioni nette anche in politica estera, su Russia e Israele, lui che della Farnesina è il titolare.
Esordisce così, dal palco di Palazzo dei Congressi, all'Eur. «Nonostante i capelli grigi, l'età e l'esperienza, questo è il discorso più difficile e importante della mia vita». Il primo omaggio è a Silvio Berlusconi e non mancheranno i momenti di commozione, di applausi di sostegno della platea quando gli si spezza la voce: «Non è facile - confessa-, mi sento un po' come un giocatore della squadra di Maradona che deve fare la finale di Champions, però lui non c'è più. E tu hai una sola possibilità: chiedere aiuto a tutta la squadra e a tutta la curva. La squadra siamo noi, la curva sono i nostri elettori e Maradona è Silvio Berlusconi».
In prima fila c'è Paolo, fratello del Cavaliere e Tajani ricorda quel 12 giugno in cui gli arrivò negli Usa la notizia della morte. «Molti erano convinti - dice - che fossimo destinati alla fine, qualcuno di noi lo temeva, ma è successo l'esatto contrario, perché lui è stato così abile da costruire anche il futuro della sua creatura politica». Il voto amministrativo, poi a giugno quello europeo e lì Tajani punta al 10%, ma il suo orizzonte raddoppia per le prossime politiche: «C'è un grande spazio tra Meloni e Schlein e abbiamo il dovere di occuparlo, con le nostre idee».
La platea dei 1200 delegati, i dirigenti, dai ministri ai sindaci, la folla di giovani entusiasti, di donne impegnate nelle enormi sale di marmo, che cantano l'inno d'Italia e quello d'Europa, dicono che la vitalità c'è, e pure la partecipazione al nuovo corso.
Arrivano a Tajani gli endorsement dall'Europa e dal governo. Giorgia Meloni, in un videomessaggio al vicepremier ricorda i primi 30 anni del centrodestra, gli stessi di Fi, che hanno fornito la cassetta degli attrezzi per affrontare il lavoro di oggi e arrivare alla madre di tutte le riforme, il premierato. In prima fila c'è la titolare delle Riforme, Elisabetta Casellati, che Tajani ringrazia più volte per aver avviato il ddl costituzionale e interverrà poi con gli altri ministri azzurri, Gilberto Pichetto Fratin, Paolo Zangrillo, Anna Maria Bernini.
La giornata si è aperta con l'intervento del presidente del Ppe, Manfred Weber, per cui la leadership «ha un peso enorme, l'Europa ne ha bisogno per realizzare il sogno di De Gasperi», il Ppe ne è fiero e Fi con lui «ha un grande futuro». La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ringrazia in un videomessaggio Tajani «per i tanti anni che ha dedicato al servizio dell'Italia e dell'Europa. Sotto la tua guida, Fi rappresenta l'ancora dell'Italia in Europa e il futuro sarà in buone mani».
Nel discorso Tajani tocca tutti i punti della linea di Fi e insiste, riscuotendo grandi applausi, sui più delicati. «Se è vero che la Russia non è Putin è vero anche che i palestinesi non sono Hamas», dice. «L'invasione dell'Ucraina, una sfida all'Occidente e la morte di Navalny, ci riportano ai metodi spietati dell'Urss. E sul Medioriente: «Abbiamo il dovere di chiedere ai nostri amici israeliani di comportarsi secondo regole di civiltà e di umanità che condividiamo».
Quando parla della giustizia, della separazione delle carriere che «non è contro i magistrati», Tajani definisce la mafia «male assoluto», «mi fa schifo» e cita due illustri vittime, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e il giudice Rocco Chinnici. Le figlie di «questi due eroi dell'antimafia» sono in Fi, in platea e il leader ringrazia Rita e Caterina.
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