Magistratura

Toghe sulle barricate contro le carriere separate

Il presidente del sindacato: "Saremo più deboli se passa il progetto". La standing ovation per Mattarella

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Prima c'è la lunga standing ovation per il capo dello Stato, Sergio Mattarella, che arriva a Palermo per l'apertura del 36esimo congresso dell'Associazione nazionale magistrati, nel momento di più acceso scontro della categoria con il governo Meloni. Sullo sfondo le politiche e le riforme del ministro Nordio, che fanno dire al presidente del sindacato delle toghe, Giuseppe Santalucia, che esiste una «spinta» a ridurre «il raggio d'azione della magistratura». E poi attacca, a partire dalla separazione delle carriere, bandiera di questo esecutivo: «Il progetto di separazione delle carriere, portato avanti con ostinazione pur dopo che la separazione delle funzioni è stata dilatata all'estremo, reca con sé il germe dell'indebolimento della giurisdizione, almeno quella penale».

Ma il numero uno dell'Anm punta il dito più in generale su un clima che starebbe portando a una «ridefinizione in senso restrittivo dei confini entro cui la giurisdizione può esprimersi e può far uso degli strumenti propri del suo agire». E ancora contro l'abrogazione dell'abuso d'ufficio, battaglia del Guardasigilli: «L'eliminazione è un tentativo di ridurre l'incidenza dell'azione giudiziaria. La 'paura della firma' di amministratori e funzionari pubblici sta portando alla eliminazione di una ipotesi criminosa secondo una direttrice che si stenta a ricondurre nell'alveo di una concezione liberale, che vorrebbe una rafforzata tutela delle libertà individuali di fronte alle angherie dei detentori dei pubblici poteri».

Ci sarebbe poi un'idea, precisa Santalucia, secondo cui la magistratura «progressivamente ha accresciuto il proprio ruolo, finendo con l'essere, invece che fattore di stabilizzazione e di ordinata risoluzione dei conflitti, causa o concausa di quella instabilità e precarietà di necessari equilibri che segnano la società nel tempo presente. Si denuncia l'espansione del potere giudiziario collegandolo più o meno dichiaratamente ad una pretesa egemonica della magistratura». Una percezione «figlia della incapacità della politica di coinvolgere e di includere ampi strati della società in progetti collettivi». Santalucia respinge le accuse di politicizzazione della categoria, lanciate quando «l'azione dell'Anm ha la pretesa di uscire fuori dall'ambito della difesa degli interessi di tipo impiegatizio». E invita a «una riflessione ampia, che coinvolge anzitutto il rapporto con gli altri poteri dello Stato».

Presente il vice ministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, che smorza i toni e ricorda, «per diradare qualunque opacità», che c'è «la consapevolezza del governo del decisivo

ruolo dell'ordine giudiziario come tutore della stessa democrazia. E' evidente che magistratura e Parlamento hanno compiti diversi. La giustizia non può e non deve essere terreno di scontro». Oggi è atteso il ministro Nordio.

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