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"Toti ha saputo riscattare la sua regione. Ma in Italia si massacra chi ha successo"

L'imprenditore, amico del presidente della Liguria: "Sono sotto choc, dovevo incontrarlo poco dopo. È un galantuomo, non so come ne uscirà"

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«Conosco Giovanni Toti, è un mio amico da circa vent'anni: è un galantuomo. Un governatore che ha lavorato molto bene in Liguria, ha creato opportunità di lavoro». Chi parla è Flavio Briatore, imprenditore di successo che la giustizia e la malagiustizia le ha conosciute bene. Non nasconde dispiacere e incredulità per la vicenda giudiziaria che sta travolgendo Giovanni Toti. Con cui si sarebbe dovuto incontrare poche ore dopo il suo arresto per annunciare la prossima apertura del «Twiga Baia Beniamin» a Ventimiglia.

Briatore, è sotto choc?

«Sì. Ero in macchina, in autostrada. Mi dirigevo a Ventimiglia dove insieme a Toti avrei dovuto tenere la conferenza per presentare alla stampa l'apertura del mio nuovo ristorante. Appena ho letto la notizia ho pensato che fosse uno scherzo. Non riconoscevo in quello che dicevano di lui la persona che conosco da sempre. Un galantuomo che ha sempre e solo fatto bene per la regione che da anni governa».

Che idea si è fatto?

«Credo che si tratti di un arresto elettorale. Il Gip da cinque mesi ha in mano questa pratica. Perché proprio oggi alla vigilia delle elezioni europee?».

C'è un disegno?

«Un arresto mirato a danneggiare la reputazione della destra. Purtroppo i giudici hanno un potere enorme e fanno quello che vogliono. Guido Crosetto aveva ragione quando prevedeva un'offensiva della magistratura contro il centrodestra».

Lei ha subito una persecuzione giudiziaria durata dodici anni da cui è uscito assolto. Più facile per un imprenditore o per un politico uscire da un assalto giudiziario?

«Se un politico fa quello di mestiere, se viene massacrato dalla giustizia può non riprendersi più. Anche se viene poi assolto come il più delle volte capita, ha la vita e la carriera rovinate per sempre».

E per l'imprenditore?

«Io sono stato messo molto in difficoltà dalla persecuzione giudiziaria che mi ha travolto. Vede, quando vieni attaccato, rinviato a giudizio, condannato, tutte le banche ti chiamano e ti chiedono di togliere i soldi in 48 ore. Capisce cosa significa per uno che fa impresa e vive di impresa? Se non sei forte ti rovinano».

Quanto a Toti, come potrebbe uscire da questa vicenda?

«Non so sinceramente come Giovanni possa riprendersi da un colpo del genere. Mi auguro possa essere forte e soprattutto che questa brutta vicenda si risolva in fretta e lui possa tornare a svolgere il suo lavoro da Governatore».

Lei non ha solo affetto per Toti, ma anche stima...

«Giovanni ha lavorato giorno e notte in Regione. La Liguria era quasi abbandonata prima di lui, ora è una straordinaria ed efficiente realtà che è sotto gli occhi di tutti. Non dimentichiamo quanti posti di lavoro ha creato. Ma in Italia purtroppo è sempre così».

Così come?

«L'Italia è un paese strano. Quando hai successo si pensa sempre che lo hai ottenuto rubando. Non si riesce ancora a comprendere che dietro il successo c'è lavoro e rischio. Se riesci bene in ciò che fai ti massacrano, vogliono vederti finito. Non gli importa se crei posti di lavoro. L'importante è farti fallire o farti perseguire da qualche magistrato».

Lei ha pagato sulla sua pelle un prezzo elevato.

«Un massacro durato dodici anni. Volevano quasi arrestarmi. Ricordo quando hanno fatto irruzione sulla mia barca e il Pm disse: Adesso la barca non è più di Briatore, il sole lo prendo io. Sono finito nei telegiornali, sulle prime pagine: Briatore evasore fiscale! Poi una volta che sono stato assolto, nessun tg ha dedicato l'apertura alla notizia».

Secondo lei cosa bisogna fare per fermare l'aggressività della magistratura?

«È indispensabile separare le carriere. Senza paura. Una riforma che va fatta in fretta».

Lei però continua a investire in Italia...

«A metà giugno apriremo il Baia Benjamin. Invece di spingere gli italiani ad andare a Monaco, voglio che da Monaco vengano in Italia e creare un forte indotto. Saranno predisposte navette che porteranno i monegaschi a Ventimiglia. Un turismo ricco che lascerà soldi sul territorio.

E ci lavoreranno 50 ragazzi locali».

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