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Secondo voto per il Colle: fumata nera. Tutti i voti

Anche la seconda votazione per il Quirinale produce una pioggia di schede bianche. L'intesa tra i partiti è in salita: il centrodestra propone un tris di nomi, che però viene bocciato dai giallorossi

Secondo voto per il Colle: fumata nera. Tutti i voti

Una giornata effervescente che però non ha portato all'elezione del prossimo presidente della Repubblica, anche se non erano mancati timidi spiragli per sperare in un'intesa larga. È terminato spoglio dei voti: anche oggi, come ieri, si è abbattuta sulla Camera una pioggia di schede bianche. Domani mattina si terrà la terza votazione a partire dalle ore 11. I partiti continuano a ponderare le loro prossime mosse, lavorando per provare a sbrogliare la situazione e chiudere la sfida per il Quirinale.

Lo spoglio

Come ampiamente preventivabile, a prendersi la scena sono le schede bianche a quota 527. I voti dispersi sono 125; le schede nulle ammontano a 38. I più votati sono stati Paolo Maddalena e Sergio Mattarella, entrambi con 39 preferenze. A seguire Tondo (18) e Cassinelli (17). Tra gli altri che hanno ricevuto voti rientrano Giancarlo Giorgetti (8), Marta Cartabia (8), Silvio Berlusconi (7) e Giuseppe Moles (7). A Pier Luigi Bersani sono andati 6 voti; a Mario Draghi 4; a Giuliano Amato e Pier Ferdinando Casini 3. Altre indicazioni sono state per Gianni Letta, Bertolaso, Tremonti, Bossi, Rosato, Verderami, Abbate, Giletti, Angela, D'Alema, Agamben, Baldini, Rutelli, Bindi, Ruggeri, Zoff, Crosetto, Pierantoni, Baglioni, Al Bano, Generoso, Di Matteo.

La rosa del centrodestra

Nel pomeriggio il centrodestra, dopo un vertice, ha annunciato in conferenza stampa la rosa ufficiale di nomi per il Colle: si tratta di Marcello Pera, Letizia Moratti e Carlo Nordio. "Questi non sono candidati di bandiera, ma personalità di altissimo profilo. Penso che nessuno dei tre abbia tessere di partito in tasca. Speriamo che non ci siano 'no' preventivi", ha dichiarato Salvini.

Nel centrodestra sono in corso delle riflessioni sulla possibilità di votare per Carlo Nordio alla terza votazione o proseguire per la strada della scheda bianca. Da parte di Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia, è arrivata una precisazione sul nome di Pier Ferdinando Casini: "In questo momento non è un uomo del centrodestra". Tesi confermata poco più tardi da Salvini: "Casini in una rosa di centrodestra non c'è". Il segretario della Lega ha poi puntualizzato sul premier Mario Draghi: "Sta a Chigi e lavora bene a Chigi".

Giallorossi in tilt

Alla mossa del centrodestra è seguito un incontro delle delegazioni di Partito democratico, Movimento 5 Stelle e Liberi e uguali. I tre partiti del fronte giallorosso non hanno partorito una lista alternativa, ma hanno auspicato una riunione con gli avversari nella giornata di domani. "Non riteniamo che su quei nomi possa svilupparsi quella larga condivisione in questo momento necessario. Non contrapponiamo una nostra rosa di nomi. Nella giornata di domani proponiamo un incontro tra due delegazioni ristrette in cui porteremo le nostre proposte", si legge nella nota congiunta.

Ma tra gli eletti di Pd e M5S serpeggia un timore ben preciso: l'asse che si sta creando tra Giuseppe Conte e Matteo Salvini potrebbe finire per spaccare l'asse giallorosso. Le preoccupazioni riguardano non solo il futuro della coalizione, ma anche quella di far piombare nuovamente nel buio le trattive sul Quirinale. Si rischia di tornare al muro contro muro proprio quando si era instaurata una catena di dialogo tra centrodestra e centrosinistra, è il ragionamento che si fa.

In tutto ciò alcuni parlamentari del Partito democratico sono in subbuglio. "Ma Conte a che gioco sta giocando? Vuole ripristinare l'asse gialloverde?", si chiede un dem. Un altro parlamentare del Pd sbotta: "Qualcuno faccia capire a Conte che se fa il gioco di Salvini, il governo salta, si va a votare e i 5 Stelle scompaiono".

Incontro Letta-Tajani

Nel primo pomeriggio Enrico Letta e Antonio Tajani hanno avuto un colloquio "costruttivo". Fonti del Nazareno fanno sapere che nel faccia a faccia si sono valutate opzioni e vagliati nomi, con l'auspicio di arrivare a una soluzione equilibrata.

Il segretario del Pd ha chiarito di non aver mai negato al centrodestra la legittimità di proporre profili, ma ha aggiunto che in un Parlamento così frammentato solo un profilo realmente super partes e non divisivo può rappresentare una soluzione soddisfacente per tutti.

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