Politica estera

Trump è un disco rotto "Il voto è stato truccato DeSantis? Un mediocre"

Il tycoon attacca stampa e avversari: "Brogli in Nevada e Arizona, io pronto per il 2024"

Trump è un disco rotto "Il voto è stato truccato DeSantis? Un mediocre"

New York. Dinanzi al progressivo e inesorabile isolamento che si sta creando attorno a Donald Trump, l'ex presidente degli Stati Uniti risponde con toni aggressivi, additando come nemici coloro che un tempo rappresentavano sponsor e alleati di partito. E tornando pure a rilanciare le accuse di brogli, questa volta però non riferite alle elezioni del 2020, ma al voto di Midterm di martedì. Il tycoon sul suo social Truth si scaglia contro il governatore della Florida Ron DeSantis e contro il gruppo di Rupert Murdoch, definendoli ingrati e opportunisti. «News Corp, che è Fox, il Wall Street Journal e il non più grande New York Post, si sono tutti schierati con il governatore Ron DeSanctimonius», afferma in un lungo post usando il soprannome che ha coniato per il suo avversario, «Ron il bigotto». «È un repubblicano mediocre con buone pubbliche relazioni», continua, sottolineando che DeSantis alle primarie dei repubblicani nel 2018 «era un politico morto, che è venuto a chiedermi aiuto disperato». E ricorda che lui nel 2020 ha avuto «1 milione di voti in più di quelli conquistati da DeSantis».

Il post è solo l'ultimo degli attacchi di Trump al probabile rivale alle primarie repubblicane nell'ultima settimana, ma The Donald punta il dito pure contro «i media corrotti che raccontano la falsa narrativa che sono furioso per il Midterm». «Non credeteci, non sono affatto arrabbiato, ho fatto un ottimo lavoro e sono molto impegnato a guardare al futuro», dice. Quindi, cita nuovamente la teoria delle elezioni truccate, questa volta riferendosi al voto di martedì e precisamente a due dei tre Stati, Arizona e Nevada, che sono ancora in bilico e sono fondamentali per assegnare il controllo del Senato. Su Truth lamenta la reazione negativa del Gop ai risultati delle urne, ribadendo: «Triste vedere i repubblicani attaccare e offuscare stupidamente i risultati del Midterm. Abbiamo vinto, Nancy è stata licenziata ed è in viaggio verso terre straniere, i repubblicani stanno prendendo il controllo della Camera e, cosa importante, delle sue commissioni, e potrebbero benissimo vincere la maggioranza del Senato, a seconda che le elezioni in Arizona o Nevada siano truccate o meno (come credo che siano!)». «Stanno succedendo cose molto strane con i voti espressi in Nevada e Arizona. Rimanete sintonizzati», prosegue.

L'ex inquilino della Casa Bianca, però, sembra sempre più isolato all'interno del Grand Old Party, tanto che la potente Republican Jewish Coalition non lo ha invitato al suo incontro annuale a Las Vegas alla fine della prossima settimana. Ci sarà invece, come riporta Axios, proprio il suo rivale numero uno DeSantis accanto a Mike Pence, Mike Pompeo, Nikki Haley e Chris Christie. Quest'ultimo ha sferrato un duro attacco al tycoon biasimandolo per tutte le recenti sconfitte subite dal Gop, ma non è il solo a mostrare insofferenza verso di lui. L'ex speaker della Camera Paul Ryan ha parlato di «ineleggibilità», mentre il senatore Pat Tommey lo ha incolpato per la sconfitta in Pennsylvania. Intanto il leader dei repubblicani al Senato, Mitch McConnell, ha chiesto al governatore neoeletto della Georgia, Brian Kemp, di aiutare il candidato trumpiano Herschel Walker nel ballottaggio contro il democratico Raphael Warnock.

Kemp è un noto anti-trumpiano, ma dalla vittoria in Georgia dipende il controllo del Senato e quindi, secondo le fonti di Politico, avrebbe accettato di passare tutte le informazioni utili in suo possesso al Super Pac di McConnell che sta aiutando il candidato.

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