Guerra in Ucraina

Ucraina, allerta aerea Kiev: "Tutti nei rifugi". E tra Iran e Israele ora è sfida sui missili

Qualcosa si muove, qualcosa di inaspettato potrebbe accadee a breve, ma mai come in questi giorni le sorti del conflitto in Ucraina sembrano incerte

Ucraina, allerta aerea Kiev: "Tutti nei rifugi". E tra Iran e Israele ora è sfida sui missili

Qualcosa si muove, qualcosa di inaspettato potrebbe accadee a breve, ma mai come in questi giorni le sorti del conflitto in Ucraina sembrano incerte. Tra attacchi, annessioni, respingimenti e riconquiste, ormai è evidente che i protagonisti in campo non sono più solo l'invasore e l'invaso. Indirettamente o direttamente coinvolti sono anche altri paesi, con molti aspetti che potrebbero risultare decisivi in un senso o nell'altro.

Sull'Ucraina continua ad aleggiare lo spettro dei bombardamenti. A Odessa, Nikolaev, Poltava, così come nell'Ovest del Paese e nella capitale Kiev (dove è stata ripristinata l'erogazione di energia elettrica), le autorità hanno esortato la popolazione a restare nei rifugi spiegando che l'esercito russo sta continuando a lanciare missili dovunque: solo ieri i raid aerei sono durati per più di un'ora in tutto il Paese. «Prendete sul serio gli allarmi aerei», ha ribadito il capo dell'amministrazione regionale di Mykolaiv Vitaly mentre Il presidente dell'amministrazione statale regionale di Kirovohrad Andrey Raykovich scrive sui social che «il cielo mette paura, il nemico sta lanciando razzi in tutta l'Ucraina».

Eppure è innegabile che la Russia stia vivendo un momento di grande difficoltà. Isolata dal mondo democratico, con poche armi, uomini demotivati e risorse che stanno continuando a calare. Non a caso, secondo quanto rivela il Washington Post, che cita fonti dell'intelligence, dopo i droni l'Iran si starebbe preparando a inviare alla Russia anche missili balistici terra-terra da utilizzare in Ucraina. Si tratterebbe dei missili Fateh-110 e Zolfaghar, che hanno una gittata compresa tra i 300 e i 700 chilometri. Un atto che ha finito col chiamare in causa anche Israele: «La consegna da parte dell'Iran di missili balistici alla Russia è una chiamata per Israele, perché fornisca aiuto militare all'Ucraina», ha detto il ministro israeliano Nachman Shai. Mentre Peskov attacca ancora la Nato, «è in guerra ma non cambia i nostri obiettivi», Putin «terrà un incontro con i membri del Consiglio di Sicurezza russo nei prossimi giorni», probabilmente per una valutazione di un conflitto che mai si sarebbe aspettato essere così duraturo e complicato e incerto. Al punto che secondo Ben Hodges, ex comandante delle forze americane in Europa, l'Ucraina potrebbe riprendersi la Crimea, annessa dalla Russia nel 2014, entro la prossima estate. «La situazione dei russi peggiora continuamente. Dicono che la guerra sia una prova di volontà e di logistica, e su entrambi i fronti l'Ucraina è di gran lunga superiore», ha detto Hodges aggiungendo che l'unica speranza per Mosca è che l'Occidente vacilli nel suo sostegno all'Ucraina.

Se i russi spingono e cercano di attirare l'esercito ucraino a Nord, anche con l'invio di un contingente in Bielorussia per le cosiddette «manovre congiunte» in vista di una possibile operazione, è al Sud che si combatte sul serio. Le forze di Kiev continuano nella riconquista di parti di territorio, in particolare nel Kherson e nella regione di Zaporizhzhia, anche se il ministero della Difesa russo domenica racconta di aver fermato l'avanzata ucraina nel Donetsk, Kherson e a Mykolaiv, infliggendo «perdite significative». Quale sia la verità e quanto ci sia di propaganda è difficile saperlo con certezza. Quel che è certo è che continua l'attacco di Kiev a nell'area russa di Belgorod, nodo infrastrutturale fondamentale, dove tra l'altro c'è stata una sparatoria tra militari filorussi a quanto pare per una lite per morivi religiosi tra soldati tagiki, musulmani e ortodossi: almeno 12 i morti e 15 i feriti. Non vanno d'accordo nemmeno tra di loro.

Altro segnale, evidente, di difficoltà.

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