Le facce della politica

"Vi dico quanto durerà il governo Draghi"

A tu per tu con Alessandro Morelli, vice ministro delle Infrastrutture con la passione per l'Inter e per Milano. Al Giornale.it spiega come il governo Draghi vuole costruire l'Italia del futuro

"Vi dico quanto durerà il governo Draghi"

"Quanto durerà il governo Draghi? Il tempo necessario per immaginare e gettare le basi dell’Italia del 2050". Alessandro Morelli, viceministro leghista delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, dallo scorso febbraio ha sulla scrivania alcuni dei dossier cruciali per il rilancio del nostro Paese. Quando a 16 anni, per la prima volta, ha messo piede in una sezione della Lega Nord, forse, non immaginava nemmeno che la politica lo avrebbe portato fino a Roma, ad occuparsi di grandi opere e mobilità green. "Ero giovanissimo, ho intrapreso questa strada grazie a mio padre Ettore, una partita Iva disgustata dagli scandali di Tangentopoli e dalla Milano da bere craxiana", racconta al Giornale.it.

Nel capoluogo lombardo si fa le ossa come consigliere di zona. Poi approda a Palazzo Marino, come assessore al Turismo nella giunta di Letizia Moratti. Nel frattempo si occupa della comunicazione del partito. Per più di cinque anni dirige Radio Padania. Il pallino sembra essergli rimasto visto che, dopo essere stato eletto deputato, da presidente della commissione Trasporti a Montecitorio, firma una proposta di legge per garantire che almeno un terzo delle canzoni che passano in radio siano prodotte e incise in Italia. Oggi, però, le priorità sono altre. L’obiettivo è cambiare volto al Paese attraverso una serie di importanti opere infrastrutturali, dallo sviluppo dell’alta velocità ad una "rete secondaria che valorizzi i territori", passando per "lo sviluppo di una portualità che abbia degli obiettivi strategici nazionali e non solo di cabotaggio locale".

E non mancano i sogni nel cassetto. Tra questi c’è anche la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. “Ci sto mettendo faccia e cuore”, assicura il viceministro. L’opera, è convinto, rilancerebbe il Sud e trasformerebbe la Sicilia in un vero e proprio avamposto europeo sul Mediterraneo. La quotidianità sull'isola, però, oggi è scandita più che altro dai continui sbarchi. "Gli Stati europei devono prendere atto che i confini d’Italia sono i confini d’Europa e quindi è responsabilità di tutti difenderli e gestirli", commenta Morelli. "La sinistra italiana e tedesca, assieme alle Ong – attacca il viceministro – stanno speculando politicamente sulla pelle di chi, nella speranza di una vita migliore, affronta una traversata potenzialmente mortale". "Il meccanismo della redistribuzione – continua – non è risolutivo, anzi, è un mal comune mezzo gaudio irricevibile".

Su questo tema, insomma, le posizioni non sono cambiate da quando, nel 2017, propose di candidare Povia all’Ambrogino d’Oro, proprio per le sue battaglie "contro l’immigrazione selvaggia". Riuscire a sostenerle all’interno di una maggioranza eterogenea come quella su cui si regge l’attuale esecutivo è una vera e propria sfida. Avrà fatto meglio Fratelli d’Italia a starsene fuori, visti anche i sondaggi che premiano il partito della Meloni, ormai ad un passo dal soffiare il primato alla Lega? "Giorgia Meloni ha fatto la scelta più facile, avvantaggia il suo partito in termini di consenso, ma sicuramente danneggia il Paese". "Salvini e il centrodestra di governo – spiega – si battono giorno per giorno per spostare il baricentro verso idee liberali".

Morelli parla di "un braccio di ferro estenuante", con lo "stillicidio della sinistra che ci accusa di essere sconsiderati quando chiediamo le riaperture, pazzi quando proponiamo la fine dell’obbligo della mascherina all’aperto, reazionari quando lanciamo i referendum per la riforma della Giustizia". "Con la Meloni al governo – va avanti – i rapporti di forza sarebbero stati diversi". E non le risparmia una stoccata. "Se la vedo bene a fare il premier? Per me chi pensa al tornaconto elettorale e di bandiera prima che agli interessi dell’Italia si è già qualificato".

Di Matteo Salvini, invece, pensa tutt’altro. "È una persona vera, piaccia o meno, dice sempre quello che pensa, spronandoci verso un unico obiettivo: passare dalle parole ai fatti. È una qualità fondamentale quando un governo deve mettere a terra dei progetti che sono solo sulla carta”. Su una cosa, però, è d’accordo con la leader di Fratelli d’Italia. L’idea del partito unico non lo convince: "Non è facile unire con un’operazione a freddo storie e percorsi paralleli ma diversi. Il tentativo fatto con il Pdl non è andato a buon fine". E poi, aggiunge, "come si fa ad ipotizzare un soggetto politico comune quando hai all’interno un partito che ha scelto di stare all’opposizione?".

Per ora, quindi, meglio rimanere sul piano delle alleanze. A partire dalle prossime amministrative, con Enrico Michetti a Roma per rilanciare una città che Morelli non esita a definire "violentata", e con la sfida per Milano. Il nome del candidato verrà rivelato a breve. Intanto il viceministro assicura: "Il centrodestra ha davanti un’autostrada". "I leader devono trovare la sintesi in tempi rapidissimi, inutile continuare con dei no senza avere proposte alternative, perché così si perde solo tempo e si fa il gioco di Sala".

Un sindaco, quello di Milano, con cui Morelli, che è pure capogruppo della Lega in Comune, si è scontrato in più di un’occasione: dalla querelle per la partecipazione del leghista alla festa per lo scudetto dell’Inter, di cui è tifosissimo, in piazza Duomo, agli attacchi per la vicenda Expo e per quella della Scala ai sauditi, per cui Sala ha annunciato querela. "Si sono venduti pezzi di aziende pubbliche ricchissime e utili per il bene comune. – attacca – Pensate al caso A2A, un gioiello pubblico che Sala vorrebbe far finire nelle mani dei francesi, a riprova della propria incapacità".

Sul piano nazionale, però, Morelli chiede di "mettere da parte il campanile per guardare ai prossimi decenni". Al Paese, dice, "serve visione".

Per questo, ha fiducia in Mario Draghi: "Sta riuscendo nel difficile compito di fare sintesi tra partiti che hanno valori fortemente contrastanti". "È un uomo in grado di coprire qualunque carica”, dice parlando del premier. Inclusa, forse, quella di capo dello Stato.

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