Guerra in Ucraina

Zaporizhzhia colpita con bombe a grappolo. Emergenza umanitaria nella Kherson liberata

Giallo a Melitopol: sparita la bandiera russa ma assembramento di truppe

Zaporizhzhia colpita con bombe a grappolo. Emergenza umanitaria nella Kherson liberata

Da ieri mattina la bandiera russa non sventola più nella piazza principale di Melitopol, città nelle mani dell'esercito di Mosca dallo scorso febbraio. Per le forze russe si tratta solo di una manutenzione ma anche a Kherson, prima del ritiro delle truppe, la bandiera tricolore di Mosca scomparve dalla piazza principale. Segnale o indizio, si capirà col tempo. Ma le autorità ucraine denunciano un ammassamento di truppe nemiche nella zona con il rischio quindi di un massiccio contrattacco. Fatto sta che le vittorie sul campo dell'esercito ucraino continuano. Stando ai report di Kiev, nell'ultima settimana sono stati liberati 179 insediamenti sulla riva destra del Dnepr. «Stiamo effettuando misure di stabilizzazione, compreso lo sminamento», dicono. Perché anche nelle zone liberate il pericolo resta altissimo.

Al punto che il presidente dell'amministrazione regionale di Kherson Yaroslav Yanushevich, ha invitato i residenti dei territori liberati della regione ad evacuare, a causa dell'alto rischio di bombardamenti russi. Non solo. Il presidente Zelensky denuncia che «le forze russe hanno distrutto tutte le infrastrutture sensibili» prima di lasciare la città facendo appello alla popolazione di fare grande attenzione perché sono state già neutralizzate 2.000 tra mine, cavi elettrici e munizioni inutilizzate. La situazione a Kherson è complicatissima, al di là delle feste di piazza: mancano acqua, medicine e pane a causa della carenza di elettricità. Da qui il consiglio di evacuare. Stesso appello rivolto ai cittadini di Kiev, in questo caso per le continua interruzioni di energia che in vista dell'inverno significano niente luce né riscaldamento.

Intanto continuano i bombardamenti russi. Il distretto di Shevchenkiv, nella regione di Zaporizhzhia, è stato colpito da bombe a grappolo con conseguente evacuazione per munizioni che possono esplodere in maniera differita. Pesantemente bombardata anche la regione di Nikopol con obiettivi, ancora una volta, condutture del gas e reti elettriche. Gli allarmi anti-aerei sono risuonati per buona parte della giornata di ieri in tutto il Paese, soprattutto dopo il decollo di due aerei da guerra dalla Bielorussia, l'unico Paese confinante disposto a continuare a fare da scendiletto allo Zar, offrendo supporto a Mosca.

Diverso il ruolo della Georgia, con un dato che fa ulteriormente tremare il Cremlino. Secondo la presidente georgiana Salome Zurabishvili, dopo la mobilitazione ordinata da Putin, sarebbero stati quasi 700mila i cittadini russi fuggiti dalla Russia alla Georgia per evitare di essere arruolati. «Chiaramente non vogliono condividere la guerra di Putin ed esserne coinvolti», ha detto. Nazionalisti sì, forse.

Ma fino a un certo punto.

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