Processo penale, il Csm: "Costituzione violata"

Il plenum: il ddl viola l'obbligatorietà dell'azione penale, la ragionevole durata dei processi e avrà effetti gravi sulle indagini. A favore i togati, i laici del centrosinistra e Mancino. Alfano: "Non è una bocciatura, ma solo un parere"

Processo penale, il Csm: "Costituzione violata"

Roma - Dopo quella della settima commissione, arriva anche la stroncatura del plenum del Csm. Viola i principi costituzionali, come l’obbligatorietà dell’azione penale e la ragionevole durata dei processi, e avrà effetti "gravi" sull’efficacia delle indagini, il ddl del ministro Alfano sulla riforma del processo penale. Il plenum del Csm ha approvato con qualche piccola modifica il parere della settima commissione, che boccia le norme chiave del provvedimento. A favore hanno votato tutti i togati, i laici del centrosinistra, il vicepresidente del Csm Nicola Mancino. Contrari i laici di centrodestra, astenuto il laico dell'Udc Ugo Bergamo.

Mancino: "E' parere articolato" "Non è mio compito minimizzare sulle decisioni del Csm: del resto, i pareri che l’organo di autogoverno esprime non vincolano le autorità di Governo e meno che mai il Parlamento, sovrano nelle sue decisioni", spiega il vicepresidente del Csm Nicola Mancino. Sulla riforma del processo penale, ricorda Mancino, "la Commissione competente del Csm ha lavorato per quattro mesi e ha tenuto molte riunioni nel corso delle quali ha elaborato in progress un testo di suggerimenti, avanzato perplessità e, perché no, anche critiche, ma c’è uno spazio per le critiche?". Al termine di questa "intensa attività", ribadisce il numero due di Palazzo dei Marescialli, "il plenum ha discusso ed espresso un parere articolato: il ministro Alfano, a cui è diretto - aggiunge Mancino - farà le sue valutazioni, accoglierà ciò che riterrà accoglibile e accantonerà ciò che non lo persuade". Per questo, conclude il vicepresidente del Csm, "mi dispiace si parli ancora di invadenza o di terza Camera: la prima critica rischia d’essere aprioristica», mentre "l’accusa di terza Camera fa parte di un repertorio di cui ci si deve liberare, perchè non aiuta il dialogo e alza steccati fra istituzioni diverse che non devono litigare".

Principi violati Sul testo complessivo del parere i voti favorevoli sono stati 20. Mentre su una parte, quella che riguarda nuovi casi di astensione dei giudici, hanno votato contro, oltre ai laici del centrodestra, anche i togati di magistratura indipendente e il laico dell’Udc Bergamo. Il parere del Csm mette sotto accusa soprattutto la scelta del governo di spostare il motore delle indagini nelle mani della polizia giudiziaria, visto che il pm non potrà più acquisire direttamente le notizie di reato. Ma viene contestata anche la decisione di cancellare la dipendenza dei servizi di polizia giudiziaria dal pm e quella di instaurare una sorta di concorrenza e controllo reciproco tra il pm e la polizia giudiziaria, di cui oltretutto viene "rafforzata la dipendenza dal potere esecutivo".

Separazione dei poteri Così "viene meno l’obbligatorietà dell’azione penale, ma anche la separazione dei poteri" hanno ribadito oggi i consiglieri. Si tratta di disposizioni "sciagurate" ha sostenuto Antonio Patrono (Magistratura indipendente), avvertendo che il rischio di dar vita a indagini parallele potrebbe avere l’effetto finale di "assicurare l’impunità" ai colpevoli. "Con queste norme non sarebbero state possibili le indagini sulla strage di Bologna, sulla P2 e sui Nar", ha avvertito Betta Cesqui (Magistratura democratica); e in generale quelle "sui poteri forti", come ha fatto notare Fabio Roia (Unicost),secondo cui il ddl Alfano contiene quattro violazioni della Costituzione e due norme dettate "dall’attualità giudiziaria" che avranno effetti negativi sulla ragionevole durata dei processi.

Caso Mills Un chiaro riferimento alla norma che impedisce di acquisire le sentenze irrevocabili per i reati meno gravi, fatta su misura (secondo l’opposizione parlamentare) per il processo Mills. Preoccupa la maggioranza dei consiglieri anche la norma che ha esteso i casi di astensione e di ricusazione dei giudici ai giudizi espressi fuori dall’esercizio delle funzioni nei confronti delle parti del procedimento e tali da provocare fondato motivo di pregiudizio all’imparzialità del giudice. Una formula così generica - come ha sottolineato uno dei relatori, il togato di Md, Livio Pepino - che provocherà ricusazioni a catena.

Alfano: "Solo un parere" Quello negativo espresso dal Consiglio superiore della magistratura "è un parere, non vi è nessuna bocciatura perché è il parlamento che promuove o boccia i disegni di legge" secondo il ministro della Giustizia Angelino Alfano. "Noi riteniamo che attraverso il nostro progetto di riforma del processo penale assicureremo piena parità tra accusa e difesa, renderemo più efficienti le difese in giudizio dei cittadini sottoposti a processo penale, faremo sì che i pubblici ministeri possano svolgere pienamente il loro lavoro e che l’accertamento della verità dibattimentale possa essere più efficace e certa".

Tenaglia: "Ascoltino il Csm" "Se gli esponenti del Pdl, anziché esibirsi come al loro solito in attacchi scomposti e privi di rispetto istituzionale, ascoltassero i rilievi e i suggerimenti che provengono dal Csm, si risparmierebbero indecorosi dietrofront come quello a cui sono stati costretti sul ddl intercettazioni. Rendendo così un servizio utile al Paese". Lo afferma Lanfranco Tenaglia, responsabile giustizia del Pd.

"Riformare la giustizia a colpi di maggioranza e ponendo soluzioni estreme e sbagliate - aggiunge - conduce ad un vicolo cieco che non serve al paese e che non migliorerà per nulla il funzionamento della giustizia e il necessario equilibrio tra diritto alla difesa e l’esercizio dell’azione penale".

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