Rai: a Minzolini la direzione al Tg1, Mazza a Rai1 Ma l'opposizione non ci sta e abbandona il Cda

Rizzo Nervo, Van Straten e De Laurentiis lasciano la riunione del Cda prima della votazione. Sì a Minzolini, Mazza e ai 4 vice dg con sei voti favorevoli.  Masi difende le scelte: "Proposte da me e votate anche da Garimberti". Franceschini: "Nomine irricevibili"

Rai: a Minzolini la direzione al Tg1, Mazza a Rai1 
Ma l'opposizione non ci sta e abbandona il Cda

Roma - L'Aventino del centrosinistra in Rai. I tre consiglieri di centrosinistra, Nino Rizzo Nervo, Giorgio Van Straten e Rodolfo De Laurentiis, hanno lasciato la riunione del Cda prima del voto sulle nomine proposte dal direttore generale Mauro Masi. I consiglieri, incontrando la stampa a viale Mazzini, hanno sottolineato che non intendono tornare a partecipare alla riunione del Cda.

Le nomine Il consiglio di amministrazione della Rai ha dato il via libera alle nomine proposte dal direttore generale Mauro Masi. Direttore del Tg1 è Augusto Minzolini, direttore di Rai1 Maura Mazza. I vicedirettori generali sono Gianfranco Comanducci, Lorenza Lei, Giancarlo Leone e Antonio Marano. I consiglieri di opposizione avevano lasciato la riunione nel momento in cui si è iniziato a parlare di nomine. La riunione è poi proseguita con gli altri consiglieri, il presidente Paolo Garimberti e il dg. Tutti i presenti hanno votato a favore.

Franceschini: "Berlusconi punta al controllo totale" Silvio Berlusconi punta al controllo totale della comunicazione. Il segretario del Pd, Dario Franceschini, lasciando il congresso della Cisl, commenta così le nomine decise oggi dal cda Rai. "Non si è mai visto fare nomine decise in un altro luogo e ratificate dal cda a 15 giorni dalle elezioni - dice Franceschini -. Evidentemente il presidente del Consiglio non è sazio del controllo della comunicazione che ha e vuole estenderlo". Per il segretario del Pd, a maggior ragione, "le prossime elezioni saranno uno spartiacque, se ci sarà una sproporzione del rapporto tra Pd e Pdl quello che potrebbe accadere lo possiamo capire anche da quanto è successo oggi: il controllo totale".

Proteste della minoranza No a nomine decise fuori dall’azienda: questa in sintesi la motivazione per la quale i consiglieri di amministrazione Rai Rizzo Nervo, Van Straten e De Laurentiis hanno abbandonato i lavori del consiglio prima che si procedesse al voto sui quattro vicedirettori generali e sui direttori di Raiuno e Tg1. "Si tratta di nomi - ha spiegato De Laurentiis in una conferenza stampa lampo convocata con i due colleghi di Cda a Viale Mazzini - che segnano la ratifica della dipendenza del cda da fonti che non sono quelle previste dallo statuto e dal codice civile". Per Rizzo Nervo, oggi si è aperta "una frattura insanabile", che al limite "può essere sanata solo dalla verifica dei nuovi comportamenti del vertice di questa azienda". Van Straten ha criticato le nomine: "I sei nomi proposti sono esattamente gli stessi decisi qualche settimana fa in una riunione a Palazzo Grazioli".

Masi difende le scelte "Ho rispetto dell’opposizione sul piano aziendale e istituzionale. Ma le nomine le ho proposte io al Cda che le ha votate anche con il voto del presidente Garimberti". Così il direttore generale della Rai Mauro Masi, in una breve dichiarazione ai cronisti al termine del cda, risponde alle polemiche dei consiglieri d’opposizione.

Gasparri: "Polverone inutile" "Sconcertano le critiche alle scelte fatte dal vertice della Rai. Forse alcuni politici faziosi e prevenuti non si sono accorti che il direttore del Tg1, Gianni Riotta, si è dimesso da diverse settimane per assumere la direzione del Sole 24 Ore.

Il nuovo vertice della Rai non doveva forse designare un nuovo direttore? E c’è qualcosa da dire in termini personali sulle persone chiamate ai vertici dell’azienda? Siamo certi che Minzolini, Mazza ed i vice direttori generali consentiranno a Garimberti e Masi di ottenere i migliori risultati per il servizio pubblico. Le polemiche sollevate da taluni fanno parte del polverone pre-elettorale e come la polvere scompariranno". Lo dichiara il presidente del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri.

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