Riecco i Negramaro a Sanremo. Diciannove anni dopo la prima volta.
«Arrivammo con il brano Mentre tutto scorre, la nostra discografica Caterina Caselli era stupita che volessimo partecipare al Festival. Ma come, voi siete alternativi».
È andata bene.
«Siamo stati eliminati alla terza sera, ma la nostra storia importante è partita da lì».
E adesso?
«Ricominciamo tutto».
Il titolo del vostro brano.
«Ma non solo».
A parlare è Giuliano Sangiorgi, che dei Negramaro è il cantante e l'anima più pubblica, e tra qualche riga spiegherà il significato di una canzone subito applaudita dalla critica che l'ha ascoltata in anteprima. «Per noi questo è un giudizio molto importante, senza stampa e radio forse la nostra storia sarebbe stata diversa». Oggi, aggiunge Andrea Mariano detto Andro, «c'è una clamorosa velocità dei cambiamenti, le nuove generazioni ci sono nate, con questa mentalità. Noi siamo ancora legati alla necessità della riflessione». Dopotutto i Negramaro hanno sempre mescolato rock e pensieri, e pensieri nemmeno tanto superficiali. E adesso tornano all'Ariston dopo quasi vent'anni: «Amadeus è venuto ad ascoltare Ricominciamo tutto nel nostro studio ed è rimasto subito commosso». E in effetti è un brano potente, che con l'orchestra si allargherà ancor di più. «Anche le prove con i maestri della Rai sono state emozionanti, abbiamo iniziato il brano una volta con me al piano e un'altra con Andro, non abbiamo ancora deciso che cosa faremo in diretta nella prima sera». A fare la differenza sarà anche questo cantante sensibilissimo dalla voce potente e dai modi gentili che è diventato una popstar con la propria band ma non ha dimenticato le origini: «Il mio sogno è fare una canzone in salentino, il nostro dialetto».
Intanto, caro Sangiorgi, parliamo del brano in gara.
«Pablo Neruda scrisse che nascere non basta. È per rinascere che siamo nati. Ogni giorno. Il brano Ricominciamo tutto non parla soltanto del superamento di una crisi d'amore ma, più in generale, di tornare a guardare le cose con meraviglia, contro il cinismo dei nostri giorni e il medioevo dei social».
Cinismo è una delle parole più usate oggi.
«Siamo in un mondo cinico, ed è un cinismo per moda, quello peggiore. Muore una persona e, invece di stare tutti zitti e fermare tutto, ci preoccupiamo dei commenti sui social».
Beh i social fanno pensare anche a Chiara Ferragni.
«Al netto di ciò che è accaduto, mi dispiace che oggi tutti parlino male di Chiara Ferragni mentre prima erano tutti a favore».
Epoca strana.
«Tornerà un nuovo punk che spazzerà via tutto, è un fenomeno ciclico».
Quando esplose il punk, la politica era protagonista anche per i giovani. Adesso molto meno, adesso ai giovani interessa molto meno.
«Beh anche io a 18 anni pensavo la stessa cosa. Poi tutto cambia. Oggi non mi fa paura la parola politica. Anzi, Ricominciamo tutto è anche un brano politico».
Politico in che senso?
«Sia chiaro, non si riferisce alla politica dei partiti, non ci interessa parlare bene di un partito e male dell'altro. È una canzone politica perché si riferisce alla comunità, e al bisogno di ritrovare quell'entusiasmo e quella voglia di meravigliarsi che ora ci mancano molto».
Il festival di Sanremo arriva proprio durante le registrazioni del nuovo disco.
«Abbiamo iniziato da un po', lo stiamo completando agli Hansa Studios di Berlino e uscirà prima del tour negli stadi questa estate».
Perché Berlino?
«Perché si respira un'aria diversa».
Lo dicevano anche Bowie e Lou Reed negli anni Settanta.
«Nel disco ci sarà un brano che si intitola Berlino Est. L'ho scritto pensando che se a Berlino Est sono stati capaci di abbattere quel muro, beh, anche noi possiamo abbattere i nostri muri. Sono atterrito che mia figlia cresca con l'idea della diffidenza e viva provando quella sensazione».
L'altro giorno siete andati a trovare Jovanotti in ospedale dopo l'intervento chirurgico.
«Irradia luce, non sembrava neanche avesse appena subito un intervento così lungo. E, nonostante l'incidente, è ancora innamorato della bici. Anzi, credo che tornerà in bici prima ancora che sul palco».
Dopo Sanremo tornerete negli stadi. Prima data il 15 giugno al Maradona di Napoli.
«Sarà una miscela di esplosione e di forza. Con una novità».
Quale?
«Prima di noi si
esibiranno i ragazzi della Fondazione Pino Daniele cantando i suoi brani. Lo faremo in ogni stadio. È il nostro omaggio a Pino, con il quale avevamo anche in mente di fare un brano insieme prima che succedesse ciò che è accaduto».
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