Controcultura

Riecco il Jova Beach Party "È come il mio Festivalbar"

Anche Morandi e Pezzali alla prima data di un tour da (forse) mezzo milione di persone

Riecco il Jova Beach Party "È come il mio Festivalbar"

Se poi parte non si ferma più. Per quasi dieci ore Jovanotti porta in scena il suo Jova Beach Party, creatura che nel 2019 ha chiuso la stagione prima della pandemia, e ora riparte in versione riveduta e corretta. Ventun date in giro per l'Italia, già venduti 400mila biglietti in attesa di festeggiare quota mezzo milione.


«Ho bisogno di continuità perciò rifaccio lo stesso spettacolo». Difatti dopo tre anni Jovanotti è sempre Jovanotti, e meno male: «Una metafora latina dice che quando navighi a lungo cambia il cielo e cambi tu, ma la barca rimane sempre quella». Per tutto il pomeriggio, qui sulla spiaggia di Lignano, sotto un sole feroce Jovanotti sale e scende dal megapalco ricamato da una àncora al posto della J, una sfera per la O, un cuore per V e una A stilizzata «frutto di una foto che ho fatto in Grecia». JOVA. E poi controlla da lontano lo Sbam! Stage e il Kontiki Stage che sono sparsi là davanti in mezzo a quelli che saranno 36mila spettatori annunciati (25mila nel bis di stasera). E infine, giusto prima del tramonto, prende il controllo definitivamente lui, chiudendo il dj set di Benny Benassi e poi aprendo il suo show a geometria variabile con un video registrato dal campione Gianmarco Tamberi: «Credo che in questa fase ci sia bisogno di pensare a un salto evolutivo», spiega Lorenzo che è più entusiasta del solito perché «mi sembra di non essere mai sceso da questo palco negli ultimi tre anni».


Come allora, il filo conduttore è la «libertà».
La scaletta cambierà ogni sera (ieri ha aperto con una versione funk di Una tribù che balla ma comunque canterà solo super classici) così come cambiano anche gli ospiti che a fine tour saranno addirittura 150 da ben 30 Paesi, praticamente le nazioni unite nella musica. C'è persino il «Jova verso» di Tim. In poche parole, il Jova Beach Party aggiorna lo spirito anni Sessanta dell'evento in spiaggia con migliaia in costume che ballano davanti al palco e viva l'estate.


A (quasi) ogni concerto ci sarà Gianni Morandi, che ieri ha cantato con Jova quattro brani (Allegria, Apri tutte le porte, Fatti mandare dalla mamma e una improvvisata C'era un ragazzo con il pubblico impazzito) ma non quello che uscirà il 15 luglio: «Ho scritto per Gianni La ola, un brano d'amore da ballare». Ormai tra Jovanotti e Morandi c'è uno scambio reciproco e si è visto pure durante le prove di venerdì sera, quando scherzavano sul palco come se fossero coetanei in tour insieme: «A parte una settimana di ferie, che sto decidendo con mia moglie, parteciperò a tutti i Jova Beach Party che potrò», spiega Morandi che ha superato i limiti generazionali. Tanto per capirci, l'altra sera c'erano bambini che correvano per strada urlando: «È arrivato Gianni Morandiiii». Qualcosa di imprevedibile fino a pochi anni fa. Dopotutto, anche Jovanotti è uno che smonta i pregiudizi sin da quando cantava Gimme five e la critica lo seppelliva di risate. Lui è ancora qui. Gli altri hanno cambiato idea.
Ora è «metapolitico», non fa più riferimenti politici manco a pagarlo e per la sinistra non è un segnale da sottovalutare. Il Jova Beach non si schiera, forse per questo i sindacati dei vigili del fuoco hanno indetto uno sciopero che mette in dubbio il concerto del 13 luglio a Gressan (Aosta). Incredibile.


Dopotutto, questo è uno show che serve proprio a sganciarsi da queste dinamiche folli e anacronistiche. Lo conferma anche l'arrivo a sorpresa di Max Pezzali. «Pensate che quando gli 883 si chiamavano ancora I Pop, sono stati ospiti di un mio concerto al Rolling Stone di Milano», racconta Lorenzo: «Poi mi hanno mandato una cassetta con i loro brani, ma non mi piacevano e ho detto a Claudio Cecchetto: Ma dai l'uomo ragno.... Lui ha ascoltato e mi ha richiamato dopo mezz'ora: Con questi vendo un milione di copie. In realtà poi sono state due. Jovanotti ride ripensandoci.
Insieme a Pezzali ha cantato «tre pezzi che spaccano»: Hanno ucciso l'uomo ragno, Sei un mito, Gli anni. Un trionfo, potete immaginarvelo. E un prologo dei concerti di Pezzali a San Siro del 15 e 16 luglio: un karaoke generazionale. «Cominciamo?» urlava Jovanotti proprio prima di iniziare I love you baby e srotolare un rituale sempre più raro: il concerto davvero fluido, ossia in libertà, sganciato da ogni regola e per questo sfrangiato, dilatato, talvolta più simile a un dj set che a uno show ma stracarico di energia (arriva persino Salmo).
E proprio per questo il Jova Beach Party è un unicum che sfida persino gli ambientalisti (che sfruttano ogni scusa per protestare) e che magari replicherà anche nei prossimi anni. «È durissima», dice Jovanotti.

Ma stavolta ha trovato l'assetto giusto per trasformare il suo concerto in spiaggia in un format destinato a durare nel tempo.

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