Cronaca locale

È allarme medici di base nella Capitale

Sono 20mila i cittadini rimasti senza medico di famiglia. Le situazioni maggiormente critiche si registrano nelle Asl 5 e 6

È  allarme medici di base nella Capitale

Nella Capitale mancano i medici di base, e le situazioni maggiormente critiche si registrano nelle Asl 5 e 6. Come riporta Il Messaggero, proprio nella Asl 6, quella dei Castelli e del Litorale Sud, ne mancano ben 20, che equivalgono a 20mila romani senza medico di famiglia. Coloro che sono fortunati e ancora hanno il loro dottore cercano di non perderlo. Ma il rischio è comunque dietro l’angolo, dato che circa 250 medici andranno in pensione entro la fine del 2022, e quindi saranno 250mila i cittadini che rimarranno "orfani" dal punto di vista sanitario.

Cosa succederà entro l'anno

A lanciare l’allarme è la Fimmg di Roma, la Federazione italiana dei medici di medicina generale, il cui segretario provinciale Pier Luigi Bartoletti ha spiegato:“Da qui a fine anno, in città, si ritirerà circa il 10% dei medici ora in servizio. E la nostra è una sottostima basata su meri dati anagrafici”. Ancora meno ottimista è l'assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D'Amato, che ha ammesso che vi è difficoltà nel coprire alcune zone, soprattutto quelle meno raggiungibili. Ha poi aggiunto che nei prossimi mesi il 25% dei medici del Lazio andrà in pensione. L’amministrazione della Regione Lazio ha reso noto: “Abbiamo dato carta bianca ai direttori generali delle Asl: possono adottare alcuni provvedimenti straordinari che permettono, a ogni singolo medico, di poter avere fino a 1.800 assistiti, andando oltre la quota dei 1.500 dei massimalisti. Inoltre, permettiamo a chi ha raggiunto l'età pensionabile di restare in servizio e di far entrare i giovani medici ancora in formazione”.

Come abbiamo precedentemente anticipato, un’altra situazione preoccupante si registra anche nella Asl Roma 5, quella che copre l'area tiburtina e la Valle dell'Aniene, dove per poter raggiungere il proprio medico si devono fare decine di chilometri. Bartoletti è certo che, oltre alla carenza del personale, vi sia anche un problema di equità di accesso ai servizi. Come ha sottolineato il segretario: “Vale un po' il detto medico che vai, servizio che trovi. Fare il medico di base senza personale amministrativo è praticamente impossibile, eppure solo il 55% dei medici del Lazio ha un servizio simile. Bisogna tener presente che va garantita l'assistenza alla persona passando dalle chiamate fatte al telefono alle risposte via Whatsapp”.

Il boom nel 2021

In questo caso però l’assessore alla Sanità non sembra essere d’accordo. Secondo D’Amato infatti non c’è necessità dell’amministrativo, quanto di medici di famiglia in grado di fare gli esami di primo livello, o almeno quelli più richiesti, come per esempio le ecografie, le spirometrie, gli elettrocardiogrammi. In previsione c’è una riforma nazionale che avrà inizio con un accordo ministeriale e poi si declinerà su base regionale. L’assessore ha assicurato che si punterà molto sull'innovazione tecnologica e digitale.“Non possiamo arrivare impreparati in autunno, con il Covid, l'influenza e le altre malattie”, ha tenuto a sottolineare Bartoletti. Negli ultimi due anni i medici della Fimmg hanno avuto il 300% in più del lavoro. Nel 2019 e nel 2020 i dottori laziali che hanno 1.500 assistiti hanno emesso lo stesso numero di ricette, ovvero 22mila all’anno. L’anno seguente, il 2021, i numeri sono aumentati arrivando a 24mila ricette.

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