Cronaca locale

"Escrementi, un porcile". Ennio rientra a casa, le rom a piede libero

Ennio Di Lalla, l'anziano sfrattato da un gruppo di rom, è rientrato finalmente a casa sua. Ma l'appartamento è irriconoscibile: "Sembra un porcile. Gualtieri? Mi ha chiamato solo oggi, meglio tardi che mai"

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"Ho lasciato una casa e ritrovato un porcile, fa male vederla così. È deprimente". Ennio Di Lalla, 86 anni e qualche acciacco, si guarda attorno. È spaesato. Nasconde emozione e disorientamento sotto un cappellino da baseball blu. È una specie di armatura. Non se la toglie neppure per parlare con la stampa, anzi: quando i riflettori si accendono, lui, usa la visiera come schermo.

Oggi finalmente è rientrato a casa dopo 23 giorni passati da suo fratello. Il suo appartamento non lo riconosce più. Le rom che ci hanno vissuto sino allo scorso venerdì hanno lasciato sporcizia e danni. La porta sfondata, i pavimenti insozzati da escrementi di cane, il vecchio mobilio e le cose care accatastate in un angolo e alcuni oggetti di valore che mancano all’appello. Insomma, il bilancio è sconfortante. Ennio però si consola: "Per lo meno sono rientrato a casa mia". Non ci sperava. "Tutto sommato – ragiona l’anziano – sono stato fortunato. Per me si sono mobilitate stampa e televisioni, hanno alzato un polverone ed eccomi qui. Se non si fosse sollevato tutto questo clamore, probabilmente, sarei ancora lì fuori".

Invece alla fine ce l’ha fatta. Non è ancora riuscito a metabolizzare il torto subito né ad accettare la sfrontatezza delle occupanti. "Come è possibile che abbiano invaso una casa abitata da un anziano come me? Come è possibile che non abbiano mostrato alcun segno di pentimento? È un fatto sconcertante", continua l’ottantaseienne. Le ultime parole delle nomadi continuano a rimbombargli nelle orecchie: "Hanno promesso che occuperanno ancora. Lo hanno detto con una sfrontatezza incredibile, sfidando le forze dell’ordine e lo Stato".

Ennio è amareggiato. Sa che le quattro donne che gli hanno devastato la casa, adesso, sono a piede libero e si domanda se pagheranno mai per tutto il dolore che gli hanno provocato. "Hanno commesso un reato grave e ne devono rispondere. Chiedo una condanna giusta, proporzionata alla loro condotta. È una cosa necessaria e un deterrente. Senza certezza della pena è normale che finiranno per occupare ancora".

Sul fronte legislativo, dopo che il caso di Ennio è salito alla ribalta dei media, qualcosa si è mosso. La Lega sta studiando una proposta di legge che servirà proprio ad evitare che altri passino le pene di questo anziano. "È una notizia enorme, sono orgoglioso di sapere che la mia disavventura sia servita a qualcosa. E se questa legge dovesse portare il mio nome, beh, sarebbe un grandissimo onore", commenta con gli occhi lucidi.

Oggi il neo sindaco Roberto Gualtieri, che le occupazioni abusive le conosce bene, soprattutto quella di via di Santa Croce in Gerusalemme, lo Spin Time Labs, dove è stato ospite del chiacchierato confronto tra i candidati alle primarie del centrosinistra, si è finalmente deciso a chiamarlo. "È stata una telefonata cordiale – conclude l’anziano – durata diversi minuti.

Certo, avrebbe potuto farsi vivo prima: meglio tardi che mai".

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