Cronaca locale

"Rispettare le altre religioni". E il IV Municipio "vieta" il crocifisso

La maggioranza che sostiene il minisindaco Dem boccia la mozione di Fratelli d'Italia per esporre il crocifisso nella nuova aula consiliare. I consiglieri Pd: "Così rispettiamo la laicità e le altre religioni"

"Rispettare le altre religioni". E il IV Municipio "vieta" il crocifisso

"Non rinneghiamo il fatto che il crocifisso sia un simbolo positivo, ma se un domani in quest’aula sedesse qualcuno con una fede diversa da quella cristiana potrebbe sentirsi non rappresentato". Federico Proietti, capogruppo del Pd nel IV Municipio della Capitale, spiega così le ragioni della bocciatura della mozione di Fratelli d’Italia che chiedeva di appendere una piccola croce sulle pareti della nuova aula consiliare. La proposta era stata avanzata lo scorso primo febbraio dai consiglieri del partito di Giorgia Meloni, dopo lo spostamento dell’aula del consiglio municipale dal primo piano al piano terra della sede di via Tiburtina.

Il crocifisso, scrivono i consiglieri citando le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo, non è soltanto l’icona della fede cristiana, ma anche un "simbolo universale dei valori di libertà, uguaglianza, tolleranza e rispetto". Da qui la richiesta di ricollocarlo esattamente dov’era nella nuova sede dell'assemblea. La maggioranza che sostiene il minisindaco Massimiliano Umberti, però, si è opposta. A votare contro sono stati i consiglieri del Partito Democratico, di Sinistra civica ecologista, delle liste civiche a sostegno di Calenda e Gualtieri e di Roma Futura.

Il punto, per il capogruppo Dem, è che nelle aule istituzionali debba essere rispettata la laicità. Anzi, spiega al telefono con ilGiornale.it, una sorta di "neutralità" per evitare di "mancare di rispetto alle altre religioni e fedi". "Il dibattito è stato sereno e si è votato secondo libertà di coscienza", assicura Proietti. Ma l’opposizione protesta. "Secondo questo ragionamento ora che farà il sindaco Gualtieri, toglierà l’icona della Vergine Salus popoli Romani dall’aula Giulio Cesare?", attacca Matteo Mariani, tra i firmatari della mozione.

"In tutti i consigli municipali è presente un crocifisso, simbolo di rispetto, accoglienza e tolleranza, - incalza - non capiamo perché nel nostro non debba esserci". L’esponente del partito di Giorgia Meloni contesta il fatto che altri possano sentirsi offesi dalla presenza della croce: "Gesù è riconosciuto universalmente come un profeta". E, aggiunge: "Il messaggio che arriva dal crocifisso è un messaggio di inclusione e solidarietà, temi che non sono tanto lontani dal mondo di sinistra".

La polemica, nel frattempo è arrivata anche in Campidoglio. Lavinia Mennuni, consigliere comunale dello stesso partito si è detta "sconcertata" dall’esito della votazione. "Scegliere di non apporre il crocifisso nella sede del municipio è incomprensibile, soprattutto in un momento di difficoltà come quello che stiamo vivendo oggi, con un conflitto fratricida nel cuore dell’Europa".

"Avere una forte identità propria è il presupposto per rispettare ed integrare gli altri: la nostra identità è un’identità cristiana per questo – conclude - è giusto che nelle sedi istituzionali ci sia il crocifisso, un simbolo che non può essere davvero un offesa per nessuno".

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