Cronaca locale

"La salma è sparita, è in una fossa comune": prima la scoperta choc poi la beffa

I familiari della vittima avevano pagato un'agenzia di pompe funebri per la cremazione. Hanno scoperto che la salma era stata seppellita in una fossa comune

"La salma è sparita, è in una fossa comune": prima la scoperta choc poi la beffa

Può succedere di tutto, persino che la salma di un caro defunto "sparisca". È l'agghiacciante scoperta in cui si sono imbattuti i familiari di una 76enne romana, deceduta l'8 ottobre del 2020, per la quale era stata chiesta la cremazione. I parenti non hanno mai ricevuto l'urna con le ceneri scoprendo, a un anno dal funerale, che l'anziana era stata seppellita in una fossa comune del cimitero Flaminio, a Roma. Il fratello e la sorella della vittima hanno denunciato l'agenzia funebre a cui si erano rivolti per truffa, sottrazione di cadavere o, in alternativa, occultamento di cadavere. In procura è stato aperto un fascicolo investigativo per accertare le eventuali responsabilità delle persone coinvolte. Le indagini del caso sono affidate ai carabinieri di Ostia.

Il caso

La storia, a dir poco surreale, è stata raccontata da Valeria Di Corrado sulle colonne de Il Messaggero. I fatti risalgono all'autunno 2020, in piena pandemia. La 76enne, ricoverata nella Clinica delle Rose, versa in condizioni di salute molto precarie. L'8 ottobre i sanitari della struttura informano i parenti del decesso. "In quell'occasione - si legge nella denuncia presentata in Procura dai familiari - fummo subito contattati dalla Rsa che, oltre a informarci dell'accaduto, ci suggeriva, qualora ne avessimo avuto bisogno, un'agenzia funebre i cui addetti, a loro dire, si erano presentati presso la struttura e resi disponibili a occuparsi dei funerali e della sepoltura di nostra sorella". Non conoscendo altre agenzie e, peraltro, presi dallo sconforto in quel triste momento, i familiari decidono di affidarsi all'agenzia che era stata loro suggerita, la San Giovanni dei fratelli Bruni. Pagano in anticipo tutte le spese, sia per il funerale che per la cremazione, esborsando complessivamente 2mila e passa euro. "Ci fu detto dagli addetti dell'agenzia funebre che a breve, o comunque al massimo entro un paio di mesi, saremmo stati contattati", mettono nero su bianco i familiari della 76enne.

La scoperta

Passano mesi ma dell'urna cineraria neanche l'ombra. A gennaio 2021, il fratello e la sorella della vittima, esasperati per la situazione, decidono di rivolgersi agli uffici del cimitero di Prima Porta (dove avrebbero dovuto essere sparse le ceneri della 76enne). Una doccia fredda: scoprono che l'anziana è stata seppellita in una fossa comune "all'insaputa di tutti, dove finiscono le bare prive di tomba". A quel punto contattano i titolari dell'agenzia funebri per chiedere spiegazioni i quali, però, tergiversano accampando "scuse e prendendo tempo". Dunque non resta loro che procedere per vie legali. I parenti accusano la ditta di "aver sottratto con l'inganno e sepolto all'insaputa dei propri cari la salma, abbandonandola in un campo comune, dove mai nessuno avrebbe potuto portarle un fiore o rivolgerle una preghiera".

Ora toccherà al pm Silvia Sereni, titolare del fascicolo aperto in procura, fare luce su questa macabra vicenda.

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