Lo scemo del villaggio

La vera storia di Albert Einstein che non sapeva le tabelline

Albert Einstein, lo scienziato più famoso della storia, da ragazzo non ricordava le tabelline: ecco la sua storia

Albert Einstein - Lo scemo del villaggio

Oggi parliamo di un uomo famosissimo, Albert Einstein. Chi di non lo conosce? Nasce a Ulma, in Germania, il 14 marzo 1879 da una famiglia ebrea benestante. Capelli arruffati, faccia da schizzato, con maglioni larghissimi… insomma quello che si dice "un vero sfigato".

Se poi ci aggiungete che da ragazzo a scuola era lento nell'apprendimento, aveva poca memoria, a tal punto che non ricordava le tabelline e a quanto pare era pure dislessico. Avreste mai detto, basandovi su questa descrizione, che in realtà la sua è una delle menti più geniali mai esistite? Una star mondiale. Come Michael Jackson, Maradona, Brad Pitt…

A 16 anni prova a entrare al politecnico di Zurigo ma senza successo. Non demorde e l’anno dopo ci riprova. Si laurea a soli 21 anni per iniziare subito a lavorare in un ufficio brevetti di Berna, in Svizzera. Insomma, un lavoro che non è proprio da premio Nobel, oserei dire… un lavoro banale per un genio. Ma da quel momento la testa di Albert inizia a girare nel verso giusto e rivoluziona il mondo della fisica con la teoria della relatività, una teoria che cambia tutto il Novecento, dalla letteratura alla filosofia. Quindi capite bene che stiamo parlando di un "numero uno", di un visionario. Difatti vince un Nobel per la fisica nel 1921.

Nel 1927 viene invitato a Como al congresso mondiale dei fisici ma rifiuta perché contrario al regime di Mussolini. Dopo sei anni in Germania arriva Hitler e quindi, Albert, essendo ebreo non mette più piede nella sua casa. Gli americani, peraltro, lo vogliono coinvolgere nella costruzione della bomba atomica. Inizialmente accetta ma subito dopo sceglie la via pacifista, anche se come sappiamo la bomba fu costruita indipendentemente da Albert e sganciata su Hiroshima.

Muore a 76 anni nel 1955 e la cosa curiosa è che il corpo viene cremato ma non il suo cervello. Si narra che il patologo che fa l’autopsia lo conserva in cantina in un barattolo, lo seziona in duecentoquaranta parti e lo distribuisce a ricercatori e università.

Insomma, da queste righe avrete capito come questo ragazzo - considerato un po' lo scemo del villaggio - sia diventato quel genio del mondo noto davvero a tutti.

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