Serialità

"Ecco a voi i Chippendales": la storia (vera e sanguinaria) del re dello spogliarello

In bilico tra fiction e cronaca nera, la nuova serie disponibile su Disney+ racconta come lo spoglierallo maschile è diventato un vero e proprio spettacolo (per sole donne)

"Ecco a voi i Chippendales": la storia (vera e sanguinaria) del re dello spogliarello
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Abbiamo inserito la serie tv – disponibile in Italia e su Disney+ dall’11 gennaio – nella top 5 di inizio anno, ipotizzando che Ecco a voi i Chippendales potesse essere uno tra gli show più interessanti del 2023. Forse non è quello più originale ma, sicuramente, non passerà inosservata. In bilico tra drama, commedia e true crime, la serie tv che è stata sviluppata dal "genio" dietro Pam & Tommy, coinvolge il pubblico in un viaggio sensazionale - e un po' folle - nell’America degli anni ’80 e di chi ha rincorso la falsa ideologia del sogno americano. Una storia bizzarra sotto tutti i punti di vista, ma ispirata a fatti realmente accaduti qui romanzati con un piglio scanzonato e a tratti drammatico. Gli otto episodi che compongono la prima (e unica) stagione di Ecco a voi i Chippendaes raccontano di un immigrato indiano che è diventato il re indiscusso dei club per sole donne, il primo che ha creato un vero e proprio impero della lussuria e che ha rovesciato gli stereotipi sull’uomo e sulla sua sensualità.

Una storia amarissima, molto attuale anche se è ambientata più di trent’anni fa e in un mondo che non esiste più, eppure colpisce nel mirino perché capace di essere sia un true crime di ottima fattura che uno spaccato di vita su un periodo storico a noi vicino i cui echi si odono ancora nel presente. Disney+ mette le mani su un'altra serie tv che ha fatto molto discutere, quando è stata trasmessa su Hulu verso la fine del 2022 e che, sicuramente, piacerà anche al pubblico nostrano. Ora vi spighiamo perché Ecco a voi i Chippendales è una serie che merita di essere vista.

L’immigrato indiano e il suo sogno americano

La vicenda prende inizio alla fine del 1979. Somen, da tutti conosciuto come Steve, per oltre cinque anni ha lavorato instancabilmente come benzinaio, conducendo una vita vuota e spenta solo perché aveva un obbiettivo da raggiungere. Aveva un sogno, quello di aprire un club a Los Angeles, convinto di poter realizzare tutti i suoi desideri solo perché vive in America e perché il periodo è propizio per tutti. Con la somma necessaria si licenzia dal suo ruolo e apre un club di backgammon, sulle polveri di un altro locale notturno. L’idea si rivela un fallimentare e Somen (interpretato da Kumail Nanjiani, visto di recente in Obi-Wan Kenobi) è costretto a scendere a patti con se stesso. Conosce un losco agente di Playboy che convince l’imprenditore a virare su un club di spogliarellisti per sole donne, sfatando un vero e proprio tabù. È quando ingaggia Nick De Noia, coreografo e vincitore di un Emmy – interpretato da Murray Bartlett, visto in The White Lotus – che il locale notturno comincia a macinare consensi. Con i soldi e la fama arrivano anche i primi screzi tra Somen e Nick, che sfociano in una scia di omicidi e in un’indagine dell’FBI.

Una serie ruvida ma che diverte

C’è tutto un mondo dentro a Ecco a voi i Chippendales. Non è una semplice serie che racconta di un uomo disposto a tutto, persino a uccidere, pur di raggiungere i suoi scopi, ma in fondo c’è qualcosa di più. E’ un microcosmo in cui si evocano sogni, desideri, pulsioni, rabbia, rancore e molto altro. Una serie di buona fattura, non esente da difetti, ma capace di bilanciare alla perfezione le due anime. Un po' drama storico, un po' commedia nera e un po' crime: è un incastro perfetto, l’uno compensa l’altro in un miscuglio di genere che colpisce nel segno. Il racconto può anche essere ruvido e pieno di sbavature e surreale, ma diverte e coinvolge in un vortice di emozioni che impedisce al pubblico di distogliere l’attenzione. Ed è questa la caratteristica vincente delle serie tv: grazie alla sua satira pungente sul sogno americano, diverte senza strafare.

Il ritratto di un’epoca che fu

Oltre a questo, Ecco a voi i Cheppendales è anche (e soprattutto) il ritratto di un decennio pieno di usi, costumi e tradizioni. Gli anni ’80 sono da sempre identificati come gli anni in cui era tutto possibile. Ogni cosa lì poteva realizzarsi. Alla fine, quella finta opulenza si è accartocciata su se stessa ma resta comunque il decennio in cui la società (per davvero) ha guardato al futuro. E lo show di Disney+ non fa altro che stigmatizzare tutti i suoi stilemi più particolari. Si intravede la mistificazione del corpo maschile che esce dai luoghi più angusti dei locali per omosessuali per attirare l’attenzione del pubblico femminile - che si scopre avere pulsioni e desideri inconfessabili proprio come il classico maschio "alpha" -, ma c’è anche lo sguardo alla società dei consumi, alla moda dell’epoca, alle riviste per adulti, alla musica pop e dance, e c’è quello sguardo a un’America che era ancora capace di sognare e che credeva di poter superare qualsiasi ostacolo pur di brillare in un mondo che chiedeva sempre di più.

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"Una serie che riflette sui problemi della società di oggi"

"È un vero e proprio miscuglio di generi – rivela Robin de Jesus ai nostri microfoni durante un’intervista in diretta da Los Angeles -. E’ una serie che è ispirata a eventi realmente accaduti ma parla anche di sesso, di lussuria, di danza e di molto altro. Convince proprio perché a tutto questo si aggiunge una venatura crime molto interessante. E, credo, che sia proprio l’aspetto più interessante". L’attore che nella serie interpreta il personaggio di Ray Colton, è esploso con il fenomeno di Tick Tick… Boom su Netflix. Qui è alla sua prima esperienza da co-protagonista in una serie di alto profilo. "Ammetto che è stato strano raccontare una storia ambientata negli anni ’80 – aggiunge –. Se fosse ambientata ai giorni nostri? Di sicuro avrebbe lo stesso impatto. Stiamo vivendo in un periodo molto complesso che non è poi così distante dal capitalismo di quel periodo – continua -. È una storia che parla di un immigrato che resta coinvolto in un gioco più grande di lui. Io ci vedo molte analogie con la realtà".

Chi erano i Chippendales

Come abbiamo già puntualizzato, la serie tv è ispirata a fatti realmente accaduti che hanno coperto un arco temporale lungo dieci anni. In pratica, la storia ha attraversato tutti gli anni ’80, raccontando con un pugno deciso i retroscena dei club notturni. E i Chippendales del titolo sono un gruppo di spogliarellisti che, complici coreografie ad alto tasso erotico, vestiti sgargianti e fisici da copertina, hanno fatto battere il cuore delle donne che, annoiate da una vita casalinga, hanno trovato il modo di sfogare le loro pulsioni e nel gioire di fronte a un fisico di un uomo giovane e muscoloso. L’idea è venuta in mente a Paul Sniders (qui interpretato da Dan Stevens) che di professione era un agente squattrinato di Playboy, il quale per primo è riuscito a cogliere i desideri reconditi delle donne. Solo però con l’arrivo di Nick De Noia, coreografo, che lo spogliarello è diventato un vero e proprio spettacolo.

Tra realtà e finzione: la storia vera dietro la serie tv

Anche le se vicende sono romanze, per ovvie ragioni, Ecco a voi i Chippendales è liberamente ispirato al libro intitolato Deadly Dance: The Chippendales Murders di K. Scot Macdonald e Patrick Montes De Oca, scritto con Robert Siegel che poi è diventato autore dello script. La storia vera ha dell’incredibile. Somen "Steve" Banerjee, nasce a Bombay (l’attuale Mumbai) l’8 ottobre 1946. Arriva in America come immigrato in cerca di lavoro e, dopo aver gestito una stazione di servizio e un club di backgammon miserabilmente falliti, Banerjee acquistò un club di Los Angeles, il Destiny II, e lo ha trasformato in una discoteca che prevedeva combattimenti femminili nel fango. È solo in seconda battura che decise di aggiungere agli spettacoli un gruppo di spogliarellisti che si esibiva principalmente per un pubblico femminile. E fece scalpore perché era qualcosa che, negli Stati Uniti, non si era ancora visto.

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Per farlo, prima ha fatto coppia con Paul Snider, ma decisiva è stata la collaborazione con Nick De Noia che ha messo su uno spettacolo più teatrale e artistico. I soldi e il successo hanno scatenato una serie di eventi – che non sveliamo per non rovinare la sorpresa - ed è proprio con l’omicidio di De Noia avvenuto nel 1987 Banerjee è stato accusato di esserne il mandante. Secondo la polizia, aveva lui assoldato un killer, Ray Colon, un ex poliziotto di Palm Springs. Ma quella non fu la sola accusa. Le autorità imputarono anche l’omicidio nel 1990 di Michael Fullington, un suo ex ballerino e coreografo, e quelli nel 1991 di altri due Chippendales. Alla fine è stato condannato a 26 anni di carcere solo per un tentato incendio doloso. La mattina del 23 ottobre 1994, poche ore prima che venisse letta la sua condanna, Banerjee si uccise nella sua cella impiccandosi.

Perché vedere Ecco a voi i Chippendales?

Dedicata a chi cerca un prodotto diverso dal solito, la serie piace perché ha un ritmo incalzante e perché è impreziosita da tanti colpi di scena. Fa riflettere la vicenda di Somen e, soprattutto, colpisce per il modo in cui viene decostruito il mito del sogno americano.

Da vedere anche solo per immergersi in un crime di buona fattura che ricorda la bellezza degli anni ’80.

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