Serialità

L'Italia degli anni '20 con Hotel Portofino. La serie inglese arriva su Rai Uno

Ambientata ma girata in Crozia, la serie che arriva su Rai Uno racconta l'ascesa del fascimo in una storia efficace, convincente ma edulcorata

L'Italia degli anni '20 con Hotel Portofino. La serie inglese arriva su Rai Uno
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Anche se ci troviamo nel centro di un’estate infuocata, la tv nostrana non è ancora andata in vacanza. Può sembrare così ma invece le cose funzionano diversamente. Accanto alle solite repliche e a film che passano in prima serata, arriva su Rai Uno – dal 25 giugno – una serie inglese di buona fattura che dopo il suo passaggio su Sky e Now debutta in Rai proprio nel pieno di questa lunga estate caldissima. Stiamo parlando di Hotel Portofino, drama storico ambientato nella perla ligure a inizio degli anni ’20. La prima stagione (una seconda è già stata prodotta e una terza è in lavorazione) animerà Rai Uno per tre prime serate con una storia schietta e sincera di rinascita e di redenzione, sullo sfondo di un’Italia che cambia e con il pericolo costante del partito fascista che sta muovendo i primi passi nell’ambiente politico e sociale dell’epoca. Una serie senza troppi fronzoli quella di Hotel Portofino, un racconto per nulla arzigogolato su una pagina di storia moderna condita con un pizzico di retorica e con tanto perbenismo, due qualità che non entrano mai in collisione tra loro.

Ambientata in Italia, la serie è stata girata (nella sua prima e seconda stagione) tra le coste della Croazia. Solo alcune scene sono state ambientate effettivamente a Portofino. Gran parte delle riprese si sono svolte sulle coste croate, a Zagabria, nella zona di Istria, a Primorje-Gorski Kotar. Una serie inglese ma che parla italiano dato che sono presenti alcuni attori di spicco del nostro panorama: da Daniele Pecci (visto in Orgoglio e nel recente Cuori) a Rocco Fasano (famoso per il ruolo ricoperto in SKAM), fino a Lorenzo Richelmy (amato per aver interpretato il Marco Polo nello show di Netflix). Un concentrato di tante piccole cose, di storie comuni e di emozioni per un racconto da vedere e rivedere.

Uno sguardo a un’Italia che fu

Ci troviamo per l’esattezza nel 1926. Bella Ainsworth, figlia di un ricco industriale britannico, arriva in Italia con l’intenzione di gestisce un albergo, l’Hotel Portofino per l’appunto, in stile inglese sulla costa ligure che possa conservare il fascino della sua terra natale ma che si sposi con il gusto e il lifestyle italiano. L’Hotel Portofino è un albergo di lusso che ospita nobili inglesi, italiani e persone provenienti da tutto il mondo, regalando un’atmosfera calma, rilassante e un paesaggio da cartolina. Nonostante questo ci sono tante storie che prendono vita all’interno dell’hotel che, ovviamente, si riflettono sulla vita di Bella. Come il marito di Bella che pensa solo a sperperare il denaro della moglie mentre la figlia si occupa di tenere salda la famiglia. O come il bel Lucian, reduce di guerra, che è appassionato di pittura e che la madre vorrebbe vederlo sposato con Rose, la figlia di un suo vecchio amico (e amante). La Storia, quella vera, irrompe prepotentemente e Bella dovrà fare i conti con il vicesindaco della città che ha abbracciato la causa fascista tanto da creare diversi problemi alla giovane albergatrice, non apprezzando l’animo cosmopolita dell’albergo.

Storia e mito in un racconto sui buoni sentimenti

Non ci troviamo nell’ottica del revisionismo storico, anzi, nonostante qualche forzatura di troppo, Hotel Portofino regala non solo un’immagine bella e raggiante degli anni ’20, ma esplora con una certa veridicità il contesto storico dell’epoca, raccontando con un piglio deciso l’ascesa del fascino e la nascita della figura di Benito Mussolini. Qui la Storia non è invadente come si vuole far credere. Resta nell’ombra e muove i fili. Nella cornice si muovono i personaggi della vicenda che, con i loro timori, i sogni e desideri animano un racconto carico di emotività che non passa di certo inosservato. Come un vero e proprio romanzo storico modernista, la serie di Rai Uno prende i fatti realmente accaduti e costruisce un affresco vero e sincero degli anni ’20, raccontando di un’Italia che guarda alla modernità ma che è costretta ad affrontare lo spettro di un secondo conflitto mondiale che prende forma in un già complicato contesto sociale e politico.

Perché Hotel Portofino è una serie che funziona?

Non è di sicuro la serie migliore che possa arrivare in tv, questo è un dato di fatto. Vive all’ombra del ben più famoso Downton Abbey da cui trae ispirazione e, a volte, resta imbrigliato in uno schema narrativo poco efficace, eppure convince nella sua interezza. Piace perché il racconto è coinvolgente, affascinante, frivolo, di stile, e piace perché regala uno sguardo agli anni ’20 con tutti i suoi annessi e connessi senza mai perdere il suo punto fermo: stigmatizzare gli usi e costumi del periodo attraverso una storia di impatto che scorre con piacere.

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Fascino inglese e paesaggi italiani

Dicevamo, Hotel Portofino è una serie inglese ma che batte cuore italiano. Non solo per un cast nostrano. Con tutto il fascino di una narrazione degna di un romanzo storico dell’ottocento, con cui gli inglesi hanno trovato successo nel panorama dell’epoca, Hotel Portofino conserva tutto il meglio di una fiction italiana.

Trionfano i buoni sentimenti, trionfano l’amore, la gioia di vivere e trionfa la resilienza di una donna (e di un popolo stesso) che lotta a testa alta contro le avversità della vita.

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