Serialità

Risate amare e vita vera: Sono Lillo non è la serie tv che vi aspettavate

Dopo aver avuto tanto successo in LOL - Chi ride è fuori, ora Posaman diventa il protagonista di una serie Prime Video dal titolo Sono Lillo

Risate amare e vita vera: Sono Lillo non è la serie tv che vi aspettavate

Dopo essere stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, Sono Lillo è pronto a debuttare il 5 gennaio su Prime Video. La serie di Eros Puglielli è composta da otto episodi e prende il via dal personaggio che il comico e attore Lillo Petrolo ha presentato nella prima edizione dello show LOL - Chi ride è fuori.

Lillo Petrolo è un professionista con una grande carriera alle spalle, ma forse in pochissimi si sarebbero immaginati il successo nazionale che l'artista ha avuto dopo lo show comico di Prime Video, quando sullo schermo è apparso Posaman, un supereroe il cui potere consiste nel mettere in scena solo sei pose più o meno plastiche. Invece Lillo è stato il vero eroe di LOL - Chi ride è fuori, al punto da tornare come arma segreta nella seconda stagione e concorrente nello speciale di Natale. Il suo "So' Lillo!" è diventato un tormentone e Posaman un personaggio quasi in grado di rivaleggiare con gli eroi del Marvel Cinematic Universe.

Quando è stata annunciata la serie Sono Lillo la maggior parte degli spettatori si aspettava una serie esageratamente comica, basata tutta su gag piazzare secondo una linea narrativa più o meno logica, pensata soprattutto per far ridere utilizzando il tormentone dell'attore. Ma la serie scritta dallo stesso Lillo Petrolo insieme a Matteo Menduni e Tommaso Renzoni è molto diversa da quello che sarebbe stato lecito aspettarsi.

Una serie inaspettata

In realtà Sono Lillo è una serie che si presenta al pubblico con una scelta narrativa ben precisa e lontana dal voler semplicemente cavalcare l'onda del successo. La serie, infatti, segue la vita di un uomo alle prese con una vera e propria crisi d'identità. Il protagonista è infatti un uomo che non è riuscito a crescere del tutto, che insegue ancora il sogno della fama e che, per questo, rischia di perdere cose molto importanti della sua vita. Assistito da un manager tutt'altro che affidabile (Pietro Sermonti, che quest'anno è tornato anche a interpretare Stanis in Boris 4), Lillo è un protagonista che assiste a uno sdoppiamento di personalità che, per essere felice, deve mandare via proprio il protagonista che gli ha dato il successo inseguito per anni. In una miscela di realtà e di finzione, dove la serialità serve a enfatizzare gli aspetti della vita vera, Lillo Petrolo si trova a portare in scena l'immortale dicotomia tra persona e personaggio, tra reale e fittizio, tra ciò che è arte e ciò che è verità. Questo aspetto è molto interessante non solo perché fa parte della storia dell'intrattenimento fin dai tempi del teatro classico, ma perché rappresenta una sorta di colpo di scena nelle aspettive del pubblico, che si trova davanti a una serie ben diversa da quella immaginata.

Va però riconosciuto che Sono Lillo fa anche ridere. Ci sono delle scene in cui si ride e si ride molto. Il punto di forza sta proprio nell'aver scelto di non spingere l'acceleratore su questo aspetto, di non appiattirsi in un solo spettacolo comico, senza alcuno sforzo creativo dietro. Sono Lillo funziona perché fa ridere, ma fa ridere della vita stessa, dei paradossi a cui andiamo incontro nella quotidianità, di quelle piccole e grandi incoerenze che colpiscono ogni essere umano e che possono trasformarlo in un personaggio comico.

Il cast della serie, corredato da grandissimi nomi della tradizione comica e non solo, è poi la ciliegina sulla torta di una serie che non mancherà di intrattenere in modo onesto e intelligente.

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