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Femminista anti-MeToo: la lezione di Sandra Milo

L'attrice è stata un modello di emancipazione attraverso la propria vita, senza concessioni all'ideologia. In un'intervista bacchettò il femminismo di oggi: "Mi piace la donna libera che si batte per ragioni vere"

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Femminista lo era per davvero. Ma in modo positivo: senza infingimenti, senza sovrastrutture ideologiche. Sandra Milo è stata un modello di emancipazione attraverso la propria vita. Icona di libertà, l'attrice scomparsa oggi all'età di 90 anni ha sempre professato la propria femminilità senza cedere a quella retorica che ha ingabbiato le battaglie per i diritti delle donne all'interno di un paradigma politico. I quattro matrimoni, le relazioni segrete, le idee sull'amore e la forza di reagire alle molestie purtroppo subite erano il suo personale manifesto anticonformista, portato avanti senza ostentazioni di maniera.

E guai a insinuare che il suo fosse un femminismo annacquato. La popolare attrice convinse pure Pietro Nenni a cambiare la legge sul diritto familiare. Diversi anni più tardi, tuttavia, la "Sandrona" nazionale avrebbe preso le distanze dal neo-femminismo militante, riedizione del pensiero sessantottino più oltranzista e barricadero. "Ho sfilato con le ragazze, ci siamo tolte i reggiseni, i bustini, le guepières che portavamo. Tutto questo per compiacere il maschio alla fine", raccontò una volta, smontando il mito del femminismo duro e puro che identifica nel genere maschile una minaccia da combattere. E ancora: "Nelle lotte femminili di oggi non c'è più questo senso esaltante. C'è l'asprezza della lotta ma non c'è più la bellezza del credo vero".

Tra le prese di posizione più forti assunte dall'attrice negli ultimi anni, quelle contro il radicalismo giustizialista del movimento MeToo. "Non mi piace il fatto che si lamentino delle molestie sessuali: lo trovo un fatto avvilente proprio per la donna perché la donna è perfettamente in grado di difendersi e quindi deve difendersi e non deve fare la vittima magari dopo tanto tempo o dopo aver usufruito dei vantaggi che un rapporto del genere ti dà", affermò Sandra Milo nel corso di un'intervista. E poi: "Non mi piace, mi piace la donna libera che si batte per ragioni vere, che non ci sia niente di ambiguo, di equivoco. Non ci appartiene: sono cose più maschili che femminili".

Una lezione impartita dall'alto di una vita che purtroppo conobbe anche gli abissi del dolore. La stessa attrice, infatti, fu vittima di molestie e patì il turpe tormento di alcune relazioni violente. Nonostante ciò, non si fece mai interprete di un pensiero che demonizzava in modo generalizzato gli uomini, come invece fanno quanti sostengono di volersi battere contro il presunto patriarcato, senza riuscire però a eradicare le situazioni di prevaricazione. A 90 anni, Sandra Milo era la più moderna di tutte. Apprezzata anche per questo; per riuscire a rimanere se stessa, cioè un'icona d'altri tempi capace però di leggere il presente.

Solo un anno fa, poi, Sandra scardinò un altro totem del politicamente corretto dando ragione a Laura Chiatti, che disse: "L'uomo che lava i piatti proprio non è sexy". Mentre in molti si stracciavano le vesti, accusando l'interprete umbra di avere una visione retrograda, Milo commentò: "Ha ragione Laura Chiatti: l'uomo che lava i piatti proprio non è sexy, magari si presenta pure con le unghie unte e sporche, il che me lo rende meno maschio (...) Già gli uomini oggi non è che siano così maschi, poi fagli fare pure lavare i piatti… dopo di che o cambi i tuoi gusti o rinunci per sempre".

Mancherà sicuramente.

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