Sanremo 2022

Ecco la sorpresa Rkomi. "A Sanremo sarò in gara soltanto con me stesso"

Il disco "Taxi driver" è stato il più venduto del 2021: "Per me inizia un'altra corsa"

Ecco la sorpresa Rkomi. "A Sanremo sarò in gara soltanto con me stesso"

Pronti, via: inizia un'altra corsa. Milano Sanremo, destinazione Festival. Rkomi ne parla mentre attraversa la sua città a bordo di una Mustang nera e potente, identica a quella che è in copertina sul disco Taxi driver. «Sono fiero e orgoglioso di poterci andare» spiega adesso che sta preparando le valigie. «Ogni mia scelta è sempre naturale e anche a Sanremo arrivo con la stessa mentalità: ho sempre fatto tutto passo dopo passo e sarò in gara solo con me stesso cercando di essere credibile come ho sempre provato a fare».

In effetti è difficile dire che questo milanese 27enne non lo sia, credibile. Non è uscito da nessun talent show. Non sfrutta alcun volano social per mettersi in mostra a costo zero. Ha investito su se stesso e adesso è in gara con Insuperabile con tanto di chitarrone alla Personal Jesus dei Depeche Mode: «Quella canzone rappresenta ciò che vorrebbe essere Taxi Driver, ossia una rappresentazione di tanti generi musicali».

Da Corso Italia alla «circonvalla». Dal centro alla periferia, ossia il percorso inverso di questo ragazzo introverso che potrebbe essere uscito da un film di Pietro Germi negli anni Cinquanta. Gli occhi malinconici. La voglia di mettersi in gioco e di crescere. C'è molto neorealismo nella storia di Mirko detto Rkomi che oggi è il fenomeno musicale più luminoso del bigoncio. «Sono nato a Milano in piazzale Cuoco e per vent'anni non sono praticamente mai uscito da lì, salvo un viaggio in Francia con mio zio e le vacanze ad Albisola, dove ho conosciuto Tedua».

Non parla mai per caso, Rkomi. Pensa.

Riflette prima di rispondere.

«Ho capito subito che non seriva soltanto il talento ma bisognava costruire qualcosa passo dopo passo». Mentre la Mustang ingrana la quinta, Rkomi, che in realtà si chiama Mirko Martorana, parla della musica con la quale è cresciuto: «Il mio eroe musicale è Chris Cornell, poi ci sono Ozzy Osbourne, Iggy Pop, Primus, Morphine, David Byrne, Queens of the Stone Age, Jack White, Dave Gahan dei Depeche». Rock, molto rock. Ma non solo. «Per la serata delle cover, avevo pensato di interpretare un brano di Battisti oppure di Dalla, magari anche Fossati. Ma poi mi sono reso conto che non posso fare altro che Vasco, che non è un rapper ma rappa. Perciò ho scelto un medley di suoi brani tra i quali Fegato, fegato spappolato, che è attualissimo. Con me ci saranno i Calibro 35». Anche loro milanesi. Anche loro indefinibili.

Dopotutto Rkomi è come la Mustang che lo porta in giro in una gelida serata a Milano, passa da una zona all'altra, da uno stile all'altro conservando la propria identità da neorealista della musica italiana: ben legato alle tradizioni ma desideroso di andare oltre.

Ha iniziato come rapper duro e puro con i mixtape Keep Calm nel 2012, Quello che non fai tu e, l'anno successivo, Cugini Bella Vita fino al più conosciuto Calvairate Mixtape, poi cita Heidegger in Dasein Sollen e arriva al primo disco Io in terra, seguito da Dove gli occhi non arrivano, entrambi al primo posto in classifica. Nulla al confronto di Taxi driver, uscito ad aprile 2021 e diventato il più venduto dell'anno.

Ora Taxi driver uscirà con una versione extralarge, che comprende otto tracce dal 28 gennaio con i featuring di Dargen D'Amico (Maleducata), di Karakaz (Ho paura di te) e di Elodie (La coda del diavolo) che è già stato pubblicato in autunno e, tra l'altro, al momento è il più ricercato su Shazam. «Certo, è passato tanto tempo da quando frequentavo l'istituto alberghiero e sognavo la musica. A un certo punto, a diciassette anni e mezzo, ho smesso perché mi avevano offerto un posto in una trattoria di San Donato e io ho subito accettato perché volevo avere dei soldini a fine mese. Una scelta stupida», spiega lui quasi scusandosi. L'altro giorno, provando il brano con l'orchestra di Sanremo all'Ariston «sul palco mi sono venuti i brividi sentendo tutti i maestri che provavano i loro strumenti per iniziare il mio brano, un istante lunghissimo e per me indimenticabile».

Quando arriverà in scena per la gara, dovrà solo ingranare la prima e partire per un'altra corsa, senza pensare che è quella sognata da sempre.

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