Pillole reali

Così Meghan rischia di far "scoppiare" la Corona

La lettera al Congresso di Meghan e le sue telefonate alle senatrici americane non sono che gli ultimi esempi di una lunga serie di trasgressioni alla regola aurea dei Windsor sulla neutralità politica

Così Meghan rischia di far "scoppiare" la Corona

Uno dei rimproveri che la stampa muove a Harry e Meghan Markle è di usare i loro titoli e il background royal che tanto hanno criticato per costruirsi una carriera negli Stati Uniti. Pare, infatti, che la regina Elisabetta non abbia intenzione di privarli del ducato di Sussex, forse per evitare ulteriori attriti famigliari. Per la verità i Sussex avrebbero iniziato a trasgredire la regola della neutralità già quando vivevano a corte. Da quando si sono trasferiti in California, però, le loro intromissioni politiche sembrano sempre più mirate, al limite dell’incidente diplomatico. Un atteggiamento pericoloso che, oltre a creare imbarazzo nella royal family, potrebbe minare la loro credibilità internazionale, rendendo vani i loro sforzi nelle battaglie umanitarie.

L’incontro mancato

La prima volta in cui Harry e Meghan hanno violato il protocollo in merito alla neutralità politica, dimostrando già una certa insofferenza alle regole di corte, risale al giugno 2019. La coppia faceva ancora parte della royal family e in quei giorni Buckingham Palace stava preparando la visita di Stato di Donald Trump a Londra, che si sarebbe svolta dal 3 al 5 giugno 2019. Harry e Meghan fecero sapere che non avrebbero incontrato il Capo di Stato americano durante il pranzo ufficiale a Palazzo. Ufficialmente i Sussex volevano stare vicino al loro primogenito, Archie, nato il 6 maggio 2019. Per i giornali, invece, si trattava solo di una pallida scusa dietro alla quale si nascondeva Meghan, da sempre molto critica nei confronti di Trump. Nel 2016, quando ancora non era la duchessa di Sussex, la Markle appoggiò apertamente la campagna presidenziale di Hillary Clinton, definendo Trump “misogino” e “controverso”.

Il caso “Vogue”

Nel settembre 2019 Meghan Markle divenne editor per un mese della rivista Vogue Uk. Era la prima in 103 anni di storia del magazine che un royal “dirigeva” un magazine. La duchessa di Sussex decise di dedicare la copertina a quelle che definì “Forces of Change”, ovvero 15 donne, tra cui Salma Hayek, Jane Fonda e Greta Thunberg, che con la loro tenacia starebbero cambiando il mondo. Nella pagina Instagram dei duchi, ormai chiusa, Meghan disse di aver scelto personalità "che alzano l’asticella per l’uguaglianza, la gentilezza, la giustizia, l’apertura mentale”. I tabloid, però, sospettarono che la selezione dei personaggi fosse dettata anche dal loro orientamento politico. Molte delle donne apparse in copertina, infatti, avrebbero idee di sinistra. Per questo il lavoro di Meghan venne interpretato come un’infrazione alla neutralità della royal family, aggravata dal fatto che nel 2019 la Markle vivesse ancora a corte.

Sussex vs Trump

A settembre 2020, dopo la Megxit, Harry e Meghan si sono intromessi nella campagna presidenziale americana che opponeva Joe Biden a Donald Trump. Il Time aveva appena eletto i Sussex tra le personalità più influenti del mondo e, durante il discorso di ringraziamento sulla Abc, Harry ha dichiarato: “È fondamentale rifiutare l’incitamento all’odio, la disinformazione e la negatività online. Ciò a cui siamo esposti e ciò con cui ci impegniamo online ha un effetto reale su di noi”. Meghan, invece, ha precisato che quelle elezioni erano “le più importanti della nostra vita”. I duchi non hanno citato i candidati, ma la loro opinione era evidente, tanto da spingere a intervenire perfino Buckingham Palace: “Il duca non è un membro attivo della famiglia reale e qualunque commento faccia è a titolo personale”. Anche il portavoce dei duchi ha cercato di gettare acqua sul fuoco: “Harry non stava parlando di un candidato o di un partito, ma del tono del dibattito, specie online”. L’opinione pubblica, però, si è fatta sentire. Un utente di Twitter ha detto: “Perché un principe britannico e sua moglie sono coinvolti in un’elezione negli Stati Uniti? Cosa c’entrano? Non abbiamo combattuto una guerra per porre fine alle interferenze della monarchia britannica?”.

Meghan e il diritto di voto

Meghan Markle è stato il primo esponente della royal family britannica a votare. È accaduto alle presidenziali americane del 2020. La duchessa è riuscita a violare anche l’ultimo tabù relativo alla neutralità sfruttando la sua condizione peculiare di cittadina americana e, nello stesso tempo, reale inglese che ha abbandonato la corte. In un’intervista a "The 19th", nell’agosto 2020, Meghan ha mandato in frantumi l’imparzialità politica dichiarando: “Votare è così incredibilmente importante. Le persone non ricordano quanto sia stato difficile ottenere il diritto di voto…ma guardo mio marito, per esempio. Non ha mai potuto votare. Il diritto di voto, però, non è un privilegio è un diritto in sé e per sé”. Un dardo avvelenato dritto al cuore dei Windsor.

La lettera al Congresso americano

Alla fine di ottobre 2021 Meghan Markle ha inviato una lettera a Chuck Schumer, capo dem del Senato e alla presidente della Camera Nancy Pelosi per sollecitare l’approvazione del congedo parentale retribuito: “Io e Harry, come tutti i genitori, siamo stati felicissimi di accogliere dei bambini. Come molti genitori ci siamo trovati sopraffatti dalle tante attenzioni necessarie…Come molti meno genitori, invece, non ci siamo dovuti confrontare con la dura realtà. Al giorno d’oggi in troppi devono scegliere se essere presenti in famiglia e fare quindi il bene del figlio, oppure andare a lavoro, perché altrimenti non hanno retribuzione. Nessuno dovrebbe trovarsi in una posizione simile”. La lettera è stata definita “stucchevole” dai giornali, anche per il riferimento della duchessa alla sua infanzia povera. Inoltre sembra che la discussione al Congresso non sia sull’approvazione del congedo, bensì sulla sua durata. A causa di Meghan, però, Stati Uniti e Regno Unito hanno rischiato l’incidente diplomatico.

Ingerenza politica

La battaglia di Meghan sul congedo parentale retribuito non si è fermata alle parole. All’inizio di novembre 2021 avrebbe contattato le senatrici repubblicane Susan Collins (Stato del Maine) e Shelley Moore Capito (Stato della Virginia occidentale) sui loro numeri privati. Le due senatrici avrebbero definito “scioccanti” le telefonate, soprattutto perché Meghan Markle si sarebbe presentata come “la duchessa di Sussex”. Se con la lettera al Congresso si era solo sfiorato l’incidente diplomatico, ora questo diviene una possibilità più concreta. La senatrice Collins ha parlato di una situazione “ridicola”, perché Meghan “è nata a Los Angeles e usa il suo titolo britannico per fare pressioni sui senatori degli Stati Uniti dopo aver lasciato la royal family nel 2020”.

I giornali hanno etichettato il gesto di Meghan come “un’ingerenza politica”, mentre Colin Brazier di Gb News ha twittato: “Se chiami qualcuno all’improvviso, dovresti impressionarlo con la forza dei tuoi argomenti, non sfruttando il titolo reale di un’istituzione che tu e tuo marito avete fatto così tanto per minare”. Fino a dove vuole spingersi Meghan Markle?

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