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Mormoni e omicidi: sbarca in streaming la serie crime "In nome del cielo"

Da un saggio critico molto controverso, arriva in streaming su Disney+ una serie evento con cast di grandi stelle che racconta le frange più estreme del mormonismo in una storia crime di grande impatto

Mormoni e omicidi: sbarca in streaming la serie crime "In nome del cielo"

Sarebbe dovuta arrivare in streaming e sulla piattaforma di Disney+ lo scorso 27 luglio, dopo il passaggio in tv sulle frequenze della rete americana a pagamento di F/X. Poi il cambio di programma. Sul finire del mese di agosto e di questa lunga estate caldissima, In nome del cielo arriva (finalmente) anche in Italia. I 7 episodi di questa miniserie evento, che è già diventata un fenomeno della rete, arrivano nel nostro paese dal 31 agosto. Creata e prodotta da Dustin Lance Black, sceneggiatore molto ambito negli States, che ha lavorato al biopic su Harvey Milk e che ha portato in tv le storie sui moti di Stonewall, si cimenta in una storia molto complessa e dalle mille sfaccettature, in cui un intricato omicidio che ha sconvolto il piccolo sobborgo di Salt Lake Valley nello Utah, si unisce alla disanima accurata di quello che accade all’interno della famiglia Lafferty. Mormoni praticanti, sono al centro di un mistero che ha radici ben profonde all’interno della religione cristiana.

Andrew Garfiled, celebre per aver preso parte ai due film di The Amazing Spiderman e di recente al musical Tick, Tick, Boom (disponibile su Netflix), ora è il protagonista assoluto (insieme a un cast di volti noti del piccolo e del grande schermo) di un dramma che unisce fede, misticismo religioso alla pura indagine poliziesca. Una serie che è unica nel suo genere, almeno nei temi trattati, che apre una parentesi sulla religione "moderna", scoperchiando un vaso fatto di segreti e misteri.

L’omicidio brutale

La vita di Jeb Pyre non è più la stessa dopo che si trova a indagare sulla morte di Brenda Wright e di sua figlia, avvenuta in un piccolo sobborgo dello Utah, abitato prettamente da mormoni. Anche il giovane detective con moglie e due figlie è di fede mormone, ma cerca di convincere in un mondo e in una realtà che non vede di buon occhio i seguaci di Joseph Smith, fondatore del credo religioso. Arrivato sulla scena del crimine, Jeb resta sconvolto dalla brutalità dell’omicidio. Le indagini portano subito all’arresto di un uomo, il marito di Brenda, trovato in stato confusionale e con gli abiti sporchi di sangue. Il giovane è uno dei Lafferty e, pur di proclamarsi innocente, comincia a raccontare dettagli scabrosi e scottanti sulla sua famiglia, rivelando di far parte della Chiesa Fondamentalista di Gesù dei Santi degli ultimi giorni, frangia estremista dei mormoni. E proprio per questo motivo Brenda sarebbe stata uccisa. Preso alla sprovvista dalle rivelazioni, Jeb comincia a dubitare del suo credo religioso, mettendo in discussione persino la sua fede.

Una serie a-temporale

Calata in contesto sociale e politico ben definito, In nome del cielo convince non sono per storia di ottima fattura con tanti (forse troppi) spunti riflessione, ma piace perché è una serie che è avulsa dai soliti clichè di un crime. Sì, c’è un caso di omicidio che, episodio dopo episodio, regala molti colpi di scena ma non è tutto. Convince perché è una serie a-temporale, anche se è ambientata nel 1984. È un drama così acceso, così intenso e così carico di emozioni che non si fa caso al limite spazio-tempo dove si muove la vicenda. Gli anni ’80 esplodono con i loro colori, gli eccessi e i gli usi e costumi più particolari, e si ode anche un acceso scontro nei riguardi dell’amministrazione Reagan, ma se non fosse per questo, nessuno avrebbe fatto caso al dettaglio. In nome del cielo è una storia che va ben oltre il mero racconto di un’epoca lontana, ma si pone l’obbiettivo di scandagliare tutte le vie della fede.

Un uomo di legge contro la sua religione

Ovviamente, la perla della serie tv è il suo iconico protagonista. Andrew Garfield, in completo stato di grazia, si cala alla perfezione nel ruolo di un uomo di fede e di legge messo di fronte a una scelta che potrebbe cambiare – per sempre – tutta la sua intera esistenza. L’omicidio di Brenda ha portato con sé molte conseguenze nella vita di Jeb. Il detective, che ha sempre creduto in un dio buono e magnanimo, attraverso le rivelazioni del colpevole (presunto fino a prova contraria) scopre che la sua fede non è poi così tanto pura e cristallina come aveva creduto. Vacilla pericolosamente e, nella discesa negli abissi della commiserazione, porta con sé sua moglie e le figlie per un viaggio di non ritorno.

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Da una storia vera, un saggio molto controverso

Come avviene molto spesso, anche In nome del cielo è un adattamento di un libro di successo. Pubblicato in America nel 2003 con il titolo di Under the Banner of Haven, Italia è disponibile tra i bestseller di Mondadori. È scritto da Jon Krauserm, autore originario di Brooklyn, che nella sua carriera è conosciuto prettamente per saggi critici e i libri dedicati all’alpinismo. È nel 2003, quando diventa un giornalista investigativo, che la sua carriera compie un balzo in avanti. Con la pubblicazione di In nome del cielo, l’autore per la prima volta affonda le mani nella tradizione più conservatrice della religione americana. Infatti, il libro esamina gli estremismi del credo religioso, in particolare i rami fondamentalismo mormone. Nello specifico, Krakauer analizza la pratica della poligamia tra i rami più estremi della religione, e li colloca in un contesto moderno. Gran parte del libro si sofferma sui fratelli Lafferty, - che sono realmente esistiti - che commisero un omicidio in nome della loro fede fondamentalista. Alla sua prima pubblicazione, il saggio non è stato accolto molto bene. Poi è diventato una sorta di materiale di studio per comprendere la fede dei mormoni.

L’ex Spiderman in un ruolo "crepuscolare"

Non è alla sua prima apparizione televisiva, ma di certo il buon Andrew Garfield è al suo primo ruolo importante in una fiction assai interessante che sicuramente sarà sulla bocca di tutti. L’attore che è stato visto in diversi film in ruoli sempre diversi, come per l’appunto quello di Spiderman o nel biopic Gli occhi di Tammy Faye, qui interpreta un uomo di fede in conflitto con se stesso. Un ruolo complesso per Garfield ma, nonostante le difficoltà, riesce a compiere egregiamente il suo lavoro. Non è solo un uomo di fede che mette in discussione il suo credo, ma è anche un uomo di legge che trova molte difficoltà nel seguire un mondo che cambia troppo velocemente.

I mormoni e le frange più estremiste

Il mormonismo è una religione che è stata fondata nel 1842 da Joseph Smith, il quale ha affermato di aver ricevuto per rivelazione il Libro di Mormon e, dai suoi fedeli, è considerato un vero e proprio profeta. Una religione che è di natura cristiana ma che si discosta di molto dai prismi più particolari e, ancora oggi, non è vista di buon occhio tanto è vero che i mormoni sono soliti vivere in comunità isolate e professando tra di loro il credo. Come ogni cosa, anche il mormonismo ha il suo lato oscuro, che è diventato fonte d’ispirazione per la serie tv. Alla morte di Smith, i suoi fedeli hanno creato la Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni che, all’inizio, ha contato più di 15mila fedeli. Rivendica anche lui il cristianesimo ma si differenzia per i suoi insegnamenti (ancora più estremi rispetto ai mormoni). I fedeli leggono la Bibbia oltre al Libro di Mormon, ma non credono in una differenza tra il Padre e lo Spirito Santo. Anzi, per loro sono uniti in armonia.

Perché vedere In nome del cielo?

Dicevamo che è una serie atipica. Non è un crime purissimo, dato che si sofferma maggiormente sul binomio fede e misticismo religioso, ma piacerà lo stesso a chi vive di soli drammi polizieschi. Convince per una prova di recitazione di alto profilo, non solo da parte di Andrew Garfield, ma convince soprattutto per una narrazione tesa e a tratti evocativa capace di colpire il cuore del pubblico.

Non è una serie da binge watching, ma merita di essere vista per quel racconto in bilico tra realtà e follia.

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