Cultura e Spettacoli

Un giallo radioattivo nella Sicilia del Ventennio

Forte e Vizzini in "L'uranio di Mussolini" mischiano bene la Storia e il thriller

Un giallo radioattivo nella Sicilia del Ventennio

Cave di Spaccaforno tra Ragusa e Siracusa, anno 1934. Viene ritrovato un corpo martoriato. È quello di Vittorio Borgia, reduce della grande guerra e milite fascista.

La polizia di Ragusa mette al lavoro sul caso il commissario Vincenzo Ibla. O meglio, il questore Ettore Rubino lo incarica di dirottare l'indagine verso Siracusa: il morto è stato trovato, con i resti della sua motocicletta, proprio al confine tra le due «giurisdizioni». Ma il fumantino e scaltro Ibla invece fa di tutto per prendere in carico l'inchiesta. Vittorio Borgia è stato un suo commilitone e per un uomo che continua a sognare l'altipiano del Carso i compagni non si lasciano invendicati. Ma gli echi della morte di Borgia arrivano ben più lontano, sino alla scrivania dell'uomo più potente d'Italia: Benito Mussolini.

Il Duce, assieme a Enrico Fermi, sta cercando di produrre un'arma segreta e nel complesso piano per realizzarla è coinvolto anche il milite assassinato. Non era per diletto che girava per la campagna siciliana... E così da Milano viene mandato in Sicilia ad indagare anche un agente del Sim (Servizio informazioni militare), fissato con la fisiognomica ma molto abile: Franco Durante.

Inizia così il thriller storico scritto a due mani da Franco Forte e Vincenzo Vizzini: L'uranio di Mussolini (Mondadori, pagg. 512, euro 21). Dopo, il romanzo conduce il lettore nel cuore della Sicilia degli anni Trenta, dove niente è come sembra e dove si mescolano, traffico di droga, concessioni petrolifere, delinquenza comune, omicidi per lavare nel sangue il proprio onore e misteri che portano alle miniere d'uranio del Ciad o nei sotterranei del Secolo d'Italia a Milano...

Svelare di più, sarebbe fare un torto al lettore. Basti dire che Forte e Vizzini imbastiscono una trama dove storia e fantasia si intrecciano alla perfezione e fanno capolino tra i comprimari e le «comparse», Italo Balbo, Vitaliano Brancati, Indro Montanelli e altri nomi noti del Ventennio...

Il risultato è una sciarada, molto complessa ma in cui tutto torna, che diverte il lettore, e gioca con un periodo della nostra Storia senza raccontarlo per triti stereotipi. Soprattutto ci sono due protagonisti ben riusciti, Ibla e Durante.

Che il lettore non dimenticherà facilmente.

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