Il western, che ha segnato più di un'epoca nello storia del grande schermo, è andato pian piano in disuso. Lo si considera un genere ormai non più di moda. Il cinema oggi è roba da adolescenti e quindi impazzano gli sci-fi, gli horror sempre uguali, le commedie demenziali che non fanno ridere, i supereroi dalle trame imbarazzanti, le storielle sentimentali fatte con la fotocopiatrice. Non che la fetta del pubblico adulto non venga considerata, ma si preferisce puntare ai thriller, ai film drammatici (ultimamente, legati alle guerre, qualunque siano), a qualche commediola leggera. Di lungometraggi western, poco o nulla. Già solo per questo motivo, Notizie dal mondo andrebbe trattato come si fa con le rarità: in punta di dita, per paura di non rovinarlo. Non ce ne sarebbe in realtà bisogno, perché quello interpretato magnificamente da Tom Hanks (alla sua prima esperienza nel genere) è un gran bel film. Atipico, certo, e tremendamente attuale in molti temi, toccati anche trasversalmente. Siamo nel 1870 e in un Texas che si stava ancora leccando le ferite dopo la sconfitta nella Guerra civile, viaggia Jefferson Kyle Kidd (Hanks), ex capitano dell'esercito confederato. Per sbarcare il lunario l'uomo gira, di città in città, per leggere, in assemblee di solito molto affollate e con pubblico pagante, le notizie contenute nei giornali americani. Un giorno, mentre si sta recando verso una nuova destinazione, trova una bambina di origine tedesca, Johanna/Cicada (che brava Helena Zengel), vestita, però, come un'indiana, unica sopravvissuta all'attacco di una carovana. L'uomo vorrebbe consegnarla all'esercito, ma sarà costretto ad accompagnarla dagli unici parenti vivi, gli zii che vivono nel nord del Texas. Il viaggio, in un territorio pericoloso e ancora razzista, sarà ricco di insidie.
L'importanza di informarsi, la ricerca smarrita di una identità nazionale, il valore delle persone comuni spesso superiore a quello dei leader; il western misurato, diretto senza fronzoli da Paul Greengrass, parla a nuora perché suocera intenda. Ovvero, è ambientato nel passato, ma si rivolge agli Usa di ora, quelli trumpiani che, però, hanno ceduto il passo a Biden. Bello e anacronistico.
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