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I Maneskin no ma Jova sì: quando anche il contagio è ideologico

Per l'aumento dei contagi è stato chiesto di fermare il concerto dei Maneskin ma non quelli di Jovanotti: anche il Covid, in Italia, è selettivo

I Maneskin no ma Jova sì: quando anche il contagio è ideologico

Che i contagi in Italia siano in aumento è un dato di fatto. Che lo siano a causa di eventi selettivi no, non lo è. Nei giorni scorsi si è sollevata la polemica per il concerto dei Maneskin a Roma, un evento straordinario che ha portato 70mila persone al Circo Massimo, ma non per i concerti del Jova beach party. Sembra che nel nostro Paese il virus sia più o meno contagioso a seconda dell'evento o, meglio, che sia più o meno contagioso a seconda di chi lo organizza.

Sì, perché le immagini che arrivano dalle spiagge dei concerti di Jovanotti non sono molto diverse rispetto a quelle del Circo Massimo, che a loro volta non sono state diverse rispetto a quelle del concerto Love-Mi di Fedez o dei concerti di Vasco Rossi o di tutti gli altri che, nelle ultime settimane, si sono esibiti negli stadi e nelle arene davanti a migliaia di persone. Quindi, perché per i Maneskin i medici hanno raccomandato di fermare il concerto?

Qualcuno potrebbe obiettare che il Love-Mi di Fedez e quelli di Vasco si sono svolti nei giorni precedenti all'esplosione dei contagi e che ora si cerchi di mettere un freno. Vero. Ma sabato 9 luglio, mentre i Maneskin si preparavano nei camerini a Roma, a Marina di Ravenna era già in corso il concerto di Jovanotti. E se ne terrà un altro mercoledì 13 ad Aosta e un altro ancora domenica ad Albenga e così via. Ma, chissà perché, le decine di migliaia di partecipanti degli eventi di Jovanotti non contagiano quanto quelle dei Maneskin.

Alzare l'asticella della precauzione per evitare nuove pressioni sugli ospedali ha senso ma non può, e non deve, essere una questione ideologica. E poi, sembra che l'Italia e i suoi soloni dell'ideologia cadano sempre nello stesso errore, se di errore vogliamo parlare. A essere investiti dal ruolo di "cattivi" in ogni nuova ondata di contagi sono comunque sempre i giovani e, ad analizzare la polemica sul concerto dei Maneskin, non si fa eccezione nemmeno stavolta. Jova è un eroe musicale per la generazione dei 40enni, è quello figo che dice sempre le cose giuste nel modo giusto, l'idolo dei buonisti che una volta erano ragazzi. L'età media del pubblico dei Maneskin è 20 anni e, come accade da ormai due anni, è contro di loro che si punta il dito. Dopo due anni di stop, dopo due anni di musica "spenta", c'è ancora chi ha da ridire.

Non cambieremo mai.

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