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Khaby Lame diventa un fumetto: "Resto coi piedi per terra anche con 70 milioni di follower"

70 milioni di follower e ancora tanti desideri da realizzare, soprattutto uno che riguarda Will Smith. Così Khaby Lame, l'influencer italiano più seguito al mondo si racconta

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Se siete boomers, forse il nome Khaby Lame vi dirà poco. Ma basta scorrere il vostro telefono per trovare sicuramente una delle tante scenette di cui è protagonista, dove con la sua faccia da cartone animato, riesce a semplificare ogni azione all’apparenza complicata. D’altronde difficile rimanere indifferenti a quasi 70 milioni di follower, quelli che Khaby ha soltanto sul suo profilo Instagram. Una storia pazzesca quella di questo 22enne, che da muratore è diventato uno degli influencer più importanti e conosciuti al mondo, chiamato addirittura da Mark Zuckerberg, sì, proprio mr. Facebook, per lanciare Meta.

Ora è uscito il suo primo libro Super easy (Mondadori) realizzato con Pietro Zemello e Giulio D’Antona, che al contrario di quello che si potrebbe pensare, non è la classica biografia che racconta la storia di un successo, bensì un fumetto. Proprio da qui partiamo con la nostra intervista "faccia a faccia" in collegamento su Zoom.

La prima cosa che ho pensato quando ho saputo dell’uscita del suo libro è che fosse una biografia. Lei ha la storia perfetta che parla di rivincita e successo. Perché invece proprio un fumetto?

“Volevo farlo in modo semplice immediato. Sono un grande appassionato di manga e mi piaceva l’idea di realizzare un fumetto, visto che ho questa grande passione”.

Nel libro lei è un supereroe, e come diceva Spiderman, a grandi poteri corrispondono grandi responsabilità. Lei si sente questa responsabilità o questa è una sciocchezza raccontata dall’Uomo Ragno?

“Le responsabilità ci sono sempre, soprattutto nel mio lavoro, ed avendo un grande seguito. Tra i miei follower ci sono tanti ragazzini e io ho il dovere di fare le cose nel modo giusto, senza offendere nessuno. Devo essere consapevole di avere queste responsabilità. Quindi confermo la teoria di Spiederman”.

Nel fumetto lei combatte con questo cattivo, Mr. Dominio. Nella vita reale le è successo di scontrarsi con qualcuno, magari non necessariamente una persona, ma un certo modo di pensare che l’ha fatta star male?

“Ce lo abbiamo tutti. Si chiama “affrontare la vita” con le sue cose positive e negative. Alla fine quello è il super cattivo, riuscire continuare a fare quello che ci piace, senza farci influenzare da quello che dice la gente. Bisogna cercare in tutti i modi di realizzare quello che si desidera”.

Aveva più problemi prima o adesso che è famoso?

“Sicuramente prima. Per mantenere la mia famiglia, come molti facevo due lavori. Il cameriere la sera e il muratore durante il giorno. Anche ora non è che la vita vada liscia, ma quelli che ho attualmente non li considero problemi. Sono felice del lavoro che faccio, sono contento di fare le interviste come in questo momento, e anche del libro che è uscito. Sono sempre molto impegnato, a volte è faticoso e ci vuole tanto lavoro, ma è una cosa che faccio con piacere”.

Quali soddisfazioni è riuscito a togliersi? Magari qualche sassolino nella scarpa?

“Non ho mai avuto il desiderio di comprarmi chissachè. Sinceramente ho sempre pensato alla mia famiglia. Ad esempio ho aiutato i miei genitori ad acquistare una casa”.

Forse perché io stessa sono una boomer, ma la parola influencer mi porta a pensare a tre cose: muscoli in bella mostra, prodotti di bellezza e foto sexy. Usando invece l’ingegno lei ha sbaragliato tutti. Secondo lei è quella la strategia vincente?

“Credo che l’ingegno e il cervello vadano soprattutto usati per perseverare, anche quando qualcuno ti critica. Io voglio fare l’attore e arriva l’amico di turno che dice di lasciar stare, e magari trovarmi un lavoro “vero”. La maggior parte della gente si ferma lì. Quindi secondo me, oltre ad avere il cervello, devi avere la capacità di dire no, io non ascolto quelli che dicono che non ce la farò mai. Mi sono sempre posto degli obiettivi, e cerco sempre di superarli. È vero che nella mia biografia vengo definito un influencer, ma io non mi definisco così. Più che altro sono un comico, un aspirante attore che vuole trasmettere allegria alle persone tramite i social”.

Mi sembra molto deciso...

“Non ho mai ascoltato nessuno. La maggior parte delle persone mi diceva di lasciar stare TikTok, invece a me è sempre piaciuto tanto. Non ho iniziato a farlo con l’obiettivo di avere fama o soldi, ma perché amavo far ridere la gente, e soprattutto divertirmi”.

Anche suo papà le consigliava di lascia stare, l’essere diventato così famoso è stata una rivincita?

“Il suo appoggio in realtà l’ho sempre avuto, ma purtroppo mancavano i soldi. Ora è molto orgoglioso di me. Alla fine mi ha sempre aiutato. Lui lavorava e mi supportava, io lavoravo e supportavo la mia famiglia. Tra di noi c’e sempre stato uno scambio”.

Come ha conosciuto Pietro Zemello e Giulio D’Antona?

"Avevo già in mente di fare un libro, ma pensavo fosse troppo presto. Un fumetto era una cosa diversa. Con Pietro e Giulio è nato tutto molto naturalmente. Ci siamo incontrati e io gli ho esposto la mia idea. Gli ho raccontato la mia passione per i manga e che mi sarebbe piaciuto diventare io stesso un fumetto. Ho raccontato la mia vita davanti ad un caffè e mi sono subito sentito compreso, come fossi in famiglia”.

Lei che è così positivo, che rapporto ha con gli haters?

“Sono contento dei miei haters, per me sono i follower numero uno. Chi ti segue più di loro? Alla fine ci sono sempre. Appena esce un video sono i primi a commentare, è vero che lo fanno in negativo, ma chi è presente più di loro?”

Ora che ha raggiunto un successo planetario tutti vogliono interagire con lei. C’è stata al contrario, una persona che lei voleva tanto conoscere?

“Del Piero. Quando l’ho incontrato sono rimasto sotto choc. Ho sempre guardato le sue partite e per me è una leggenda. Conoscerlo per me è stato qualcosa di unico. Oltre a lui ho incontrato anche altri calciatori, Paolo Dybala, Álvaro Morata, persone che ho sempre avuto nel cuore”.

C’è invece una rockstar o una star del cinema che le piacerebbe incontrare?

“Non solo incontrarlo, ma anche lavorarci insieme. Sono proprio determinato a fare un film con Will Smith che amo alla follia fin da quando ero piccolo”.

Sembra un traguardo raggiungibile paragonandolo al fatto che è stato contattato da Mark Zuckerberg...

“Già quando ha commentato un mio post sono rimasto senza parole, e mi chiedevo perché lo avesse fatto. Poi quando addirittura mi ha chiesto di lanciare il Metaverso sono rimasto a bocca aperta. È una persona che rispetto molto, nella vita ha fatto di tutto partendo da niente. Incontrarlo è stato un vero onore".

Si è abituato al successo oppure ancora fatica un po’?

“Più che altro è successo tutto molto in fretta, ma rimango sempre con i piedi per terra”.

Ci riesce davvero con quasi 70 milioni di persone che la seguono?

“Assoluamente”.

Ora che lei in teoria potrebbe avere tutto quello che vuole, c’è ancora qualcosa che desidera?

“Îl mio desiderio più grande, che ho fin da bambino, è quello di recitare”

Ancora non glielo hanno proposto?

"In realtà sì, ma ci sono tante cose che sto facendo questo periodo, e poi non voglio fare le cose affrettate. Bisogna studiare e prepararsi, anche se si è conosciuti. Inoltre sto imparando bene l’inglese”.

Quindi vorrebbe andare all’estero a fare l’attore?

“Più che altro mi piacerebbe portare l’Italia in America”.

SUPER EASY

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