Cultura e Spettacoli

Finire in carcere da innocente per capire cosa si prova

The next three days è il film con Russell Crowe che riflette sulla giustizia, ma soprattutto sui quesiti morali. Per questo film la protagonista è finita dietro le sbarre

The next three days, così la protagonista è finita in carcere da innocente

The next three days - pellicola che andrà in onda questa sera alle 21.25 su Rete 4 - è il film del 2010 diretto da Paul Haggis, remake di Pour Elle, pellicola francese del 2008 con Vincent Lindon e Diane Kruger.

The next three days, la trama

John Brennan (Russel Crowe) è un professore tranquillo, con una vita tutto sommato serena e felice. Uno status quo che cambia bruscamente quando, una mattina, sua moglie Lara (Elizabeth Banks) viene arrestata e condotta via dalla polizia, che la accusa di un omicidio che la donna giura di non aver commesso. A perdere la vita è stato il capo di Lara, con il quale Lara aveva litigato in modo piuttosto acceso. La donna, inoltre, è stata vista lasciare il luogo del delitto e, cosa assai più grave, sembrerebbe che le sue impronte siano state trovate sull'arma del delitto.

John cerca in tutti i modi per far uscire sua moglie dal carcere: ma dopo tre anni la donna si vede rifiutare l'appello dalla Corte Suprema e tenta il suicidio, convinta di non poter passare altro tempo in prigione. A quel punto John, che non vuole che suo figlio Luke (Ty Simpkins) cresca orfano, decide di prendere in mano la situazione e organizzare l'evasione della moglie.


Così Elizabeth Banks andò veramente in prigione

Come si può leggere in un'intervista di Paul Haggis riportata da Coming Soon, il vero tema di The next three days non è la giustizia e la sua inefficacia. La lente del regista, al contrario, si concentra più sull'idea di moralità, sulla sospensione di giudizio tra ciò che è bene e ciò che è male. Il regista ha detto: "I film migliori sono quelli su un test della tua moralità. Non commetti un crimine o ti trasformi in un criminale senza pagare un prezzo. Quel prezzo può essere perdere tua moglie o tuo figlio, oppure perdere chi sei. In questo film non sai bene quello che lui perderà, ma sai che perderà qualcosa". Proprio perché non si tratta di un classico film sulla giustizia e la criminalità, Russell Crowe ha accettato di fare il film, anche se era a ridosso della fine delle riprese di Robin Hood, pellicola che ha messo l'attore a dura prova.

In un'intervista con Trailer Addict Russell Crowe ha spiegato:"Sentivo il personaggio crescere, scena dopo scena. Sentivo le domande nella sua testa. Soprattutto per quanto riguarda il concetto di base: per qualcuno che ami ti trasformeresti mai in qualcuno che lei non amerebbe mai?" Poi ha continuato:"Il dibattito è: cos'è legale? Cosa non lo è? Qual è la vera giustizia?" Un concetto, quello di legale o meno, che ha interessato anche l'attrice protagonista, Elizabeth Banks.

Come riportato dal sito dell'Internet Movie Data Base, per la donna era importante riuscire a immedesimarsi il più possibile nel personaggio che era chiamata a interpretare sul grande schermo. Per questo Elizabeth Banks passò moltissimo tempo conversando sia con prigionieri sia con le guardie, anche per comprendere meglio l'"atmosfera" che esiste dentro una prigione. Non soddisfatta del risultato, chiese e ottenne di essere incarcerata, proprio per sentire sulla propria pelle il peso della reclusione, soprattutto da innocente. Sempre IMDB riporta che l'intento di Elizabeth Banks era quello di rimanere in prigione per tutto il tempo in cui avrebbe tollerato di stare dietro le sbarre.

Peccato che il tempo massimo raggiunto fu di appena cinque minuti.

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