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Relazioni extraconiugali, abuso di farmaci e la notte d’amore con Cher. Tutte le "verità" su Elvis

Dal regista del Grande Gatsby e Moulin Rouge, al cinema rivive il mito di Elvis in un biopic di grande fascino. Ma chi era l'uomo dietro l'artista? Ecco le curiosità e i gossip sul rocker

Relazioni extraconiugali, abuso di farmaci e la notte d’amore con Cher. Tutte le "verità" su Elvis

Patinato, frenetico, profondo, brillante, fuori dagli schemi. Così si potrebbe descrivere il nuovo film di Buz Luhrmann che, dopo i fasti Moulin Rouge e Il Grande Gasby, porta sullo schermo un biopic – rivisitato – sulla vita di Elvis Presley, interpretato da convincente Austin Butler conosciuto per le serie su Shannara e The Carrie Diaries. Il divo della musica rock che ha fatto impazzire le donne di tutto il mondo rivive in una rappresentazione di rara bellezza dove, alle imprese artistiche e musicali, il regista fotografa l’immagine di Elvis con un tratto fermo e deciso, facendo emergere l’uomo che c’è dietro il mito. Un film lunghissimo ma per nulla pesante, che apre una finestra sulle imprese di Elvis e sull’America degli anni ’50, ’60 e ’70. È come se fosse un ibrido. È un omaggio alla figura del celebre rocker ma, allo stesso tempo, ricostruisce un determinato periodo storico fatto di cambiamenti e gravi tumulti sociali.

Certo, in due ore e quaranta minuti non è facile condensare tutta la carriera di Elvis. Eppure il film riesce a soffermarsi sulle tappe salienti senza lesinare nei dettagli. Si comincia fin dalla tenera età, quando il giovane musicista è cresciuto in un quartiere popolato da neri, fino ad arrivare al primo contratto discografico, per passare poi alle minacce di arresto per il pubblico pudore, ai film di successo, parlando anche dei suoi vizi e delle tante virtù. Elvis è un film vero, sincero. Convince proprio perché esce fuori un’immagine schiettissima di uno tra i cantati più celebri nella storia. Ma è tutto vero quello che Buz Luhrmann racconta nel suo film? Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Elvis the "Pelvis" e i tanti appellativi al divo del rock

Oggi è un vero idolo, amato e imitato per il suo stile inconfondibile e per il suo carattere fuori dagli schemi. È il più grande cantante di tutti i tempi, eppure, all’inizio della sua carriera, Elvis non è stato accolto positivamente dal pubblico più conservatore. Se da una parte le donne si struggevano per l’uomo bianco dalla voce graffiante e profonda, c’era chi non vedeva di buon occhio questo giovane che vestiva di rosa e con colori sgargianti, che aveva un’acconciatura tipicamente femminile e che aveva il trucco sotto gli occhi. Un look che, nel corso degli anni ’80, è stato preso d’ispirazione da band come i Duran Duran e i The Cure. Elvis sapeva anche ballare, tanto da ancheggiare a suon di musica, che è stata la sua croce e la sua delizia. Pur di remare contro, alcuni giornali avevano soprannominato Elvis come "Elvis the Pelvis", per un particolare movimento delle anche, appellativo che non l’artista ha mai apprezzato.

"Depravato", "osceno", "delinquente"

Proprio perché è stato un precursore dei tempi e perché è sempre stato un tipo di larghe vedute, alcuni giornalisti hanno cercato di sporcare la sua immagine con ogni mezzo possibile. Dopo un’intervista rilasciata da Elvis nel 1959 al The Memphis World, tipico giornale afroamericano, in cui si schierava dalla parte della comunità di colore, la gente comune ha cominciato a capire che quel ragazzino che sapeva cantare e ballare non sarebbe stato solo una meteora. Aveva del talento e idee ben chiare su cosa volesse fare della sua voce. Per questo motivo, altri giornali e spalleggiati dai politici, cercarono di remare contro l’astro nascente di Elvis. Su Jet, ad esempio, fu pubblicato un articolo in cui un giornalista bianco ha descritto Elvis come un "giovane depravato, un delinquente e un ragazzo adito alle oscenità", ma non solo. Si è arrivato anche ad accusare l’artista di plagio e di "rubare la musica ai neri". Parole pungenti che, secondo Jackie Wilson, celebre musicista di colore, non avrebbero fatto breccia nell’indole del cantante, tanto da affermare che: "Un mucchio di persone hanno accusato Elvis di rubare la musica dei neri, quando in realtà, quasi ogni artista solista nero ha copiato i suoi modi di fare".

Il torbido sodalizio artistico con il Colonello Tom Parker

Tutto il film di Buz Luhrmann viene raccontato dal punto di vista di Tom Parker (con il volto di Tom Hanks) che è il manager ufficiale dell’artista fino alla fine della sua carriera musicale. Personaggio scaltro, eclettico e assai venale, ha "rubato" Elvis a Bob Neal dopo che ha sentito una sua canzone alla radio. Il colonnello è stato l’artefice del successo planetario del cantante che è andato avanti per oltre venti anni. Ha giocato bene le sue carte, lanciando Elvis nelle radio e in tv, anche in programmi nazionali. Tra i due è nato un rapporto quasi paterno, ma Tom Parker non ha mai nascosto le sue attività illecite e le sue trame d’affari per assicurare gli ingaggi al suo assistito e, ovviamente, un lauto ritorno economico che ha poi sperperato in sigari e gioco d’azzardo. Su di lui c’è un alone di mistero che ha dato agio alla stampa di speculare sulle sue origini. Il Colonello non ha mai avuto un passaporto americano – ragion per cui non ha mai lasciato il paese –, e in seguito si è ipotizzato che non avesse mai prestato servizio nei militari e che non fosse originario degli Stati Uniti ma bensì dei Paesi Bassi. Alla morte di Elvis è cominciato il suo declino dato che, i fedelissimi dell’artista, pare che abbiamo accusato il Colonello di aver abusato della sua fama e della sua immagine.

Un corteggiamento lungo 7 anni. Come Priscilla Beaulieu divenne la moglie del rocker

La vita di Elvis è stata costellata da un unico grande amore. Quello con Priscilla è stato unico nel suo genere. Nonostante la coppia non sia riuscita a sopravvivere ai segni del tempo, della fama e dell’abuso di alcol da parte del rocker, i due si sono amanti moltissimo. Nel film viene regalato poco spazio alla conoscenza tra Elvis e Priscilla, ma prima di convolare a nozze, l’artista ha dovuto aspettare ben sette anni. Si sono conosciuti in Germania, durante il servizio militare. Lui aveva 24 anni, lei 10 in meno. Indecisa se cedere o meno, a causa di tutte le malelingue che la stampa vomitava su Elvis, la giovane è arriva a sposare l’uomo che amava solo sette anni dopo il primo incontro. Ovviamente, nonostante il sentimento, il quel lungo periodo di tempo, il cantante non è stato di certo a guardare, passando da una donna all’altra con facilità.

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Le amanti e le stranezze di Elvis

Priscilla era a conoscenza dei tradimenti del marito. Il rapporto si è incrinato dopo la nascita della figlia. Elvis non riusciva a fare sesso con la moglie perché non la vedeva più come una donna ma solo come la madre dei suoi figli. Andava con molte donne, "non più di tre alla volta", e prese una sbandata per Ann Margaret. Accecato dai farmaci, era arrivato a pensare di uccidere Priscilla a colpi di karate. Pensò di pagare profumatamente il suo istruttore ma l’ipotesi non si è mai avverata. Alcuni giornali riportavano i rumor che l’artista stesse avvelenando sua moglie, ma tutto fu bollato come becero gossip.

Quella notte di sesso con Cher

Tra i tanti pettegolezzi sulla vita di Elvis c’è anche uno che lo lega a Cher. Secondo dei gossip mai confermati, il cantante e l’immortale performance diventava oggi un’icona della musica pop avrebbero avuto una bollente notte di sesso. Erano gli anni ’60 e Cher da poco aveva fatto i primi passi nel mondo della musica. Di recente, è stata proprio la cantante a smentire le illazioni. Come Cher ha rivelato, tra i due non sarebbe scoccata la scintilla a causa delle "troppe incompatibilità caratteriali".

Elvis che non ha mai viaggiato al di fuori dell’America

Famoso in tutto il mondo, questo è vero. Ma l’artista non è mai uscito dal territorio americano. Tranne una volta per un concerto in Canada. Secondo fondi attendibili, sarebbe stato il Colonello Parker a impedire che si potesse realizzare un tour all’estero. Si è sempre parlato di "motivi di sicurezza", dato che in quel periodo l’America era scossa da rivolte e attentati ma le ragioni sono ben altre. Come si è visto nel film, pare che ci lo zampino del Colonnello che, per paura di perdere la sua influenza su Elvis, avrebbe inventato un mucchio di bugie. Per accontentare l’artista, però, da Las Vegas è stato organizzato il primo live concert via satellite.

Gonfio e balbettante. A 42 anni era già l’ombra di se stesso

Muore a Memphis nell’agosto del 1977 all’apice del successo dopo un ultimo grande concerto all’Internatioinal di Las Vegas (sua casa per 5 anni). Fuori forma tanto da perdere quasi tutti il suo fascino a causa dell’alcol e dei farmaci, il pubblico ricorda ancora il suo ultimo live, in cui Elvis ha lasciato un ricordo indelebile.

Quel concerto è stato rimasterizzato e inserito poco prima dei titoli di coda del film di Luhrmann.

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