Sanremo 2022

"A Sanremo cercherò ancora una volta di rovinarmi la carriera"

Achille Lauro in gara al Festival prima di partire per un tour "che unisce rock'n'roll e musical»"

"A Sanremo cercherò ancora una volta di rovinarmi la carriera"

Ma chi lo ferma più. Lauro scatenato. Prima il Festival con Domenica, poi un nuovo disco (perché Lauro - Achille Idol Superstar in uscita l'11 febbraio non è un semplice «repack»), un tour che si chiama Electric Orchestra e ieri ha festeggiato la terza data consecutiva al Palasport di Roma (27, 28, 31 maggio), colonne sonore per il cinema e infine un concerto nel mondo del metaverso con Roblox. E mica finisce qui: «Stiamo cercando di dare un tiro internazionale alla nostra evoluzione», spiega lui che non usa il pluralis maiestatis per vanità ma si sente davvero parte di una squadra. Di certo lui è l'attaccante, quello che rompe gli schemi. «Sono divisivo ma forse questa è la mia forza. Ora comunque esco da cinque mesi di isolamento su di un'isola con alcuni collaboratori». Quale isola? «Albarella, tra la laguna del Delta del Po e l'Adriatico». Prima ha «vissuto la vita» girando per il mondo. Poi si è isolato e «ho scoperto la mia vera anima che spazia dal punk rock fino al funk». Scusi Lauro, e la musica urban con cui ha iniziato? «Non rispecchia più ciò che sento».

Si era capito.

«La vita forse non è questo? Perdere qualcosa per ritrovare altro».

In effetti i nuovi brani di Achille Idol Superstar sono quasi sempre un potentissimo restyling della tradizione. Come il brano Rolling Stones nel quale cita Ramones, Ziggy Stardust, Billy Idol eccetera.

«E Sexy boy con un giro di chitarra blues che ricorda direttamente Muddy Waters?».

Perché ha scelto di presentare «Domenica» al Festival di Sanremo?

«Prima mi sono chiesto: che cosa voglio proporre all'estero nel caso in cui vincessi Sanremo? Un rock o una ballad. E ho scelto il rock».

Il brano è molto vicino a Rolls Royce. Per qualcuno forse troppo.

«La forza di quel brano è nella contrapposizione tra il testo e la musica. In ogni caso mi piace avere e conservare una identità. Il suono cambia, ma la forza è sempre nell'avere una identità riconoscibile».

All'Ariston la riconosceranno tutti. Come?

«Proverò a distruggere un'altra volta la mia carriera, come già ho fatto nel 2020 pubblicando tre dischi a poca distanza uno dall'altro. E comunque la presenza con me dell'Harlem Gospel Choir non è marginale. Il coro sarà protagonista. Non sarà in un ruolo sacrale ma farà parte dello spettacolo».

La sua quarta volta consecutiva a Sanremo. Una da ospite e tre da cantante.

«Con Rolls Royce ho fatto il battesimo. Con Me ne frego c'è stata l'eucarestia. La mia partecipazione da superospite è stata una sorta di confessione. Questa volta è il ringraziamento».

Ma se iniziassero a dire che lei è un habituè del Festival?

«Ma no, nel frattempo ho fatto tre dischi, libri e mille altri progetti. Tra l'altro mi hanno sconsigliato tutti di ritornare a Sanremo».

Nella serata delle «cover» al venerdì canterà «Sei bellissima» con Loredana Bertè.

«Loredana è un'icona che riflette tanti valori importanti. L'ho vista come si muove dal vivo sul palco nella serata di Capodanno e sono rimasto impressionato. È una ultra rockstar! Oltretutto la forza di Sei bellissima è che tutti conoscono il popolarissimo ritornello ma la vera identità del brano è nel testo, che è struggente».

Scusi Lauro, ora è biondo ma che look avrà al Festival?

«Senti bello, mica posso dire tutto. (sorride - ndr). Di sicuro sarà diverso. Credo che spesso la canzone sia in qualche modo superflua e quello che conta sia soprattutto chi la interpreta e come si presenta».

Amadeus è al suo ultimo Festival. Lei farebbe il direttore artistico del prossimo?

«Ovvio che sì, mi candido. Anche se Amadeus, e prima di lui Baglioni, ha cambiato questo show rinnovandolo. Con loro, il Festival ha fatto succedere delle cose, da me fino ai Maneskin. Ha portato molti giovani che mai ci sarebbero andati».

Va bene, ma lei che cosa farebbe?

«Io ci metterei qualcosa di mio ispirandomi alle grandi produzioni internazionali».

In ogni caso prima però va in tour.

«Saranno concerti molto rock'n'roll ma con un occhio al musical».

Scriverebbe canzoni per altri?

«Certo, soprattutto per donne. Ma, se parlano di cose intime ed estremamente personali, faccio fatica a concedere ad altri di cantarli».

La sua voce femminile ideale?

«Senza dubbio per Mina.

Ho tanti brani per lei».

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