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Si torna nella Terra di Mezzo: con "Gli Anelli del Potere" il mito di Tolkien è in tv

Buona la prima per la serie tv ispirata al "mito" de Il signore degli Anelli. Su Amazon Prime Video arrivano i primi due episodi de Gli Anelli del Potere, ma è polemica tra i puristi della saga

Si torna nella Terra di Mezzo: con "Gli Anelli del Potere" il mito di Tolkien è in tv

È stata una tra le serie tv più attese e chiacchierate degli ultimi tre anni. Un progetto misterioso, di cui sulla trama e sui personaggi è stato mantenuto il più stretto riservo fino al giorno del suo debutto. Il velo è caduto il 2 settembre nel momento in cui, su Amazon Prime Video, sono stati resi disponibili i primi due episodi (gli altri arrivano a cadenza settimanale) de Gli Anelli del Potere. La serie che funge da prequel alle vicende raccontate nelle due trilogie campione di incassi dirette da Peter Jackson rappresenta un vero punto di volta per tutto l’universo televisivo americano (e non). E’ come se il grande cinema confluisse tutte le sue energie per portare in tv un qualcosa di unico e di inestimabile per un pubblico sempre più esigenze. E, alla luce dei primi due episodi, si può affermare che la scommessa de Gli Anelli del Potere è stata vinta sotto tutti i fronti. Non è una serie perfetta, ma la magia e l’epicità della "penna" di Tolkien sono palpabili.

Annunciata nel 2017, sono stati gli eredi del celebre scrittore a volere che la serie fosse trasmessa su un network in streaming o a pagamento per fare in modo di proporre un progetto all’altezza delle aspettative. Alla cifra record di 240 milioni di dollari, è stato il colosso di Amazon a acquistare i diritti e a produrre la serie, strappando il progetto a Netflix e HBO. Due anni di riprese, anche in fase pandemica, e più d 715 milioni di dollari spesi per girare gli 8 episodi che compongono la prima stagione. Il risultato finale? Gli Anelli del Potere è la saga epic/fantasy che mancava in tv e in streaming.

L’ombra di Sauron e la Terra di Mezzo

La narrazione prende forma migliaia di anni prima delle vicende narrate ne Lo Hobbit e ne Il Signore degli Anelli, ancora prima della caduta del regno di Nùmenor e dall’ultima alleanza tra Elfi e Uomini. La Terra di Mezzo vive un momento di apparente pace e tranquillità, dimenticando la minaccia degli orchi e di Suaron. È passato così tanto tempo dell’ultima volta che il malvagio re di Mordor è stato avvistato che in pochi ricordano le sue malefatte. Tutti credono che la minaccia sia lontana, tranne la giovane Galadriel, nobile Elfo della Terra di Mezzo che nel celebre film de La Compagnia dell’Anello è stata interpretata da Cate Blanchett. Segnata dalla morte del fratello, cerca in ogni dove il potere di Sauron per cercare di estirpare per sempre la sua minaccia. Nessuno crede che il nemico sia ancora vivo ma, nel momento in cui tutte le Terre vengono scosse da presagi di sventura, come l’arrivo di un uomo misterioso uscito fuori da una stella in fiamme, si intuisce che il nemico sta radunando le forze per il suo attacco finale.

Un "affresco" magico

Fin dalle prime immagini si intuisce una grande cura per i dettagli e per una perfetta messa in scena. Trattandosi della prima serie di alto profilo per Amazon Prime Video, il risultato finale convince a pieni voti. La storia, calata alla perfezione nella politica e nella società della Terra di Mezzo come è stata descritta da Tolkien, attinge da tutta la "sacra" trilogia, dimentica Lo Hobbit e affonda le mani nel Silmarillon, scavando a fondo nei dei, nei miti e nelle leggende di un mondo magico e senza tempo. Gli Anelli del Potere è una saga fantasy e epica a tutti gli effetti, conserva tutte le sue caratteristiche peculiari, e miscela audacemente l’azione, l’ironia e il mistero. Una serie ampia, con una trama complessa e con tanti personaggi che, almeno all’inizio, non intrecciano i loro percorsi ma agiscono in separata sede. Nei due episodi disponibili, infatti, si pennella un contesto narrativo in continuo movimento, in cui niente è ciò che sembra.

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Cosa sono Gli Anelli del Potere?

Il titolo della serie tv ha un significato ben particolare. Gli Anelli del Potere sono oggetti magici del mondo di Arda, nato ovviamente dalla fantasia di Tolkien. Si tratta di gioielli dai grandi poteri le cui proprietà varia seconda delle personalità e delle intenzioni dei loro artefici. Inoltre la sua efficacia è mutevole anche a seconda della forza di volontà e delle azioni di chi le indossa varia. Per la prima volta vengono menzionati nel Simarillion con un accenno nella trilogia de Il Signore degli Anelli. Secondo l’autore sono stati creati da Celebrimbor durante la Seconda Era con l’aiuto di Sauron che, in quel periodo, si aggirava tra gli uomini e gli elfi sotto le spoglie de Il Signore dei doni. Di bell’aspetto, non ha mai svelato la sua identità.

Ponendosi come un demiurgo benevolo, Sauron cercò di irretire gli elfi offrendo diverse conoscenze, in particolar modo nell'arte della fabbricazione di monili e oggetti dotati di potere e bellezza, facendo leva sul sentimento di emulazione delle opere degli Ainur, spiriti di natura divina. Fu così che Sauron insegnò a Celebrimbor, Signore dell'Eregion, il più valente dei fabbri delle Terre per la creazione degli anelli magici, e gli orafi elfici ne crearono molti, tra i quali, appunto, i Grandi Anelli o Anelli del Potere. Tutto questo fa credere che la serie si focalizzerà soprattutto sulla creazione dell’unico anello che è stato forgiato "per domarli, ghermirli e nel buio incatenarli".

Critiche feroci dai fan

Anche se, di fatto, bisogna attendere ancora un po' per un giudizio globale sulla serie tv – ma siamo sulla buona strada -, è sui social che si è accesa una battaglia tra i puristi della saga di Tolkien e i nuovi adepti. I fan di vecchia data, fin da quando è stato annunciato il progetto, non hanno ben voluto la serie ispirata alla nota saga letteraria, decidendo persino di boicottare la visione. Nel giorno della messa in onda, ad esempio, sui portati di IMDB, Mediacritic e RottenTomatoes, sono stati bombardati da recensioni negative – il classico review bombing – così da abbassare la popolarità e l’indice di gradimento del programma. Una mossa, però, che ha subito l’effetto contrario. Gli Anelli del Potere a ventiquattrore dal debutto è stato un argomento caldo sui social, soprattutto su Twitter.

House of the Dragon "contro" Gli Anelli del Potere

La serie di Amazon arriva poche settimane dopo lo spin-off de Il Trono di Spade che, come sappiamo, è stato già confermato per una seconda stagione. In molti hanno ipotizzato che non è stato un caso programmare nello stesso periodo entrambe le serie tv. Può anche essere, ma sullo scontro non c’è storia. Hanno stili e una storia diversi. La prima è una soap-opera elitaria che gioca al riscatto, la seconda non fa altro che ampliare i confini di un universo ampio e sconfinato.

I film di Peter Jackson

Gli Anelli del Potere non sono nulla senza la trilogia di Peter Jackson, l’unico che è riuscito a portare sul grande schermo l’universo barocco di Tolkien. Il kolossal arriva nelle sale nel 2001 con La compagnia dell’Anello, a cui fanno seguito Le due Torri e Il Ritorno del Re. Considerato uno dei progetti più grandi e ambiziosi mai intrapresi nella storia del cinema, ha richiesto un budget complessivo di 281 milioni di dollari e otto anni di lavoro per essere realizzato. Le riprese dei tre film sono state girate simultaneamente e interamente in Nuova Zelanda, paese natale di Peter Jackson. Ha vinto 11 premi Oscar diventando un successo senza tempo. Nel 2012 è stata la volta de Lo Hobbit, primo film della trilogia prequel che, però, non ha avuto l’impatto sperato. A Un viaggio inaspettato hanno fatto seguito La Desolazione di Smaug e La Battaglia delle cinque armate.

Perché vedere Gli Anelli del Potere?

Sì, è una serie epica anche se non manca qualche scivolone. Merita di essere vista perché, visivamente, è impeccabile. Inoltre, funziona da un punto di vista narrativo dato che propone una vicenda fruibile che non si perde in giri di parole.

Piace non solo al purista del fantasy, ma a quel tipo di pubblico che ama perdersi in un racconto che miscela l’epicità di un dramma cavalleresco alla bellissima fotografia di un mondo senza tempo.

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