Cultura e Spettacoli

La vita di Verdone ora è una serie tv: "Magari faccio il bis"

Le vicende del grande attore su Amazon Prime: "Ma solo il quaranta per cento è reale..."

La vita di Verdone ora è una serie tv: "Magari faccio il bis"

Roma. È dolce naufragare nel teatro della memoria di Carlo Verdone. Lui stesso ci ha abituati a farlo, a partire dalla sua prima autobiografia, La casa sopra i portici una decina di anni fa e, all'inizio di quest'anno, sempre per Bompiani, La carezza della memoria. Ora è la prima volta che impasta la sua vita vera per creare un prodotto nuovo, al passo con i tempi, cosa che gli sta molto cuore. Nasce così Vita da Carlo, 10 episodi realizzati per Amazon Prime Video, disponibili dal 5 novembre, le cui prime quattro puntate sono state presentate in anteprima alla Festa del Cinema di Roma: «Tutto nasce - racconta l'attore e regista romano qui in coppia con il direttore della fotografia Arnaldo Catinari - da un'intuizione di Nicola Guaglianone e Menotti nel corso delle pause della scrittura di Benedetta Follia quando mi interrogavano sulle vicende divertenti e assurde della mia vera vita privata». Ecco i 10 episodi, da mezz'ora l'uno, «scritti in poco più di due mesi» anche grazie allo storico sceneggiatore di Carlo Verdone, Pasquale Plastino, e alle new entry Ciro Zecca e Luca Mastrogiovanni, mentre la produzione, ancora una volta, è di Aurelio e Luigi De Laurentiis come Amazon Original.

Vita da Carlo è la storia di un italiano, ricordate il programma tv di Alberto Sordi?, però, diciamo così, in presenza senza alcun materiale d'archivio. È la storia di Verdone che interpreta se stesso e che non rinuncia a ricordare gag, personaggi e sketch che lo hanno reso famoso, interpretandone nuovamente alcune battute ora che ha 70 anni ma senza alcun intento nostalgico o malinconico. Perché il Verdone che tutti conoscono e che tutti fermano per «spararsi un selfie» ora si diverte a giocare proprio con il se stesso adulto. Per farlo costruisce attorno a sé una famiglia con la moglie, interpretata da una bravissima Monica Guerritore, che sarebbe ex ma, come dice il figlio Giovanni (Filippo Contri), «fate finta di stare insieme per non deludere la nonna», e poi l'altra figlia, Maddalena (esordio come attrice di Caterina De Angelis figlia di Margherita Buy), che vive con lui e che ha portato nell'appartamento il fidanzato Chicco (Antonio Bannò), presenza ingombrante in casa Verdone anche quando lei lo lascerà per trasferirsi a Londra.

Le situazioni comiche si susseguono anche perché, come spalla quasi onnipresente di tutti gli episodi, c'è quella dell'amico Max Tortora che interpreta se stesso ma viene spesso scambiato per Christian De Sica. Poi certo ci sono le fisime e le passioni che conosciamo di Verdone, per esempio per la Roma e per i farmaci. Tanto che la frequentazione assidua della farmacia trasteverina farà nascere una love story con la dottoressa interpretata da Anita Caprioli. Verdone assicura che c'è solo «un 35-40 per cento di episodi reali» in questa sua prima serie di cui non esclude, «se andasse bene...», una seconda stagione, ma si diverte anche a giocare affettuosamente con nomi e cognomi veri come quello della sua addetta stampa Rosa Esposito mentre, in due cameo, ci sono Antonello Venditti e Alessandro Haber. Su questo versante c'è poi la presa in giro del suo produttore Ovidio, il romanissimo attore Stefano Ambrogi, che vuole che lui torni a fare i «film con i personaggi di una volta, insomma da lo famo strano a lo famo anziano"» - ogni riferimento a Aurelio De Laurentiis sarà casuale? - mentre Verdone, che sogna di vincere il festival di Cannes con un film «tra Tarkovskij e Murnau», ora si accompagna con lo sceneggiatore engagé dal curioso cognome, Lucio Nuchi, sicuramente un joke del collega Guaglianone sul cosiddetto nuchismo ossia le riprese da dietro che caratterizzerebbero il nostro cinema d'autore.

Ma la vita di Verdone viene sconvolta da un video virale ripreso da un passante in cui spiega come andrebbe salvata la sua amata Roma. Un programma politico che piace al Presidente della Regione, interpretato dal veneto Andrea Pennacchi ma che sa molto di Pd romano, che va a casa sua - l'appartamento è proprio un altro personaggio della serie - e gli propone di candidarsi a sindaco di Roma. La notizia, attraverso la sua domestica pettegola, arriva a Dagospia con Roberto D'Agostino che, in persona, detta uno dei suoi titoli cubitali e sensazionalistici: «La proposta di candidarmi a sindaco - svela Verdone - mi è stata fatta veramente. Non posso dire da chi ma sono venuti anche con un sondaggio che mi dava al 70 per cento.

Ci ho messo però appena 30 minuti per rispondere che so fare solo un lavoro, quello che ho iniziato nel lontano 1971 in un teatrino universitario».

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