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Inter, derby STELLAto

Acerbi e Thuram in gol nella notte perfetta del ventesimo scudetto nerazzurro: apoteosi in «casa» del Milan. Pioli si arrende: sesta stracittadina persa di fila. Risse e 3 espulsi

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Dominando per lunghi tratti e vincendo sotto la pioggia. L'Inter non risparmia nessuna delle ultime energie per acciuffare in una notte sola, tutto quello che c'è da esibire dinanzi al suo popolo in festa: lo scudetto aritmetico, la seconda stella da mettere sul petto nella prossima stagione e il sesto derby di fila. Finisce la sua stagione con il trionfo più atteso che documenta il grande lavoro di Marotta e Ausilio nell'allestire in condizioni complicate, una rosa eccellente. Al Milan resta solo l'ultimo quarto d'ora, una frazione appena, per tentare di cancellare il dominio scandito dalle precedenti sfide: non è un caso che coincida con l'arrivo di Giroud centravanti, Chukwueze a destra e Bennacer a metà campo, con Leao sistemato sul suo binario a sinistra. In versione centravanti è una trovata da rimettere nel cassetto delle soluzioni impossibili. L'ultima foto del derby non è delle più esaltanti perché si tratta di una zuffa tra Theo Hernandez e Dumfries che si prendono per il collo: finiscono entrambi col rosso negli spogliatoi, seguiti da Calabria (manata a Frattesi).

Non basta il rimpasto tattico di Stefano Pioli per cancellare i difetti storici del Milan, in particolare da calcio d'angolo. Una volta si persero Lautaro, questa volta (terzo episodio negli ultimi derby) dall'angolo, spizzato da Pavard, Gabbia si perde Acerbi che può addirittura appoggiare palla in porta senza alcuna difficoltà. Da difensore a difensore: così funziona ancora l'arma segreta di Inzaghi. L'Inter schioda il derby e si avvia sicura alla seconda parte della sfida contando sulle sue note ripartenze che possono fare a fettine i rossoneri: infatti Lautaro sbava il 2 a 0, Thuram scheggia il palo lontano. La novità di Pioli produce uno strano effetto: la densità a centrocampo svuota l'area di rigore, non garantisce solidità difensiva e Leao è come portato a pestare le solite zolle a sinistra togliendo spazio a Pulisic lasciando in piena attività Musah a destra. Due volte il Milan mostra gli artigli: sul sinistro di Leao (lanciato in contropiede da Musah) e sul tocco da due passi di Calabria, si esalta Sommer.

Sotto la curva nord già in festa, all'alba della ripresa l'Inter sistema tutti i conti con Thuram, l'eversore del derby d'andata: allora il francese giocò Thiaw, qui invece aggira Tomori e infila Maignan in ritardo sul primo palo. Le correzioni di Pioli (tre cambi con Giroud, Chuku e Bennacer) sono la confessione di una strategia discutibile: solo nel finale, con opportune correzioni, gli riesce di cambiare verso al derby che resta, convincente, tra le grinfie dell'Inter, campione d'Italia strameritata in capo a una cavalcata travolgente scandita da tante prodezze e da un calcio di strepitosa efficacia ed eleganza.

Gerry Cardinale, in tribuna, non può che prendere atto anche di quest'ultimo malinconico atto, il sesto derby perso di fila che rappresenta per i tifosi milanisti l'ultimo affronto, l'ennesima delusione e dare il via libera alla sostituzione di Pioli.

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