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Basta col bravo ragazzo, Leclerc impari da Senna: il mondiale è possibile

Al monegasco manca solo un po' di cattiveria. Francia e Ungheria cruciali per riaprire i giochi

Basta col bravo ragazzo, Leclerc impari da Senna: il mondiale è possibile

Se a correre gli ultimi dieci giri del Gran premio d'Austria con un problema al pedale del gas fosse stato Ayrton Senna, dopo la gara lo avremmo sentito parlare di impresa eroica al limite dell'impossibile. Ayrton era fatto così. Era il più bravo di tutti, ma amava ingigantire i suoi meriti, raccontare di tranelli che lui aveva disinnescato con bravura e furbizia, le sue marce trionfali. Charles Leclerc invece ha semplicemente ammesso di aver avuto paura che il destino potesse tirargli un altro scherzetto e poi ha raccontato con semplicità come avesse dovuto giocare con i pedali per cercare di risolvere il problema e provare a non perdere secondi preziosi. Dovrebbe imparare a darsi più importanza, ad attribuirsi i meriti che tutti gli riconoscono. Insomma il bravo ragazzo che tutti amano, dovrebbe lasciare un po' di spazio anche al figlio di buona donna che c'è sempre dentro un campione. A meno che lui non sia un essere speciale, anche in lui deve esserci un'altra faccia della medaglia. Da qualche parte tiene nascosta quella cattiveria che ci mette in pista quando deve cercare un giro da qualifica o quando va all'attacco di un avversario, lo bracca, lo tallona, gli si inchioda alle spalle e poi lo passa senza pietà come uno squalo quando incontra una foca. In pista Charles è un pilota che non ha limiti. In qualifica è implacabile e in gara sa essere spietato con avversari e doppiati. Oggi ha imparato a gestire la rabbia, a non agire più di pancia, lasciando spazio al pensiero. Però quando vince una gara guidando dieci giri con un acceleratore ballerino deve imparare a gonfiare il petto. Se non altro per giocare anche un po' psicologicamente con il suo avversario. In questo Senna, Hamilton e un po' anche Schumi e Max hanno ancora da insegnargli qualcosa.

Guardando e riguardando il comportamento di Charles in questa prima metà del campionato 2022, c'è un solo grande errore da sottolineare: quello di Imola, quando per cercare di guadagnare una posizione ne ha perse tre. Per il resto è stato praticamente perfetto. Questo per dire che il pilota c'è. In qualifica è anche meglio di Max. Per puntare al mondiale però non basta avere il pilota. Ci vogliono macchina, squadra e strategie. La F1- 75 oggi è probabilmente la monoposto con le migliori prestazioni in pista. Non paga più pegno in velocità e non è più neppure una mangia gomme. Il problema resta l'affidabilità. I motori sono ancora fragili e, dopo un certo numero di chilometri, lo diventano ancora di più. Molto meglio avere un motore potente e fragile che un motore plafonato ma affidabile come quello dello scorso anno. La Ferrari ha fatto bene a pensare anche al futuro quando sarà vietato intervenire per migliorare le prestazioni, ma sarà sempre possibile intervenire per cercare l'affidabilità. È anche inutile andare a vedere su quali delle 11 piste rimanenti la Ferrari può essere favorita perché l'affidabilità per oggi resta un'entità misteriosa. Basta pensare a Baku e Barcellona quando Charles stava dominando e la Ferrari lo ha piantato soffiandogli dal salvadanaio 52 punti che oggi proietterebbero ben altra classifica. «Non so perché vi soffermiate sempre e solo sul Mondiale Piloti. C'è anche il titolo Costruttori e noi crediamo ancora di poter lottare per tutti e due», dice Binotto. Ma anche per vincere tra i Costruttori serve l'affidabilità.

Ma se in Francia e Ungheria, ultime tappe, prima della sosta, non dovessero esserci fumate o peggio altre fiamme, potremmo davvero continuare il sogno.

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